http://www.giornalettismo.com E’ morto assassinato Mohammed Nabbous, giornalista anti Gheddafi Era impegnato contro la dittatura di Gheddafi fin dall’inizio della rivolta. È stato ucciso mentre raccoglieva nuovi video per il suo network televisivo online. Mohammed Nabbous, fondatore di Libya Ahurra TV, è morto a Bengasi subito dopo aver postato un servizio sulle violenze in una zona residenziale della città. Nel video Nabbous, che descrive i bombardamenti in un quartiere di Bengasi chiamato Hai al Dollar, mostra case e macchine danneggiate da uno dei molti raid sulla popolazione inerme. “Dov’è Al Jazeera? Dove sono i media? Dovrebbero essere qui a fare riprese di ciò che sta avvenendo. I bombardamenti sono si sono fermati.” Poche ore dopo aver postato questo report, Nabbous è stato assassinato mentre cercava di realizzare nuovi video. PREMIO NOBEL Il messaggio successivo è pieno di disperazione ed è di Alhurra, la moglie, che aspetta un bambino. “Vi informo che Mohammed ha dato la vita per la causa in cui credeva. Speriamo che la Libia raggiunga presto la libertà.” Dice tra le lacrime. “Vi prego, pregate per lui. E non smettete di lottare, perché ciò che abbiamo cominciato deve arrivare alla fine. Non importa quello che succede.” I suoi sostenitori vorrebbero che fosse candidato al Premio Nobel per la Pace. Una pagine Facebook creata sabato ha già raccolto centinaia di messaggi di solidarietà e molti post descrivono Nabbous come un martire. CONNESSIONE VIA SATELLITE “Speriamo che il tuo sogno diventi realtà e che vostro figlio nasca in una Libia finalmente libera.” Gli ha scritto qualcuno. “Sarai sempre nei nostri ricordi.” Dice un altro post. “Noi tutti plaudiamo al coraggio e alla professionalità di Mohammed Nabbous, la voce della Libia.” Ha scritto Jean-Francois Belanger di Radio Canada.“Mohammed Nabbous era una delle coraggiose voci di ciò che accade a Bengasi fin da quando la rivolta è cominciata. Intelligente, indipendente, eroico. Ha scritto Ben Wederman della CNN. Nabbous mandava in onda Libya Alhurra TV con una connessione via satellite per evitare il blocco di internet stabilito dal governo di Tripoli. Aveva nove telecamere che lavoravano 24 ore al giorno dal 17 febbraio scorso, giorno in cui era scoppiata la rivolta. Lascia una moglie disperata e un figlio che deve ancora nascere. Aveva solo 28 anni.
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