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Delibera ammazza-web: Agcom fa passo indietro(?)
L'Agcom ha approvato con sette voti a favore un astenuto e un voto contrario lo schema di regolamento sul diritto d'autore che nell'attesa dei giorni scorsi aveva scatenato la protesta della rete, e che viene posto ora ad una consultazione pubblica di 60 giorni. Lo schema prevede che per la rimozione dei contenuti coperti da copyright, «la procedura dinanzi all'Autorità è alternativa e non sostitutiva della via giudiziaria e si blocca in caso di ricorso al giudice di una delle parti». La procedura, inoltre «non prevede alcuna misura di inibizione dell'accesso ai siti internet». «Abbiamo messo a punto un testo attentamente riconsiderato, dal quale sono state eliminate ambiguità e possibili criticità, fugando così qualsiasi dubbio sulla proporzionalità e sui limiti dei provvedimenti dell'Autorità e sul rapporto tra l'intervento amministrativo e i preminenti poteri dell'Autorità giudiziaria». Questo il commento del presidente dell'Agcom Corrado Calabrò, dopo l'approvazione da parte dell'Autorità dello schema di delibera sul diritto d'autore. «L'articolato verrà ora sottoposto a una nuova consultazione pubblica che prevede un ampio termine per far pervenire osservazioni e suggerimenti - ha aggiunto il presidente dell'Agcom Corrado Calabrò dopo l'approvazione da dello schema di delibera sul diritto d'autore -. È nostra intenzione stimolare un dibattito approfondito e aperto a tutti i contributi e a tutte le voci della società civile, del mondo web e di quello produttivo, della cultura e del lavoro. In questo spirito ho anche dato la mia disponibilità a un'audizione presso le competenti Commissioni parlamentari sullo schema di regolamento qualora il Parlamento lo ritenga opportuno». LE REAZIONI «Aspettiamo di conoscere il testo definitivo per un giudizio più compiuto. Se è vero che è stata attenuata la sovrapposizione con il potere giudiziario, rimangono comunque enormi perplessità». Lo afferma il senatore Vincenzo Vita, vicepresidente Pd della commissione Cultura. «Con il solo voto contrario di Nicola D'Angelo e l'astensione di Michele Lauria - prosegue Vita -, l'Agcom ha approvato lo schema di regolamento sul diritto d'autore. Qualche modifica c'è stata, parrebbe. Per rimuovere i contenuti verrebbero fatti alcuni 'warning'. Il periodo del contraddittorio passa a 10 giorni, anzichè i 5 previsti. Poi, però, incombe il rischio censura». «E rimane intatto l'abnorme problema delle competenze, profilandosi un vero e proprio conflitto di attribuzione - aggiunge Vita - Chi di noi lavorò sulla legge 249 del 1997, istitutiva dell'Autorità, sa bene che sul tema dei diritti un organismo di alta amministrazione ha dei limiti intrinseci, se manca una legge primaria». «Abbiamo chiesto - conclude il senatore - di poter ascoltare in Parlamento Corrado Calabrò per spiegare alle Camere quali sono le intenzioni reali alla fine della consultazione. Comunque, oggi è un brutto giorno per la libertà della Rete. E a quest'ultima ora - e al Parlamento - che deve passare la parola». Non conosciamo il testo integrale della decisione dell'Agcom ma solo un comunicato che la riassume. A me sembra un'operazione di maquillage che non cambia la sostanza delle cose. È stato fatto qualche piccolo aggiustamento ma rimane, in capo all'Autorità, un potere di rimozione dai siti web dei contenuti, sulla base di valutazioni fortemente discrezionali, con pesantissime sanzioni che possono arrivare fino a 250 mila euro». È quanto afferma in una nota il leader dell'Italia dei Valori, Antonio Di Pietro, che aggiunge: «Resto convinto che, quando si incide su diritti riconosciuti e tutelati dalla Carta Costituzionale, è bene che gli interventi a difesa del diritto d'autore siano nelle mani dell'autorità giudiziaria che, per indipendenza e autonomia, può offrire ai cittadini un quadro forte di garanzia». «È bene che la parola su questa materia torni al Parlamento - conclude Di Pietro - infatti, una consultazione di 60 giorni, fatta durante il periodo estivo, non può certo essere sostitutiva del ruolo e della funzione delle Camere».
http://www.repubblica.it Stralcio
Le due parti del provvedimento. Lo schema delle regole si divide in due parti. La prima è relativa alle misure da sviluppare per favorire l'offerta legale con misure di sostegno allo sviluppo dei contenuti digitali e alla riduzione delle barriere normative. Il Garante richiede poi l'elaborazione di codici di condotta dei gestori dei siti e dei fornitori di servizi multimediali. Necessaria secondo l'Autorità, anche la promozione di accordi tra produttori e distributori per la riduzione delle finestre di distribuzione, e la messa a disposizione di contenuti con modalità di acquisto semplificate e a costi contenuti. Ancora, promozione di accordi tra operatori volti a semplificare la filiera di distribuzione dei contenuti digitali relativi alle nuove modalità di sfruttamento, favorendo l'accesso ai contenuti premium, e individuazione di procedure per l'adozione di accordi collettivi di licenza. Agcom chiede anche la realizzazione di campagne di educazione alla legalità nella fruizione dei contenuti e l'istituzione di osservatorio per monitorare i miglioramenti della qualità e le riduzioni dei prezzi dell'offerta legale di contenuti digitali. Per raggiungere gli obbiettivi, verrà istituito presso l'Autorità di un Tavolo tecnico al quale saranno invitati a partecipare tutte le categorie interessate e le associazioni di consumatori e utenti. Stretta sui pirati. La seconda parte prevede una serie di misure a tutela del diritto d'autore, e si articola in due fasi: una relativa al procedimento dinanzi al gestore del sito, la seconda al procedimento dinanzi all'Autorità. Nella prima fase, se riconosce che i diritti del contenuto oggetto di segnalazione sono effettivamente riconducibili al segnalante, il gestore del sito può rimuoverlo lui stesso entro 4 giorni (procedura di "notice and take down"). Nella seconda fase, qualora l'esito della procedura precedente non risulti soddisfacente per una delle parti, questa potrà rivolgersi all'Autorità. A questo punto Agcom, dopo un "trasparente contraddittorio" della durata di 10 giorni, potrà impartire nei successivi 20 giorni prorogabili di altri 15, un ordine di rimozione selettiva dei contenuti illegali o, rispettivamente, di loro ripristino, a seconda di quale delle richieste rivoltegli risulti fondata. Come tutti i provvedimenti dell'Agcom, anche le decisioni in materia di diritto d'autore potranno essere impugnati dinanzi al TAR del Lazio. Solo siti commerciali. Sulla base del principio del fair use, la procedura non riguarda i siti non aventi finalità commerciale o scopo di lucro, l'esercizio del diritto di cronaca, commento, critica o discussione. E nemmeno l'uso didattico e scientifico, la riproduzione parziale, per quantità e qualità, del contenuto rispetto all'opera integrale che non nuoccia alla valorizzazione commerciale di questa. Il testo esclude quindi interventi riguardo siti personali e amatoriali, distinti da fornitori di contenuto professionali. Nessuno stop alla navigazione e al P2P. Le nuove norme Agcom non prevedono alcuna misura di inibizione dell'accesso a siti internet. Il Garante specifica che le regole non si rivolgono all'utente finale, nè intervengono sulle applicazioni "peer-to-peer". L'Autorità sottolinea che la procedura inoltre non lede alcuna garanzia di contraddittorio tra le parti coinvolte, prevedendo tempi adeguati nell'interesse di tutte le parti coinvolte. E a differenza della maggior parte dei Paesi europei, in caso di upload, l'upoloader riceverà l'avviso di notifica e potrà avviare la procedura di contro notifica. Siti esteri. Tra le altre modifiche alla bozza 2010, è stata stralciata la prevista sezione del testo relativa ai siti esteri, che non potranno essere resi irraggiungibili. In caso di ipotesi di violazione, l'Agcom informerà l'autorità giudiziaria, che si attiverà nelle sedi competenti.
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