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Comitato ONU afferma il diritto palestinese all’autodeterminazione La Palestina segna un'altra vittoria, a solo un mese dall’adesione come Stato membro all’UNESCO. Mercoledì 23 novembre l’Assemblea Generale del Comitato per gli Affari Sociali Umanitari e Culturali dell'ONU ha votato (166 voti a favore e 5 contrari) una risoluzione che afferma il diritto dei palestinesi all’autodeterminazione La risoluzione, presentata dalla delegazione egiziana, ha riaffermato che la maggioranza dei Paesi del mondo sostiene la creazione di uno Stato palestinese indipendente. Ancora una volta le sole nazioni che hanno negato tale diritto, sono state Stati Uniti, Israele, Canada, Isole Marshall e Micronesia. Quattro Paesi si sono astenuti: Venezuela, Haiti, Togo e Camerun. “L’Assemblea chiama tutti gli Stati, così come le agenzie specializzate e le organizzazioni delle Nazioni Unite, a continuare il sostegno e l’assistenza al popolo palestinese per la prossima realizzazione del suo diritto all’autodeterminazione”, si legge nella risoluzione. Il testo del Comitato inoltre sottolinea la necessità di riprendere il processo di pace, basato sulla soluzione dei due Stati che preservi “l’unità, la contiguità e l’integrità territoriali di tutti i Territori Palestinesi Occupati, inclusa Gerusalemme Est”. Nonostante la risoluzione mostri come la maggioranza degli Stati membri dell’ONU sostenga la causa nazionale palestinese, non avrà alcun effetto concreto sulla richiesta dell’Organizzazione per la Liberazione della Palestina per l’adesione come Stato membro alle Nazioni Unite. Sotto gli auspici dell’Assemblea Generale ONU, il Comitato tratta i temi dei diritti umani, sociali e culturali, attraverso un dibattito ampio e profondo. Attualmente, l’OLP è osservatore permanente alle Nazioni Unite e non Stato membro. Dopo lo stop al Consiglio di Sicurezza dove la Palestina non è riuscita ad assicurarsi i nove voti necessari all’adesione piena il presidente Mahmoud Abbas ha ancora una carta da giocare: può presentarsi all’Assemblea Generale e chiedere l’accettazione come Stato non membro.
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