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Movimento dei Paesi Non Allineati sostiene creazione dello Stato di Palestina Indonesia - Afp. 118 nazioni del "Movimento dei Paesi non allineati" hanno chiesto a Israele il rilascio di un "numero significativo" di prigionieri politici palestinesi come "passo positivo" in direzione della pace. A conclusione dell'incontro ministeriale in Indonesia, il Movimento ha ribadito il proprio sostegno per la fondazione di uno Stato palestinese entro le frontiere occupate da Israele nel 1967, stessa posizione dichiarata dagli Stati Uniti e subito rifiutata da Israele. In una dichiarazione congiunta, i ministri presenti hanno "riaffermato il consenso internazionale al riconoscimento del popolo palestinese e al suo diritto all'autodeterminazione e all'indipendenza, con Gerusalemme est capitale". Essi hanno domandato a Israele il "rilascio dei prigionieri politici" palestinesi, compresi 300 minori (d'età inferiore ai 18 anni) e i 10 membri del Consiglio legislativo (Clp). "La questione è centrale e resta un punto fermo nell'edificazione della pace regionale", si legge nella dichiarazione. Per i ministri, "il rilascio di un numero significativo di prigionieri politici palestinesi" rappresenterebbe un passo costruttivo per creare un clima di fiducia reciproca per la ripresa di negoziati per lo status finale". Il presidente indonesiano, Susilo Bambang Yudhoyono, ha inaugurato l'incontro mercoledì mettendo in guardia dalla formazione di nuove e strategiche rivalità nel mondo che porterebbero nuove sfide tra cui terrorismo e cambiamenti climatici. Ad ogni modo, la quesitone palestinese è stata l'unica ad essere stata assunta a lungo termine anche rispetto all'appello per il disarmo nucleare. I ministri infatti, hanno dichiarato di impegnarsi a lavorare per riunire - nel breve termine - una conferenza degli alti vertici internazionali che individui le forme di eliminazione delle armi nucleari". Nessun riferimento agli eventi di Libia, Yemen o Bahrein, nella morsa della violenza di regimi tutt'altro che popolari. Sull'isola di Bali, il ministro degli esteri egiziano, Nabil al-'Arabi, ha dichiarato all'agenzia "Mena" di aver incontrato la controparte iraniana per discutere la ripresa dei rapporti diplomatici, aggiungendo che "tra i compiti del prossimo parlamento egiziano, che sarò rieletto a settembre, ci sarà proprio la revisione delle relazioni diplomatiche con l'Iran". L'Iran interruppe i rapporti diplomatici con l'Egitto nel 1980, in protesta al Trattato di pace siglato con Israele. I due Paesi hanno comunque mantenuto dipartimenti d'interesse nelle rispettive capitali. Poi, a metà febbraio, con la caduta del regime di Hosni Mubarak, si avvistarono i primi segni di una ripresa nelle relazioni.
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