http://www.richardsilverstein.com/tikun_olam/2011/09/21/yediot-idf-investigation-confirms-all-eilat-attackers-were-egyptian-not-gazan/ Rivelazione: Gli Attaccanti Di Eilat Erano Tutti Egiziani!
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21.09.2011 Alex Fishman, corrispondente veterano di Yediot Achronot per la sicurezza, e uno dei pochi giornalisti israeliani scettici sulla versione ufficiale del governo circa l’attacco terroristico a Eilat, conferma ciò che molti di noi sapevano bene: è stato un ordito di bugie. Il governo, all’inizio, ha riferito che responsabili dell’attacco erano i Comitati di Resistenza Popolare (PRC) di Gaza e che gli aggressori ne erano degli affiliati. Poi un giornale egiziano ha riportato che ad uccidere tre degli aggressori, che erano egiziani, era stato il suo esercito. Questo è uno dei motivi per cui molti di noi hanno messo in dubbio la versione ufficiale. Ora, Fishman riferisce che, in effetti, l’indagine militare conferma che tutti i miliziani erano egiziani, ed evoca pure la possibilità che almeno uno dei loro membri fosse un poliziotto in servizio attivo. E’ stato Fishman (insieme a me e a Idan) a chiedere dove erano i corpi e perché Israele non li aveva identificati. Il giornalista ha affermato che l’esercito israeliano stava giocando una strana partita a poker con Hamas, pretendendo che questi ultimi riconoscessero che i morti provenissero da Gaza prima di restituire i corpi. Questo spiega perché, a Gaza, non c’erano tende per il lutto e non si riportava alcuna uccisione di combattenti da parte di Israele. Ehud Barak sapeva che l'informazione che ad attaccare non fossero stati dei gazawi, come lui sosteneva, avrebbe affondato l'intero piano israeliano di dare la colpa e di vendicarsi su Gaza anziché sull'origine dell'attacco, l’Egitto. Idan ed io abbiamo pure riportato che è estremamente sospetto il fatto che Bibi Netanyahu abbia vietato al capo dello Shabak1, Yoram Cohen, di testimoniare davanti alla commissione di intelligence della Knesset sull’attacco a Eilat; è una violazione senza precedenti del protocollo da parte dell’ufficio del primo ministro. Lo si può spiegare solo con il fatto che Bibi non vuole che Cohen esponga il governo a più ridicolo di quanto già non fronteggi per l'inettitudine riguardante l’assalto alla Mavi Marmara e il convulso salvataggio dei diplomatici israeliani dall’ambasciata del Cairo, assalita da manifestanti. In un dato intervallo di tempo, più di tante bugie e di tanta incompetenza il primo ministro non è in grado di giustificare. Difendere le menzogne divulgate da lui stesso e da Ehud Barak su Eilat potrebbe essere stata la goccia a far traboccare il vaso. Fatto strabiliante, l’IDF sostiene ancora, secondo Fishman, che autore dell'attentato è stato il PRC. Idan Ladau, che è stato uno dei più brillanti blogger israeliani ad affrontare la questione, ha contestato dettagliatamente la versione governativa. Osserva, tra l'altro (come ha confermato Amira Hass in un articolo su Ha’aretz), che l’attacco a Eilat era molto complesso e sofisticato, richiedendo enormi capacità logistiche e organizzative. Chiunque sia un po’ informato sui PRC sa che i suoi quadri ricevono una formazione elementare, e non hanno nient'altro che armi molto leggere. In sostanza, non hanno le capacità, gli uomini o la preparazione per riuscire nell'impresa. Lo conferma la dichiarazione sotto riportata di un rappresentante del PRC. Questo rapporto di TIME2 rivela che non solo il PRC ha negato ogni responsabilità, ma che continua a farlo anche dopo che Israele ha assassinato i suoi comandanti in un attacco con droni: “Se gli israeliani hanno una qualche prova, la mostrino”, sostiene Ahmed Yusuf, un ex funzionario di Hamas che ora gestisce un gruppo di esperti di Gaza: “Mi sono incontrato con questi per la Resistenza Popolare. Hanno dichiarato: ‘Vogliamo prendere le distanze da quello che è successo a Eilat e ci siamo chiesti perché ci minacciavano’.” “Voglio dire, l’operazione era ancora in corso quando hanno assassinato la nostra gente,” riferisce un portavoce del PRC che va sotto il nome di Abu Mujahed. “Il modo in cui hanno controllato e sono riusciti a combattere per ore dimostra che chiunque ci sia dietro ha una struttura organizzata molto forte. Suppongo che siano formati militarmente ed abbiano un'esperienza sul come condurre un'impresa di questo genere.” I miliziani del PRC, dichiara, sono sottoposti al “normale addestramento di base armi leggere, niente di speciale”. Le reclute si specializzano o in armi di piccolo calibro o nel lancio rapido di proiettili di mortaio e di razzi su Israele. “Dovete capirlo, abbiamo operato contro gli israeliani solo sul fronte di Gaza,” riferisce Abu Mujahed. “Fino a ora, la decisione è che si può intervenire solo all’interno del confine geografico. Riguarda il nostro pensiero strategico e le relazioni con gli altri l’Egitto e le altre fazioni.” Per chi non ha familiarità con i gruppi militanti palestinesi, non hanno paura di dichiararsi responsabili di attacchi terroristici contro gli israeliani, soprattutto di quelli in cui ci sono degli shahid, dei martiri per la resistenza palestinese. Eppure il PRC rifiuta di conformarsi alla narrazione israeliana. Landau rivela anche che SITE, un sito web che monitora l’attività jihadista, afferma che un diverso gruppo terroristico rivendica la responsabilità per le uccisioni di Eilat: Un gruppo che si denomina “Jama’a Ansar al-Beit Maqdis” (Sostenitori di Gerusalemme) ha rivendicato la responsabilità per i plurimi attacchi del 18 agosto 2011 a Eilat , in Israele, in cui sono stati uccisi otto israeliani. Nessuno dei media israeliani ha riportato questo fatto, ne' ha messo seriamente in discussione la versione governativa, per la quale era responsabile il PRC. Landau, che ha uno squisito e ironico senso dell'humour, ha attribuito il merito a un gruppo di noi blogger “pazzi e illusi” perché ci eravamo occupati di questa storia, non permettendo al governo che il suo tessuto di bugie rimanesse senza sfide. Si noti che questo è quasi esattamente il linguaggio usato da Avi Issacharoff su Ha’aretz per deridere la mia versione dei fatti. Finora la versione mia e di Landau regge abbastanza bene. Quella di Issacharoff, non tanto. Landau scrive una critica schiacciante del comportamento di Israele dopo l’attacco: Israele sapeva che i terroristi non erano di Gaza e non ricevevano ordini da Gaza. In più, ha trascinato Hamas in un’escalation del conflitto contro la volontà di questi. Ha mentito consapevolmente ai propri cittadini circa la provenienza dell’attacco e lo scopo dei suoi omicidi mirati [cinque dirigenti del PRC e un bimbo di un anno] a Gaza. Le vere ragioni della menzogna: il governo di Israele e il suo apparato di sicurezza volevano a) trascinare i palestinesi in un ciclo di vendette sanguinose poco prima del voto per la sovranità all'ONU, rafforzando in tal modo gli elementi militanti del fronte avverso [cioè Hamas e PRC a spese di Fatah] e frustrando le opzioni [non violente] della resistenza popolare, dato che ogni uccisione di un attivista infiamma ancor più i suoi colleghi; b) sgonfiare il movimento di protesta popolare J14, dirottando la rabbia della società israeliana all’esterno [Gaza]; c) vanificare la richiesta di ridurre drasticamente il bilancio militare, parte della piattaforma del movimento per la giustizia sociale. L’indagine dell’IDF rivela, inoltre, che l’unico soldato israeliano ucciso nell’attacco è stato in realtà ammazzato dopo il tramonto dalle forze egiziane a caccia dei terroristi, e che le cinque vittime tra i soldati delle forze di sicurezza egiziane sono dovute agli spari in risposta delle forze israeliane. Sembra che la situazione fosse un casino tremendo. Qualsiasi indagine valida cercherebbe di capire come evitare questo massacro, in modo che le due parti possano sparare ai cattivi anzichè uccidersi a vicenda.
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