The Palestinins Papers

Su Al Jazeera

http://english.aljazeera.net/palestinepapers/

Sul Guardian

http://www.guardian.co.uk/world/2011/jan/23/palestine-papers-expose-peace-concession


http://www.nena-news.com
24 gennaio 2011

ANP Pronta a Cedere Tutto in Cambio di Niente
di Mario Correnti

Documenti segreti, resi disponibili da Wikileaks, pubblicati da al Jazeera e dal Guardian, rivelano che l'Anp offri' la sovranità israeliana su Gerusalemme Est e la rinuncia al diritto al ritorno per i profughi palestinesi. Ma l’ex premier Olmert rifiutò la proposta giudicandola «inadeguata».

Gerusalemme, 24 gennaio 2011, Nena News  (nella foto da sinistra l’ex premier israeliano Olmert, l’ex presidente Usa Bush e il presidente dell’Anp Abu Mazen) – «Sono tutte menzogne, solo menzogne». Si difende il caponegoziatore dell’Autorità nazionale palestinese (Anp) Saeb Erekat ma non sarà facile per lui, e soprattutto per il presidente palestinese Abu Mazen, spiegare le concessioni senza precedenti su Gerusalemme, i profughi e altri temi caldi del negoziato, contenute in una proposta che l’Anp presentò tra il 2008 e il 2009 all’ex premier israeliano Ehud Olmert. Quest’ultimo incredibilmente la respinse giudicandola «inadeguata».

A sollevare il coperchio su un decennio di inutili trattative tra Anp e Israele sono stati circa 1.600 documenti segreti, in parte resi disponibili dal sito Wikileaks, pubblicati ieri dal quotidiano britannico Guardian e dalla televisione araba al Jazeera. Rivelazioni che potrebbero dare la spallata definitiva alla già scarsa credibilità di Abu Mazen tra la sua gente. O forse provocheranno poche vere reazioni – Hamas da Gaza ha già condannato il presidente palestinese e il suo entourage – perché i palestinesi sanno bene che i vertici dell’Anp da lungo tempo hanno rinunciato a buona parte delle rivendicazioni storiche del popolo palestinese.

Stando ai documenti, in seguito alla conferenza di Annapolis del 2008 (organizzata dall’ex presidente Usa George Bush), i negoziatori palestinesi concordarono di accettare con una sola eccezione  l’annessione da parte di Israele di tutti gli insediamenti costruiti in violazione delle leggi internazionali a Gerusalemme est. Ma la proposta senza precedenti fu respinta da Israele che, evidentemente voleva e vuole molto di più, in particolare ora che al potere c’è il governo di destra di Benyamin Netanyahu. I documenti dell’Anp mostrano che oltre ad accettare l’annessione di tutte le colonie israeliane a Gerusalemme Est, tranne Har Homa, ma incluso Gilo, suggerirono di scambiare parte del quartiere della parte araba Sheikh Jarrah con altri territori. E’ un punto centrale questo perché spiega il silenzio mantenuto sino ad oggi da Abu Mazen e dai suoi collaboratori sulla lenta ma inarrestabile penetrazione dei coloni israeliani a Sheikh Jarrah dove diverse famiglie palestinesi sono state cacciate via dalle loro case e dove da un anno e mezzo attivisti israeliani e palestinesi manifestano regolarmente contro la politica del comune (israeliano) e del governo israeliano a Gerusalemme.

In un incontro trilaterale del 15 giugno 2008 l’ex premier dell’Anp Ahmed Qurei propose – alla presenza di Condoleezza Rice, l’allora segretario di Stato Usa, e Tzipi Livni, ministro degli esteri israeliano dell’epoca – l’annessione da parte di Israele di tutti gli insediamenti, sottolineando che si trattava della prima volta nella storia che l’Anp arriva a tanto. Il caponegoziatore Saeb Erekat elencò gli insediamenti israeliani illegali che sarebbero stati concessi: French Hill, Ramat Alon, Ramat Shlomo, Gilo, Talpiot e il quartiere ebraico nella Gerusalemme Vecchia. Ulteriori incontri del 2008 e 2009 mostrano che l’Anp fece concessioni senza chiedere nulla in cambio e propose anche di affidare a un comitato israelo-palestinese il controllo della Spianata delle Moschee (Haram Al-Sharif, terzo luogo santo dell’Islam), un nodo che fece naufragare nel 2000 i colloqui di Camp David. In quell’occasione il presidente palestinese Yasser Arafat (scomparso nel 2004) si rifiutò di concedere la sovranità israeliana sulla Spianata delle Moschee e respinse l’idea di una rinuncia al diritto al ritorno per i profughi. Saeb Erekat descrisse le proposte come iniziative che «davano a Israele la più grande Yerushalayim (il nome ebraico per Gerusalemme) della storia» allo scopo di arrivare alla pace. Ma incredibilmente i leader israeliani, appoggiati dal governo degli Stati Uniti, le respinsero come inadeguate. «Le proposte perchè non soddisfano le nostre richieste», disse Tzipi Livni, che poi aggiunse: «per voi non è stato facile pensarci, perciò ne siamo veramente grati».

Nel presentare il dossier al Jazeera e il Guardian definiscono «enorme» la portata delle concessioni fatte dall’Anp, anche sul diritto al ritorno dei profughi – appena 10 mila sugli oltre 4 milioni sparsi per il mondo arabo sarebbero potuti rientrare nella loro terra d’origine – o su come i leader israeliani privatamente chiesero che un numero imprecisato di arabi israeliani (palestinesi con cittadinanza israeliana) fossero deportati nel futuro Stato palestinese. E non è finita qui perché i due mezzi d’informazione hanno promesso la pubblicazione anche di documenti che descrivono uno strettissimo livello di cooperazione tra i servizi di sicurezza di Israele e dell’Anp e un piano segreto dell’intelligence britannica per «sradicare» Hamas dai Territori occupati. Nena News