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29/09/2011

Israele-Palestina, l'Olp si oppone alla road map

L'Organizzazione palestinese respinge la proposta del Quartetto: tutto fermo finché Israele costruirà in Cisgiordania. L'Europa, intanto, dichiara l'appoggio alla mozione di Abu Mazen.

L’Olp (Organizzazione per La liberazione della Palestina) ha respinto la proposta di road map stilata dal Quartetto per la pace composto da Usa, Ue, Russia e Onu. Prima di accogliere le condizioni poste dai negoziatori, ha detto l’organizzazione palestinese, Israele deve interrompere la costruzione di qualsiasi insediamento in Cisgiordania, come già il presidente dell’Autorità nazionale palestinese  Abu Mazen aveva chiesto venerdì scorso durante l’Assemblea plenaria dell’Onu a New York.

“La leadership palestinese ha affermato chiaramente che non può accettare di intrattenere negoziati che violano i limiti minimi di responsabilità e di serietà mentre continuano gli insediamenti e il furto di terre”, ha rilanciato il dirigente dell'Olp Yasser Abed Rabbo. Il documento che mira alla pace nel 2012, infatti, è poco chiaro sul tema degli insediamenti dei coloni israeliani.

La direzione dell'Autorità nazionale palestinese ha notificato al 'Quartetto' il proprio malessere nei confronti di Tony Blair - inviato del comitato composto da Usa, Ue, Onu, Russia in Medio Oriente - e ha espresso il desiderio che l'ex premier britannico sia rimosso da tale incarico.
Secondo quanto ha rivelato un funzionario palestinese di alto livello al giornale 'al-Quds al-Arabi', "la direzione palestinese ha espresso al 'Quartetto' la sua forte disapprovazione nei confronti di Blair. Ha inoltre rivelato che c'è stato un dibattito molto acceso con i membri di questo comitato circa la possibilità di fare a meno di Blair perché non ha stilato rapporti veritieri sulla posizione palestinese e gli sviluppi del processo di pace in Medio Oriente nell'ultimo periodo."

Il Parlamento europeo, intanto, ha dichiarato “legittima” la richiesta di riconoscimento mossa da Abu Mazen al Palazzo di Vetro. Sei membri del Consiglio di sicurezza hanno già approvato la mozione palestinese: si tratta di Cina, Russia, Brasile, Libano e Sudafrica. Indecisi invece Gran Bretagna, Francia, Germania, Nigeria, Gabon, Bosnia e Portogallo.