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22 luglio 2011

L'Amministrazione Civile dell'Esercito Israeliano spinge per l'acquisizione di terre in Cisgiordania
di Akiva Eldar
Traduzione per Megachip a cura di Elena Bellini.

Un documento militare interno rivela che l'Amministrazione civile dell'Esercito israeliano si sta muovendo per aumentare la proprietà di terre in Cisgiordania. Il piano consente un aumento delle costruzioni non solo intorno ai blocchi di insediamenti come Ariel, Ma'aleh Adumim e Gush Etzion, ma anche in aree strategiche come la valle del Giordano e il Mar Morto.

Fino ad ora non si sapeva che l'amministrazione, che è un'agenzia militare, fosse stata incaricata di distinguere tra quegli insediamenti che Israele sta chiedendo di annettere come parte di un accordo sullo status definitivo e il resto degli insediamenti.

Il documento è stato redatto, in gennaio, dal Tenente Colonnello Zvi Cohen, capo del Dipartimento Infrastrutture dell'Amministrazione civile. Nello stesso giorno, Cohen ha sottoscritto una procedura che prevede che il custode dei beni governativi ha diritto a prendere possesso delle terre la cui proprietà non sia definita.

Il primo documento, che stabilisce le priorità dell'amministrazione nell'avanzamento dell'acquisizione di territori in West Bank, sostiene che la costruzione avrà luogo su terreni demaniali. Cohen scrive questo in considerazione del fatto che la costruzione di insediamenti su terreni privati palestinesi, come avviene per la maggior parte degli avamposti illegali, è una violazione del diritto internazionale e delle decisioni governative.

Il documento è stato trasmesso ai Rabbini per i Diritti Umani secondo la Legge sulla Libertà di Informazione.

L'inclusione della Valle del Giordano, del nord del Mar Morto e dell'area circostante Ariel nei “blocchi di insediamenti” per la cui acquisizione l'amministrazione si sta muovendo, impedirebbe la costituzione di uno Stato Palestinese con contiguità territoriale.

Inoltre, la porzione di territorio in questione contrasta con la possibilità di uno scambio di territori nell'ottica di un accordo di pace secondo la formula proposta dal Presidente USA Barak Obama lo scorso 19 maggio. Secondo i rilievi effettuati durante i precedenti colloqui tra israeliani e palestinesi, non ci sarebbe, sulla Linea Verde, a ovest, abbastanza terreno libero per compensare i Palestinesi a fronte di un'annessione così estesa.

Secondo quanto riportato recentemente, il Primo Ministro Benjamin Netanyahu vuole che Obama ratifichi la lettera del suo predecessore George Bush, risalente ad aprile del 2004, dichiarando che gli USA sono favorevoli ai nuovi confini, che tengono conto della “nuova realtà sul campo”, compresa l'esistenza di “centri con maggior abitanti israeliani”.

Tuttavia, la lettera dice che i cambiamenti al confine devono avere il consenso di entrambe le parti. Il “position paper” presentato un anno fa dal presidente palestinese Mahmoud Abbas all’inviato americano George Mitchell esclude la possibilità di un insediamento che comprenda il controllo israeliano della valle del Giordano, nel nord del Mar Morto e Ariel.

Cohen specifica le procedure di lavoro della squadra dell'amministrazione, denominata "Blue Line", per la delimitazione delle terre statali in Cisgiordania. Scrive che il compito principale della squadra è quello di esaminare le dichiarazioni di proprietà dello Stato sui terreni, prevalentemente negli anni '80 e '90. Ma il team, che è al lavoro dal 1999, sta esaminando anche la possibilità di dichiarare le terre di proprietà non definita come terre statali.

Secondo il documento, la squadra dà priorità ai territori la cui proprietà è oggetto di controversia in tribunale o di controversia tra coloni e palestinesi o tra i palestinesi e lo Stato. La squadra dà anche priorità a uffici pubblici, scuole, parchi in avanzato stato di costruzione e "altre questioni classificate come urgenti da parte degli organismi autorizzati."

Secondo il documento, l'obiettivo della squadra è quello di assicurarsi che le procedure di pianificazione e le assegnazioni di terre avvengano solo su terreni che siano di proprietà del Governo e non di proprietà palestinese, in linea con il diritto internazionale.

Il documento dice anche che dev'essere rispettata la decisione del governo del 1979, secondo cui l'estensione degli insediamenti in Cisgiordania e la costruzione di nuovi insediamenti può essere effettuata solo su terreni demaniali.

Nonostante il documento, decine di insediamenti e avamposti sono stati costruiti, con l'assistenza delle autorità, che ne erano a conoscenza, su terre private di proprietà palestinese. Tra questi, Ofra, Beit El e Eli e gli avamposti di Amona, Givat Asaf e Migron, per citarne solo alcuni.

Secondo il documento, il team Blue Line non è tenuto a esaminare e accertare la proprietà dei terreni, quando tale proprietà sia già stata determinata de facto grazie a insediamenti illegali.

Dror Etkes, un attivista di sinistra che sta monitorando la costruzione degli insediamenti, ha scoperto che la squadra dell'amministrazione ha incluso almeno 26 avamposti nei territori definiti terre statali. Questo significa che lo Stato ha avviato un processo per legittimare questi avamposti.

Le informazioni ufficiali date a Etkes dall'amministrazione, in base alla Legge sulla Libertà di Informazione, rivelano che quasi la metà del lavoro del team Blue Line è stata effettuata in aree che Israele definisce come "blocchi di insediamenti". Complessivamente la squadra ha esaminato, in 12 anni di attività, 19.500 ettari (pari a 195.000 donum, nell’originale: di seguito i dati sono esposti in ettari, NdT), 9.200 dei quali a ovest della linea di separazione approvata, e 10.300 ettari a est di essa.

Quasi 1.300 ettari di terre esaminati si trovano nelle aree del Mar Morto e della Valle del Giordano.

Nella stragrande maggioranza dei casi il team ha raccomandato di classificare i terreni esaminati come terre statali, ma in alcuni casi la squadra ha recepito i ricorsi dei palestinesi, dopo che i ricorrenti hanno prodotto documenti comprovanti la titolarità della terra.

Il secondo documento firmato da Cohen riguarda un’altra squadra che ha il compito di esaminare le terre la cui proprietà non è determinata.

Una lettera, trasmetta anche a "Rabbini per i Diritti Umani", dice che queste sono "terre di cui il custode (di proprietà governativa) è autorizzato a prendere possesso, essendo proprietà del Governo che non è stata ancora dichiarata (terre statali) oppure la cui procedura è ancora in corso e non sono state registrate al catasto".

"Rabbini per i Diritti Umani" ha commentato che "una politica terriera, politicamente motivata, non deve realizzarsi a spese dei diritti di una popolazione soggetta a occupazione, esclusa dai processi decisionali che plasmano il suo destino. Le procedure rafforzano la capacità di usare il meccanismo, ideato da Israele, di sottrarre alle comunità palestinesi e agli individui i diritti e le terre.".

Etkes ha detto che il documento fornisce un raro sguardo sul delicato collegamento tra i politici e coloro i quali eseguono scrupolosamente i loro ordini. Nel 99,9 % dei casi, la procedura per dichiarare una terra statale e attribuirla mira a beneficiare solo ed esclusivamente i coloni.

"Questo è il principale modo in cui Israele impone la sua politica terriera discriminatoria, diretta a espellere i palestinesi dalla maggior parte della Cisgiordania e a prendere possesso di questi territori", ha detto Etkes.

"Rabbini per i Diritti Umani" ha risposto che "le politiche terriere che hanno una dimensione politica non dovrebbero essere realizzate a spese dei diritti di una popolazione sotto occupazione ed esclusa dai processi decisionali che plasmano il suo destino. Le procedure rafforzano la capacità di usare il sistema - ideato da Israele - di dichiarare “statale” una terra, per privare le comunità palestinesi e gli individui dei loro diritti e delle loro terre.".