http://www.ilcambiamento.it Iodio radioattivo nei cieli d'Europa: arriva dall'Ungheria È probabilmente un impianto di produzione di isotopi in Ungheria la sorgente della fuga di iodio-131 registrata in Europa È probabilmente un impianto di produzione di isotopi situato in Ungheria la sorgente della fuga di iodio-131 che ha alzato il livello di radioattività nei cieli di mezza Europa. Lo ha riferito l'Agenzia internazionale per l'energia atomica (Aiea) che avrebbe individuato la fonte nell'Istituto di Isotopi di Budapest, che produce radioisotopi per l'assistenza sanitaria, la ricerca e l'utilizzo industriale. L'Aiea ha sottolineato che il livello di iodio-131 rilevato in Europa non genera preoccupazioni per la salute della popolazione. Qualche giorno fa livelli molto bassi di iodio 131 sono stati individuati nella Repubblica Ceca e in altre zone dell'Europa. L' Agenzia internazionale per l'energia atomica, che ha dato la notizia, ha subito escluso un legame con l'incidente avvenuto nel marzo scorso nella centrale nucleare giapponese di Fukushima. Lo iodio 131, che può provocare tumori se assunto in dosi elevate, può contaminare prodotti alimentari come il latte e le verdure. Diverse ipotesi erano state formulate sull'origine di questa contaminazione da iodio 131, tra le quali anche un'emissione accidentale proveniente da un reattore nucleare, di una centrale elettrica o di un istituto di ricerca. Il mistero alla fine è stato risolto quando l'Aiea ha scoperto la fonte della radioattività: un impianto ungherese per la produzione di isotopi medici. L'Istituto ungherese di ricerca sugli isotopi ha ammesso di aver registrato nel laboratorio di Budapest un aumento delle emissioni di iodio 131. Tuttavia secondo il direttore dell'istituto ungherese “queste emissioni non spiegano, almeno nella loro totalità, la contaminazione osservata fino in Francia”. Secondo l'Agenzia internazionale per l'energia atomica, al contrario, il laboratorio di Budapest sarebbe la vera ed unica origine della contaminazione. Il rilascio sarebbe avvenuto dall’8 settembre fino al 16 novembre, per cause “ancora da investigare”. Per due mesi dunque il problema non è stato reso noto. Eppure che qualcosa non funzionava all'interno del laboratorio di Budapest era evidente. Già nel primo semestre del 2011, infatti, era stato rilevato un aumento delle emissioni di iodio 131, anche se gli ungheresi sostengono che i livelli sono inferiori a quelli delle soglie di tolleranza sanitaria. Da giugno ad agosto la produzione di isotopi era stata interrotta per migliorare il sistema di "filtraggio". La produzione è ripresa poi a settembre. Gli ungheresi hanno riferito che interromperanno nuovamente l'attività del laboratorio.
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