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Scritto il 14/3/11

Nucleare: l’inutile follia dell’uomo che si crede Dio
di Paolo Ermani

Presidenti, capi di governo, ministri, parlamentari, capi delle multinazionali dell’energia, tecnici specializzati, ingegneri, scienziati, direttori di centrali: loro e le loro sicurezze, i loro calcoli, i loro studi, la loro tecnologia, la modernità, le magnifiche sorti e progressive. Eccolo il loro progresso, la loro modernità, i loro calcoli, la loro infallibilità: un mostro fuori controllo che tiene in sospeso ancora una volta il mondo intero. Ma non doveva essere un caso su milioni che si verificassero eventi del genere? Più che un caso su milioni, ormai siamo a casi ciclici e sempre più frequenti. Lo diciamo da sempre, il nucleare a livello mondiale produce così poca energia in percentuale che basterebbero pochi interventi di risparmio energetico per decretarne la fine immediata.

Perchè correre questi immensi rischi per qualcosa di facilmente sostituibile? Ma qui non si tratta più di energia, si tratta della continua sfida alla morte, della continua sfida alla natura, scelte e azioni che hanno conseguenze e pericolosità inimmaginabili, lasciate in mano a scellerati apprendisti stregoni che giocano con migliaia di vite come se niente fosse. E se i pericoli che viviamo in questi giorni non bastassero, con le scorie radioattive lasceremo anche un eredità di morte per migliaia di anni. Lasceremo la nostra bella firma avvelenata per centinaia di prossime generazioni che ci ringrazieranno di sicuro quando inciamperanno nei nostri rifiuti nucleari.

E tutto questo perchè? Non solo perchè dietro ci sono colossali interessi economici e il nucleare militare ma anche per dimostrare che noi siamo onnipotenti, che la immense forze della natura, noi piccoli umani, le possiamo dominare. Abbiamo visto come le possiamo dominare le forze della natura, mentre la nostra civiltà superiore veniva spazzata via in un attimo da uno starnuto del mare. Riteniamo di potere tutto perchè noi ci crediamo Dio. Non so se un dio esiste ma di sicuro non è fra gli umani, tantomeno nella loro ridicola e delirante pretesa di soggiogare la natura.

Adesso, statene sicuri, gli esperti ci diranno che è tutto sotto controllo; anche a Chernobyl fu così e più era tutto “sotto controllo” e più la situazione si aggravava. Scaleranno montagne di specchi per dire che in fondo non è successo nulla, oppure che non era prevedibile una cosa del genere o ancora che – nonostante tutto – i danni e i pericoli sono lievi. I più esperti di tutti diranno anche: avete visto, nonostante il disastro le centrali hanno tenuto, vittoria! Sempre che, mentre dicono queste parole, non gli esploda una centrale in diretta.

Non c’è pericolo, certo. Un banale incidente di percorso come Three Mile Island, Chernobyl, Tokaimura e centinaia di altri incidenti taciuti. A Chernobyl era colpa di un reattore obsoleto, certo, in Giappone – patria della sicurezza, dell’infallibilità, della precisione maniacale – di chi sarà la colpa? Degli Ufo, degli astri, di Nonna Papera, o forse dei soliti terroristi cattivi che, approfittando dello Tsunami, hanno lanciato una bomba dentro la centrale!

Quante persone può uccidere un pannello solare, un generatore eolico, un microcogeneratore, una coibentazione della casa, un intervento di efficienza energetica? Per quante migliaia di anni possono lasciare il loro strascico di morte queste forme di energia rinnovabile o di risparmio energetico? Non c’è più molto da dibattere o analizzare: le centrali nucleari sono follia criminale contro l’umanità intera.

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