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19 Aprile 2011

I loro giochini non fermeranno il referendum
di Antonio Di Pietro

Il Governo tenta ancora, con un colpo di mano, di truffare gli italiani. Ha appena presentato un emendamento che, vogliono far credere, servirebbe a bloccare la costruzione delle centrali nucleari. Se così fosse, noi ne saremmo ben felici. Noi vogliamo che il Governo e il Parlamento, in un atto di resipiscenza operosa, abroghino la legge del 23 luglio 2009, la numero 99, che abroghino qualsiasi programma di costruzione di centrali nucleari.

Il giorno in cui questo accadrà, noi saremo ben contenti di aver raggiunto il risultato che ci prefiggevamo: fermare il nucleare in Italia. Perché è questo risultato che vogliamo ottenere o attraverso un’abrogazione parlamentare della legge o attraverso l’abrogazione referendaria.
Ma il Governo e il Parlamento non devono giocare a rimpiattino. L’emendamento approvato oggi, dal titolo “abrogazione di disposizioni relative alla realizzazione di nuovi impianti nucleari”, non dice che viene annullata l’impostazione nucleare dell’acquisizione di energia. Dice semplicemente che viene posticipata l'individuazione del programma di localizzazione, realizzazione ed esercizio nel territorio nazionale di impianti di produzione di energia nucleare.

Cioè parte dal presupposto che la produzione di energia nucleare resta, però bisogna individuare e definire la localizzazione e il suo corretto esercizio a seguito di ulteriori verifiche. Non giochiamo a fare i furbi. State vedendo che la partita è persa e volete fermarla. Siamo disponibili. Accettiamo di buon grado questo fischio finale anticipato ma a una sola condizione: che vi arrendiate, che diciate: “E’ vero. Abbiamo fatto un errore nel prevedere il ricorso all’energia nucleare come piano di acquisizione delle forze energetiche. Non potete fermare il referendum con questo giochino del rinvio finalizzato a un solo obiettivo.

La paura fa novanta. Avete paura che il referendum trascini con sé anche un altro referendum, prettamente politico e che investe totalmente la politica giudiziaria del governo Berlusconi: quello sul legittimo impedimento. Volete fermare il treno referendario sul nucleare non perché vi siete pentiti di aver voluto il nucleare, dato che non lo abbandonate, ma perché non volete che attraverso il nucleare il cittadino elettore sconfessi la politica giudiziaria del governo Berlusconi, e quindi la sua stessa esistenza dato che il governo fa della politica giudiziaria la sua sola ragion d’essere, come ha ripetuto anche ieri il presidente del consiglio.

In conclusione, la risposta dell’Italia dei Valori sarà un immediato subemendamento all’emendamento del governo in cui, in modo secco, si chiede l’abrogazione tout court della legge e la presa d’atto che questa abrogazione, dopo ciò che è accaduto in Giappone, è conseguente all’azione politica e referendaria dell’Italia dei Valori.

Interverremo inoltre immediatamente presso gli organi istituzionali preposti, in particolare l’ufficio per i referendum della Corte di Cassazione, affinché certifichi che, così come proposta, questa modifica è una truffa e che è necessaria l’abrogazione totale della legge. Altrimenti persiste il quesito referendario.

Invitiamo i cittadini elettori ad andare comunque a votare ai referendum perché l’intera politica del governo Berlusconi - dalla privatizzazione dell’acqua alla politica giudiziaria sino a questa furbizia scellerata di giocare sulla legge per truccare la partita - possa essere terminata con lo scioglimento anticipato delle Camere, che sarà l’unica soluzione dopo che il referendum avrà certificato che il popolo non sostiene più la politica del governo Berlusconi.

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