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Comunicato stampa Freedom Flotilla II Restiamo Umani Gaza, stiamo arrivando Atene, sabato 25 giugno, l’imbarcazione francese Dignitè/Karama, ha lasciato il porto di Ile Rousse in Corsica, Francia, per incontrarsi con almeno altri nove vascelli salpati per Gaza, per rompere l’assedio illegale di Israele. Gli sforzi più importanti di Israele per impedire la partenza delle nostre navi, incluse le pressioni sui governi, le minacce alle compagnie di assicurazione e comunicazione, le intimidazioni dei difensori dei diritti umani, frivole liti ed altre tattiche sottobanco, sono fallite. La Freedom Flotilla e’ pronta per salpare. Nei prossimi giorni il resto dei vascelli della flotilla, due cargo e sette navi passeggeri, salperanno da vari porti per un appuntamento in acque internazionali, da cui le navi navigheranno tutte insieme verso Gaza. Porteremo circa tremila tonnellate di aiuti e centinaia di civili provenienti da dozzine di paesi, inclusi membri dei parlamenti, politici, scrittori, artisti, giornalisti e campioni dello sport, così come rappresentanti di popolazioni indigene e vari altri gruppi di fede. Sfortunatamente alcune navi sono in ritardo a causa di beghe causate dal Centro Legale di Israele, tentati sabotaggi di alcune navi, così come ostacoli amministrativi creati dal governo greco sottoposto alle pressioni israeliane. Chiediamo al governo greco di non diventare complice nell’azione illegale di Israele, soccombendo alle sue pressioni e di unirsi alla Francia, che non si e’ opposta alla flotilla. Non ci sono discussioni sul fatto che l’ermetica chiusura che Israele applica alla striscia di Gaza sia illegale; ciò è stato affermato più volte da numerose istituzioni internazionali, incluse le Nazioni Unite e il Comitato Internazionale della Croce Rossa. E, promossa dallo sforzo e dal consenso internazionale della flotilla, la richiesta inequivocabile posta ad Israele è quella di togliere l’assedio. Non ci sono discussioni sugli effetti devastanti che la politica di chiusura di Israele abbia causato alla popolazione occupata e assediata della striscia di Gaza. Anche questo è stato molto ben documentato. L’ultima questione ancora irrisolta è per quale ragione la comunità internazionale degli stati acconsente a Israele di continuare a violare le leggi internazionali e i diritti dei palestinesi, impunemente? I recenti passi fatti da Israele in risposta ai contenuti sollevati di fronte all’opinione pubblica internazionale dall’iniziativa della Freedom Flotilla II Restiamo Umani, inclusi gli annunci della scorsa settimana di autorizzare l’entrata a Gaza di materiale da costruzione per 1.200 abitazioni e 18 scuole, sono prova evidente che la politica della flotilla funziona. Tuttavia ciò non è sufficiente, in quanto il nostro sforzo non si riduce semplicemente ad ottenere un generico aumento degli aiuti umanitari, ma piuttosto ad ottenere la liberazione del popolo palestinese nella striscia di Gaza e negli altri territori occupati. Gli appelli di alcuni leader internazionali, rivolti agli organizzatori della flotilla di stabilire canali per distribuire aiuti umanitari nella striscia di Gaza, dimostrano una fondamentale indifferenza per i diritti umani della popolazione palestinese. I palestinesi non vogliono l’elemosina dalla comunità internazionale, ma domandano liberazione. Una domanda che ognuno di noi deve sostenere. E così dopotutto, a dispetto delle intimidazioni, pressioni e minacce di violenza provenienti dal governo israeliano, che non si vergogna di minacciare di usare cecchini e altri mezzi per attaccare civili disarmati, salperemo. Siamo parte di un movimento in crescita, guidato dalla società civile palestinese impegnata nella lotta per la propria liberazione, che la tattica della forza messa in campo da Israele non può fermare. Chiediamo ai nostri governi, di fare tutto il possibile per proteggere i loro cittadini che prenderanno il mare, senza armi, protezione o minaccia armata, in difesa della libertà, dei diritti umani e della civiltà del diritto. Gaza stiamo arrivando. Freedom Flotilla II Press Statement Gaza, We Are Coming Despite pressure and threats of violence, flotilla will sail Athens On Saturday, 25 June, the French boat, Dignity / Karama, left the port of l’ile Rousse in Corsica, France, to meet up with at least nine other vessels sailing to Gaza to challenge Israel’s illegal blockade. Israel’s best efforts to stop our boats at port, including pressure on governments, threats against insurance and communications companies, intimidation of human rights defenders, frivolous lawsuits and other underhanded tactics, have thus far failed. The Freedom Flotilla has set sail. In the coming days the rest of the vessels in the flotilla, two cargo ships and seven other passenger boats, will leave from various ports to a meeting point in international waters from which the boats will sail all together towards Gaza. We will carry nearly three thousand tons of aid and hundreds of civilians from dozens of countries, including members of parliament, politicians, writers, artists, journalists and sports figures, as well as representatives of indigenous peoples and various faith groups. Unfortunately some of our vessels are facing delays admittedly initiated by bogus complaints from the Israel Law Center, attempted sabotage of some boats, as well as administrative obstacles created by the Greek government in response to Israeli pressure. We call upon the Greek government not to become complicit in Israel’s illegal actions by succumbing to this pressure, and to join France in standing unopposed to the flotilla. There is no question that Israel’s near hermetic closure of the Gaza Strip is illegal; this has been affirmed again and again by numerous international human rights bodies including the United Nations and the International Committee of the Red Cross. And, when prompted by the flotilla effort, international consensus has been unequivocal in the demand for the Israeli siege to end. There is no question that Israel’s closure policy has had a devastating effect on the occupied people of Gaza. This has also been well documented. The only question is why does the international community of states allow Israel to keep violating the law and rights of the Palestinian people with impunity? Recent steps taken by Israel to address the concerns raised in the public eye by the Freedom Flotilla II Stay Human initiative, including last week’s announcement of authorization for construction materials for 1,200 homes and 18 schools in Gaza, prove that flotillas work. However, this is not enough, as our effort is not simply about increasing humanitarian aid to Gaza. It is about freedom for Palestinians in Gaza and the rest of the occupied Palestinian territories. Calls by some world leaders for flotilla organizers to use “established channels” to deliver humanitarian aid to Gaza show a fundamental disregard for Palestinian human rights. The Palestinian people do not want handouts from the international community; rather they demand liberation a call we must all support. Therefore, despite intimidation, pressure, and threats of violence from the Israeli government, which is not ashamed to boast that it will use snipers and attack dogs against unarmed civilians, we will sail. We are part of a growing movement, led by Palestinian civil society campaigning for their freedom, that Israel’s strong-arm tactics cannot stop. We call on our governments to do their utmost to protect their citizens as we take to the sea, without weapons, protection or threat of force, in defense of freedom, human rights, and the rule of law. Gaza, we are coming.
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