Venerdì 11 novembre 2011

Dunque, le cose stanno così:
by Dario

alla manifestazione di ieri hanno partecipato circa una quarantina di persone tra cui, come al solito, non più di una ventina di palestinesi del villaggio. Non c'erano le soltite persone, mancava persino il nostro amico fotografo. Le immagini che sono girate non sono sue.

Il resto erano attivisti internazionali anche dell'ISM.

Nonostante non ci fosse nemmeno la Border Police (val la pena di ricordarlo, l'unico organismo che può arrestare gli internazionali) a detta del "vecchio" gli attivisti hanno fatto poco o nulla, erano ben poco "attivi" eccetto i due del movimento di solidarietà. Ma questi sono solo giudizi, forse anche dettati dallo sconforto...

La manifestazione si è svolta più o meno come le altre: nessuno scontro direttamente violento, nessuna pietra, soltanto i ragazzini che disturbavano i soldati con la bandiera coprendogli la vista, e cose del genere.

A quanto pare il comandante (quello che già conosciamo e riconosciamo per la sua somiglianza imbarazzante) stavolta era più irascibile del solito ed ha chiesto più volte che non venissero disturbati i militari. Mi viene quasi da ridere, amaramente, a pensare che è l'unica cosa che in fondo ti puoi permettere di fare durante una manifestazione non violenta...

Il vice sindaco era lì nel mezzo, come al solito tutt'altro che invadente. Si è messo da parte, la manifestazione si era praticamente già conclusa ed anche gli ultimi attivisti se ne stavano andando.

Mentre camminavano allontanandosi dal cordone, in direzione del villaggio, alcuni soldati hanno afferato il "sindaco" ed hanno iniziato a trascinarlo via. Val la pena ricordare che i palestinesi non sono considerati dei "cittadini" pertanto, a differenza degli internazionali, possono essere arrestati dai soldati dell'esercito israeliano ed in particolar modo all'interno dei territori in "Area C", quella interamente sottoposta al potere amministrativo e militare israeliano. Chi si è messo nel mezzo per difendere il ragazzo è stato colpito e ferito. Il "vecchio" è stato picchiato, è caduto a terra, gli hanno strappato i vestiti ed è stato lasciato lì. Ha provato a reagire per difendere il giovane, a quanto pare anche con forza: "I did crazy things", ma non è servito a niente.

Mahmoud Aladeen è stato colpito più volte e probabilmente hanno continuato a picchiarlo durante il tragitto, ma una volta in prigione, in teoria, non dovrebbe più subite torture. Adesso si trova in un carcere nell'insediamento di Gush Etzion, si tratta di un carcere molto duro, dove anche il vecchio ha trascorso due settimane quando è stato arrestato.

Il suo caso è seguito da un legale israeliano, "amico di amici", diciamo.

Tra tre o quattro giorni sarà portato di fronte al tribunale di Ofer, a Ramallah, ed a quel punto si saprà che cosa ne sarà di lui. Scusate l'espressione, ma sapete anche voi che ci si può aspettare di tutto dai soldati, dai tribunali e dalle carceri israeliane.

In situazioni normali potrebbe essere richiesta una cauzione per il suo rilascio, magari previa firma di documenti che impediscono, per esempio, di prendere parte ad ulteriori manifestazioni; in casi peggiori potrebbe essere richiesta una pena più lunga da scontare in carcere.

A quanto pare l'accusa per lui è di aver colpito un soldato durante la manifestazione, ma sono già stati forniti al legale i filmati ripresi dagli attivisti che hanno registrato, come sempre, tutta la vicenda. Immagino che il momento dell'arresto vero e proprio non sia stato filmato, dato che la manifestazione si era già conclusa, ma forse proprio questa è stata la strategia israeliana. Cercherò comunque di capire se questi filmati saranno resi pubblici o no, in quanto si tratta di prove giudiziarie.

Spazio a qualche considerazione, dopo la chiacchierata con il vecchio:

Mahmoud il giovane è stato scelto. Data la circostanza e il modo in cui è avvenuto l'arresto sarebbe stato veramente facile "sbarazzarsi" anche del Vecchio arrestandolo con un'accusa simile. Dopotutto lui è la vera mente del movimento di Al Ma'sara, il leader carismatico e il punto di riferimento per ogni azione di resistenza. Poi tutti sappiamo che è quello che, in manifestazione, si spinge più oltre rispetto agli altri con i suoi discorsi espliciti rivolti ai partecipanti ed ai militari, alzando la voce, urlando direttamente contro i soldati e senza evitare il contatto fisico diretto, pur senza forme di violenza esplicita.

Quindi, perché non arrestare anche lui, una volta che è ferito a terra?

In realtà lui è ben consapevole che, proprio per questo suo ruolo, è diventato quasi intoccabile per i militari, perché un nuovo arresto lo farebbe diventare un "eroe", un simbolo della resistenza, della rivolta e della sua repressione, ancor più perché veramente nonviolenta. Quando fu arrestato insieme a Gramsci ed a Mustafa, infatti, la manifestazione crebbe in consistenza e partecipazione, anche da parte delle donne del villaggio, in solidarietà con le persone incarcerate.

Un suo arresto sarebbe chiaramente controproduttivo per la strategia israeliana di sedare le manifestazioni. Sarebbe un duro colpo all'azione di "normalizzazione" (se posso usare la parola) nonostante priverebbe il movimento della sua testa.

D'altra parte il Giovane sta entrandon a pieno titolo nel circolo ristretto degli organizzatori veramente attivi; a modo suo si fa vedere e sentire e, come ci aveva spiegato il Vecchio, sta anche creando una sua propria sfera di influenza. Sta diventando lentamente un leader, ma ancora non lo è, quindi il suo arresto diventa funzionale a privare il Vecchio delle sue "spalle", della cerchia di sostenitori più vicini a lui, senza creare grosso scompiglio nel villaggio.

Ma che dire della sua famiglia? Suo fratello è uscito dal carcere soltanto una settimana fa, giusto in tempo per passargli il testimone...

E poi, ricordiamoci, lui non era ancora stato arrestato: questa è la prima volta.

Quando fu trattenuto per una notte si trattava di un "semplice" fermo in un checkpoint col trasferimento in una stazione di polizia, non in un carcere (se non sbaglio), con qualche intimidazione e minaccia, che però gli sono costati la rinuncia agli studi.

Questa volta verrà messo veramente alla prova: sicuramente gli sottoporranno dei documenti di ammissione di colpa, delle dichiarazioni, delle trovate legali per tenerlo buono. Speriamo che tutto ciò non gli costi la rinuncia all'attivismo.

Stavolta scopriremo, sotto un altro punto di vista, chi è quel ragazzo che ci accompagnava alla raccolta delle olive passando la giornata sotto l'albero a preparare il tè, oppure il fumatore di narghilè che segue l'idealismo estremista di un professore di Hebron.

A questo devo aggiungere che anche Mustafa, il figlio secondogenito di Umm Iyad, è stato arrestato. Chi ha ascoltato o letto la sua storia se lo aspettava, ma tutti speravamo che fosse solo una minaccia. La sua situazione, da quello che ho capito, è molto più intricata di quella del Giovane. Domani o nei prossimi giorni, se avrò modo, cercherò di farmela spiegare da Umm Iyad stessa e ve la riporterò.

Il Vecchio mi ha raccontato che oggi, mentre camminavano verso l'ingresso del villaggio, il Giovane gli ha detto per gioco "today they're going to arrest us". Si è sbagliato di poco.

Nessun rimpianto per non esserci stati anche oggi, daccordo?

Yallah zeituna!!

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