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Il comitato popolare per la resistenza nonviolenta di Bili’in. Bil’in: La Vittoria E’ Cominciata Con La Prima Manifestazione, Oggi E’ Un Nuovo Inizio Sulla Terra Nostra, Non Piu’ Ferita Dal Muro, Ripianteremo Gli Alberi E La Vita. Traduzione di Ornella Fiore Associazione per la Pace
Per la prima volta in oltre sei anni, questo venerdì, la gente di Bil’in non ha protestato contro il Muro dell’Apartheid, né contro gli insediamenti illegali. Per la prima volta non siamo stati bersaglio di colpi di arma da fuoco e di lacrimogeni, non siamo stati feriti, arrestati o uccisi nel corso della marcia verso il cancello del Muro. Oggi, la gente di Bil’in, le mogli, le sorelle, le madri e le figlie di prigionieri passati e presenti, amici e famiglie dei nostri martiri, figli, padri, fratelli e di quelli già incarcerati, tutti gli abitanti di Bil’in e dei villaggi circostanti, attivisti internazionali ed israeliani, gente da tutta la Palestina, che sono stati al nostro fianco anno dopo anno, hanno attraversato il luogo in cui spararono a Bassem Abu Rahme, uccidendolo, il 17 aprile 2009 e hanno rivendicato la porzione di oliveti che l’occupazione israeliana ha tentato di annettersi illegalmente. Oggi abbiamo pregato sulla strada per il Muro, dal quale ci hanno sparato almeno un giorno ogni settimana. Ci siamo seduti all’ombra di quegli alberi, nostri, che i sionisti non hanno tagliato o bruciato. Oggi abbiamo costruito il primo edificio su queste nostre terre. Oggi abbiamo danzato, cantato e calpestato i resti del Muro dell’Apartheid, ci siamo abbracciati, abbiamo parlato e pianto. Oggi, mentre celebravamo, abbiamo sentito la presenza dei tanti che non hanno potuto essere con noi. Abdallah Abu Rahme, che solo recentemente è stato rilasciato dopo sedici mesi di detenzione, non era qui a ballare con Adeeb e tutti gli altri, Hamde Abu Rahme, che ora si trova in Germania, i figli dei nostri villaggi ancora in carcere e tutti quegli attivisti che lottano con noi e quelli respinti alla frontiera a causa della loro solidarietà voi eravate tutti con noi. Soprattutto, la presenza che abbiamo sentito maggiormente è stata quella di Bassem e Jawaher Abu Rahme. Oggi nostra sorella, nostro fratello, tua madre hanno pianto e noi abbiamo pianto con lei. Sappiamo quanto costi la nostra battaglia. La vostra forza è con noi, Bassem e Jawaher, voi ci guidate e, come dice il vostro fratello Ahmad: “VOI SIETE QUI! Continueremo con voi”. Oggi, allorché accedevamo alla prima porzione delle nostre terre sequestrate, l’assurdità dell’occupazione sionista perpetrata attraverso così tante armi, denaro e violenza è diventata assolutamente evidente. Oggi abbiamo appena iniziato a riappropriarci delle terre della Palestina, oggi, ne siamo sicuri, ne stiamo anche liberando il resto. La nostra lotta continua, la nostra vittoria continua, oggi sentiamo la certezza:
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