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20 luglio 2010

Io Non Giurerò Fedeltà a Israele
By Akiva Eldar And Chaim Levinson

Perché il governo chiede che solo le persone che sollecitano la nazionalità israeliana dichiarino la loro lealtà allo stato ebraico e democratico? Anch’io voglio farlo!

E’ venuto il tempo per tutti noi, ebrei, musulmani, ultra ortodossi o laici, di promettere lealtà all’unico stato ebraico democratico del mondo. Ad una condizione: bisogna che la cerimonia abbia luogo all’interno della Tomba dei Patriarchi dopo una visita al centro di Hebron.

Ogni cittadino allora saprà quel che il paese fa in suo nome nella città dei Patriarchi. Ogni madre ebrea saprà "dove l’unica democrazia del Medio Oriente" manda i suoi figli. Chi amerà quel che vedrà, firmerà la dichiarazione. Chi non troverà a Hebron le prove che i valori e i principi della democrazia sono rispettati, rifiuterà.

Prima di cominciare la visita guidata del centro di Hebron, bisogna rinfrescarsi la memoria: l’accordo di Hebron, firmato nel 1997 tra il governo di Netanyahu e l’Autorità Palestinese, divide Hebron in due parti. Da un lato uno spazio arabo controllato dall’Autorità Palestinese (H1) e dall’altro uno spazio ebraico controllato dall’esercito israeliano (H2). Nella parte araba vivono 120 000 Palestinesi e nella parte ebraica, che comprende la città vecchia e il centro commerciale della città, ci sono 500 Ebrei e 30 000 Arabi. Per prevenire i conflitti, Israele ha imposto regole draconiane di separazione fisica tra le due popolazioni ed ha ridotto drasticamente la libertà di movimento dei Palestinesi nella maggior parte del territorio H2.

Una coppia di cani ansimanti ci accolgono all’entrata della via Shuhada che attraversa il vecchio quartiere di Hebron che porta alla Tomba dei Patriarchi. Le porte dei negozi sono chiuse ed il mercato è vuoto. Qualcuno ha ricoperto i graffiti razzisti con volti sorridenti su fondo rosa.

Uno studio della zona attorno alla colonia ebraica eseguito da B’Tselem e dall’Associazione per i Diritti Civili in Israele alla fine del 2006, ha rivelato che 1829 negozi palestinesi (oltre il 75% di tutto il commercio della zona analizzata) sono stati chiusi in questi ultimi anni e più di 1000 case (42%) sono state abbandonate.

Yéhuda Shaul, fondatore di "Rompere il silenzio" dice che più del 40% dei residenti Palestinesi ha lasciato la zona.

Dei soldati sfaccendati danno un’occhiata noncurante ai visitatori e vedendo che si tratta "dei loro" si allontanano (forse per andare al corso di danza). L’IDF (l’esercito israeliano) ha assicurato all’Alta Corte di Giustizia due anni fa, che non c’erano più restrizioni ai movimenti dei Palestinesi, ma i Palestinesi non osano avvicinarsi a questa zona. Sanno che ad ogni angolo di strada si chiederanno loro i documenti e saranno perquisiti. Eran Efarti che ha prestato servizio al posto militare di Abu Snuneh nel 2007 dice che, tra le altre istruzioni, ricevevano l’ordine di fare in modo che gli abitanti "si sentissero perseguitati". Tra i dati raccolti da "Rompere il silenzio" ci sono delle testimonianze di soldati che descrivono i mezzi immaginati per provocare questa sensazione. Per esempio fare un censimento della popolazione nel mezzo della notte (l’IDF chiama ciò "cartografare") o battere delle pentole.

Un giovane uomo magro galoppa in un campo su un cavallo bianco, le frange (dell’abito religioso che portano gli ebrei NdT)) escono da sotto la camicia. Ai piedi di Beit Hadassah, Shaul si mette la sua kippa nera (la kippa è obbligatoria per entrare in un luogo di culto ebraico NdT) e ci indica la scuola delle ragazze palestinesi. Dice cha ha un video nel suo ufficio che mostra come i bambini ebrei del quartiere abbiano l’abitudine di ammazzare la noia durante lo Shabbat gettando pietre alle ragazze della scuola.

In un viale che conduce al mercato e che è stato chiuso in seguito al massacro alla Tomba dei Patriarchi all’inizio del 1994* un gruppo di giovani ebrei spinge una carretta carica di materiale di costruzione. Dietro le porte barricate delle bottegucce, sotto il naso dei soldati, costruiscono una nuova piccola colonia.

All’entrata della Tomba dei Patriarchi siamo stati fermati da 6 Poliziotti di Frontiera. Il loro comandante, che ci ha rapidamente raggiunto, ci ha spiegato che non potevamo entrare con Yehuda Shaul perché quest’ultimo apparteneva ad un gruppo "a carattere politico". L’ufficiale ci ha confermato che 2 o 3 giorni prima, Noam Arnon, il portavoce della Comunità Ebraica di Hebron, che rappresentava per l’occasione il Ministro degli Esteri, aveva accompagnato un gruppo di visitatori alla Tomba dei Patriarchi. I coloni di Hebron, come tutti sanno, formano un gruppo che non ha alcun "carattere politico".

Le azioni dello stato nella città dove i Patriarchi della nazione furono sepolti, a Shekh Jarrah, nella valle del Giordano (dove Israele espelle i Palestinesi NdT) e nella Striscia di Gaza, non hanno niente a che vedere con l’ebraismo o la democrazia. Fin quando lo stato ebraico democratico mostrerà questo volto, io rifiuterò di impegnarmi ad essere leale verso di esso.

 

*Baruch Godstein ha ucciso decine di Palestinesi durante una preghiera del Ramadan.





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