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http://palestinemonitor.org 16 August 2010 Una Dichiarazione al Popolo Palestinese Nell'interesse di resistere a pressioni esterne mirate ad imporre negoziati diretti alle condizioni di Israele 16 agosto 2010 Al nostro Popolo Palestinese Abbiamo seguito con molta attenzione l'aumentare delle pressioni esterne, specialmente dagli Stati Uniti e da Isarele, sulla leadership dell'OLP per svoltare da negoziati indiretti (che non hanno portato ad alcun progresso) a negoziati diretti senza chiari e vincolanti termini di riferimento, per quanto riguarda una completa sospensione delle attività di insediamento nei territori palestinesi occupati, inclusa Gerusalemme. I termini di riferimento dovrebbero essere basati sulle leggi internazionali e sulle risoluzioni del Consiglio di Sicurezza, e includere un percorso predeterminato che conduca ad un accordo finale. L'accordo dovrà, necessariamente includere la fine dell'occupazione israeliana di tutti i territori occupati nel 1967, nonchè permettere ai palestinesi di esercitare il diritto al ritorno, il diritto all'autodeterminazione, e il diritto ad uno stato indipendente e sovrano nei territori occupati nel 1967, con Gerusalemme capitale. Noi, i sottoscrittori di questa dichiarazione, siamo convinti che non si possa raggiungere una pace giusta con negoziati condotti in condizioni ingiuste e, per questo rifiutiamo di impeganrci in negoziati diretti o in ogni altro canale che possa coercizzare l'impegno dell'OLP in negoziati diretti, senza chiari termini di riferimento, un percorso a tappe con un meccanismo vincolante per l'implementazione, un ruolo attivo della comunità internazionale che si faccia garante del percorso, e un fermo impegno di Israele a sottostare alle leggi internazionali e alle risoluzioni del Consiglio di Sicurezza dell'ONU. Chiamiamo alla risolutezza di fronte alle pressioni esterne e ad un impegno a rigettare ogni coercizione senza tener conto alcuno di minacce e conseguenze. Sottostare alle pressioni esterne porterà ad impegnarsi in negoziati che saranno incorniciati in sintonia con le condizioni di Israele. Questo processo non porterebbe il nostro popolo ad acquisire obiettivi, ma al contrario, causerebbe seri danni, e porterebbe ad un fallimento anche più grande di quello di Camp David. Inoltre, Israele userà questi negoziati, per coprire i suoi sforzi per giudeizzare e consolidare l'annessione illegale di Gerusalemme est, incrementare nuovi insediamenti ed espandere la sua politica di apartheid e separazione, completando il muro di separazione e continuando l'ermetico assedio della Striscia di Gaza. Negoziati così compromessi contribuirebbero a mascherare gli schemi aggressivi di Israele contro altri attori della regione e metterebbero al sicuro Israele dalla condanna internazionale e dalle campagne di boicottaggio che stanno crescendo rapidamente tra i movimenti di solidarietà internazionali. Affrontare le pressioni esterne richiede la mobilitazione di energie, sforzi ed esperienze del popolo palestinese in modo da mantenere il nostro progetto nazionale, porre termine alle divisioni e raggiungere la riconciliazione nazionale. Queste sono condizioni necessarie e indubitabili condizioni per resistere alle pressioni esterne e a tutte le sfide della causa palestinese. Il raggiungimento della riconciliazione nazionale rafforzerà il fronte interno per resistere all'occupazione israeliana, all'espansionismo coloniale e alle sue politiche razziste. La riconciliazione nazionale rafforzerà in modo esponenziale la capacità dei palestinesi di raggiungere i loro obiettivi nazionali di libertà, ritorno e indipendenza, inoltre attrarrà il sostegno arabo e internazionale alla causa palestinese. Avvantaggiandosi così della solidarietà globale per la causa del popolo palestinese e dell'uso delle risoluzioni internazionali e dei rapporti che difendono i diritti dei palestinesi, specialmente presso la Corte Internazionale di Giustizia dell'Aia, del Rapporto Goldstone e delle ripercussioni per il massacro della Freedom Flotilla, che provvedono una valida opportunità di perseguire lo stato di Israele per l'occupazione e i crimini di guerra. Indirizziamo questa dichiarazione ai palestinesi, ovunque essi si trovino, confidando che aderiremo in ogni modo possibile ai nostri diritti immutabili e alla nostra volontà di indipendenza nazionale. Consideriamo questa dichiarazione la prima di una serie di pacifici sforzi popolari per proteggere la nostra causa e mantenere la posizione palestinese di fronte alle ingiuste pressioni esterne. http://palestinemonitor.org A Statement To The Palestinian People
In the interest of resisting external pressure aimed at imposing direct negotiations under Israeli conditions 16 August 2010 To our Palestinian People: We have followed with great concern the increasing external pressure, especially from the U.S. and Israel, on the PLO leadership to shift from indirect negotiations (which have not resulted in any progress) to direct negotiations without clear and binding terms of reference regarding a complete halt of all settlement activities in the occupied Palestinian territory - including in Jerusalem. The terms of reference should be based on international law and UN resolutions and to include a predetermined timetable to reach a final status agreement. The agreement will necessarily include ending the Israeli occupation of all territories occupied in 1967 and enabling the Palestinians to exercise the Right of Return, right to self-determination, and the right to an independent and sovereign state in the territory occupied in 1967 - with Jerusalem as its capital. We, the signatories of this statement, proceed through our belief that a just peace cannot be achieved by negotiations in unjust conditions and, therefore, refuse to engage in direct negotiations or in any other channels that could coerce the PLO into direct negotiations without clear terms of reference, a timetable, a binding mechanism for implementation, an active role from the international community, American or other international guarantees, and a firm Israeli commitment to international law and UN resolutions. We call for steadfastness in the face of this external pressure and for a commitment to reject any coercion regardless of the threats and consequences. Submitting to unjust external pressure will lead to engagement in negotiations that will be framed in accordance with Israeli conditions. Such a process will not contribute to achieving our people’s goals but, on the contrary, will cause serious damage and may lead to an even larger failure than that of the Camp David negotiations. Moreover, Israel will use any negotiations under current conditions to cover for its efforts to “Judaize” and consolidate its illegal annexation of East Jerusalem, including increasing settlement activities, expanding its apartheid policy of separation, completing the Apartheid Wall, and continuing the hermetic siege on the Gaza Strip. Compromised negotiations would also mask Israel’s aggressive schemes against others in the region and shelter Israel from the international condemnation and boycott campaigns which are rapidly growing amongst international solidarity movements. Standing up to external pressure requires the mobilization of energies, efforts and skills of the Palestinian people in order to maintain our national program, end the division, and achieve national reconciliation. These are necessary and indubitable conditions for resisting the external pressures and all challenges facing the Palestinian cause. The achievement of national reconciliation will strengthen the internal Palestinian front to withstand Israel’s occupation and resist its colonial, expansionist and racist policies. Reconciliation will exponentially strengthen the Palestinian capacity to accomplish our national objectives of freedom, return and independence, and attract Arab and international support in favor of the Palestinian cause. Taking full advantage of global solidarity with the Palestinian people based on our moral high ground and the use of international resolutions and reports that advocate for Palestinian rights - especially the legal opinion of the ICJ at The Hague, the Goldstone Report, and the repercussions of the massacre on the Freedom Fleet, which provide a valuable opportunity to prosecute Israel for its ongoing occupation and war crimes. We issue this statement, directed to Palestinian people everywhere, confident that we will adhere with all means possible to our immutable national rights and shall impose our independent national will. We consider this statement the first of a series of popular peaceful efforts and activities to protect our cause and maintain our Palestinian position in the face of unjust external pressure.
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