http://it.peacereporter.net Ue: pronti a riconoscere lo Stato palestinese I ministri esteri europei definiscono illegali gli insediamenti israeliani nei territori di Gerusalemme Est L'Unione europea è pronta a riconoscere uno Stato palestinese al momento opportuno. Sul tavolo del Consiglio dei Ministri degli Esteri oggi c'era il piano per far ripartire il dialogo tra israeliani e palestinesi. L'emissario statunitense George Mitchell arriverà venerdì prossimo a Bruxelles per un incontro con l'Alto rappresentante della politica estera dell'Ue, Catherine Ashton, nel corso del quale illustrerà l'esito della sua missione diplomatica fra Gerusalemme e Ramallah, cominciata oggi da Tel Aviv. Lo ha riferito la stessa Ashton, a margine del consiglio Esteri della Ue. È il primo incontro dei Ministri degli Esteri della Ue dopo che gli Stati Uniti hanno abbandonato ogni tentativo per convincere Israele a bloccare nuovi insediamenti di coloni nei territori di Gerusalemme Est, un passo che i palestinesi ritengono essenziale per poter riprendere colloqui diretti. La Ue definisce "deplorevole" il rifiuto di Israele di non fermare gli insediamenti "illegali". Nello stesso documento, che è stato oggetto di lunghi negoziati tra gli Stati membri, la Ue conferma di restare pronta "a sviluppare ulteriori relazioni bilaterali con Israele, nell'ambito della cornice fissata dal consiglio di associazione del giugno 2009". La cornice dei rapporti tra Ue e Israele resta quindi la stessa: non ci sarà un upgrading, ma neppure un downgrading. "Il nostro punto di vista sugli insediamenti, inclusi quelli di Gerusalemme Est, è chiaro: sono illegali rispetto al diritto internazionale e rappresentano un ostacolo alla pace", dichiarano i ministri. La Ue è disposta a contribuire "a una soluzione negoziata" tra le parti entro i 12 mesi fissati dal Quartetto sul Medio Oriente, vale a dire entro la fine del 2011. Per quanto riguarda il futuro Stato palestinese, i ministri accolgono con favore le conclusioni di un recente rapporto della Banca mondiale secondo il quale l'Anp potrebbe essere in grado di stabilire "in un prossimo futuro" uno Stato palestinese, se continua con il ritmo attuale.
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