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L’IDF Distrugge Serbatoi Beduini non Autorizzati tradotto da Mariano Mingarelli L’iniziativa, destinata a estromettere i beduini dai poligoni di tiro dell’IDF, lascia dozzine di famiglie locali senz’acqua per le loro pecore e per il bestiame. Il giorno dopo che le pesanti tempeste invernali avevano portato la molta acqua della quale il paese necessita, le autorità militari hanno demolito 11 serbatoi per l’acqua appartenenti a beduini delle colline a sud di Hebron. L’iniziativa, destinata a estromettere i beduini dai poligoni di tiro dell’IDF (Israeli Defence Forces), lascia dozzine di famiglie locali senz’acqua per le loro pecore e il bestiame. La settimana scorsa l’Amministrazione Civile dell’IDF aveva distribuito ordini di demolizione di tutte le pozze d’acqua e i serbatoi dell’area. Gli ordini, emessi nel 2005, avevano concesso ai beduini solo sette giorni per opporsi alle demolizioni in programma per martedì. L’IDF richiede che, nella West Bank, ogni struttura sia fornita di permesso, comprese le buche destinate a raccogliere l’acqua, persino quelle scavate durante il governo giordano, prima della fondazione dello stato di Israele. Martedì, sono arrivati i bulldozer inviati dall’Amministrazione Civile per distruggere le riserve, sia quelle vecchie che quelle nuove, riempiendo i buchi di terra. Il serbatoio di maggiore dimensione, costruito dalla famiglia di Mahmoud Marzuk Hadlin nel 1944, conteneva 20.000 metri cubi di acqua che da lì scorreva in canali nel deserto. Esso serviva come abbeveratoio per le greggi di 15 famiglie. Il bulldozer ha distrutto il tetto del serbatoio facendolo cadere dentro alla buca, spargendo l’acqua preziosa tra le sabbie del deserto. Ieri, il 73 enne Marzuk, alla ricerca di fonti idriche alternative, ha dichiarato: “Presto costruirò di nuovo una cisterna”. “Alcune delle pozze erano già qui prima che vi arrivasse l’esercito, prima che queste terre venissero dichiarate aree usate come poligoni di tiro,” ha sostenuto il capo famiglia Yusuf. “Posso capire la distruzione di una cisterna di sette anni fa, ma una datata dozzine di anni fa?” Gruppi per i diritti umani hanno affermato che avrebbero inviato nell’area delle autocisterne con l’acqua. Dei funzionari hanno detto ad Haaretz che, nel corso delle ultime sei settimane, l’Amministrazione Civile ha intensificato l’applicazione degli atti esecutivi nella West Bank. Ieri, ha demolito una casa disabitata nella colonia di Tekoa, sebbene non fosse di recente costruzione e fosse situata su terreni demaniali. Nel caso di deposizioni fatte alla Corte Suprema di Giustizia, l’Amministrazione ha dichiarato che avrebbe demolito per prima cosa le case edificate di recente e successivamente quelle costruite su terre di privati palestinesi. Tuttavia, nulla ha fatto per impedire costruzioni illegali a Eli, a Ofra e nelle altre colonie della West Bank. Haaretz ha appreso, inoltre, che essa non sta abbattendo le case costruite su terre private di palestinesi ad Amona e Givat Asaf. Ieri, il parlamentare della Knesset Aryeh Eldad ha contribuito con 1.000 NIS alla ricostruzione della casa di Tekoa, ed ha invitato pure il pubblico a prendervi parte. Eldad ha detto che “siamo stanchi di trasformare l’amministrazione civile del ministro della difesa nel suo braccio politico e riscattare la sua sopravvivenza politica con la demolizione di case di coloni.”
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