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06 agosto 2010

Neghev: Salviamo El Araqib
di Irene Panighetti

Per la seconda volta in poco più di una settimana il villaggio beduino è stato distrutto dalle ruspe israeliane.

El Araqib (Neghev), 06 agosto 2010, Nena News – Contro i palestinesi e contro i beduini: la politica di demolizione di case da parte di Israele non conosce distinzioni nè tregue: per la seconda volta in poco più di una settimana il villaggio El Araqib, della comunità beduina del Negev, è stato distrutto dalle ruspe delle autorita’ israeliane.

Già il 27 luglio gli oltre 300 beduini del villaggio, in maggioranza bambini, erano stati costretti a lasciare le loro abitazioni all’alba, circondati da oltre 1500 agenti armati, e stare a guardare mentre la polizia distruggeva le loro proprietà. Mercoledì 4 agosto, dopo che i residenti si erano attivati per la ricostruzione, sono tornati i militari di Tel Aviv. Secondo l’organizzazione Adalah, una Ong che garantisce assistenza legale alla minoranza araba in Israele, gli agenti avevano il volto coperto per non farsi riconoscere e hanno confiscato elettrodomestici, tappeti e casalinghi, in totale violazione delle leggi. Inoltre la polizia fiscale ha dichiarato i beduini non in regola con i pagamenti, stabilendo un debito di 22.500 Shakel, (circa 6.000 dollari) per riavere le loro proprietà.

Il villaggio El Araqib non è riconosciuto da Israele, ma esiste da ben prima della creazione dello stato ebraico. Nel 1951 i beduini furono sfrattati ma tornarono nelle loro terre dove vivono tutt’oggi. La questione della proprietà è in discussione alla corte di Be’er Sheva, che deve esprimersi sulla richiesta di confisca da parte dell’Autorità Israeliana per la Terra, che, dove sorge il villaggio beduino, vorrebbe istituire una “foresta della pace”.

Durante l’azione di demolizione di mercoledì sette abitanti sono stati arrestati, mentre almeno due attivisti di Adalah sarebbero stati feriti. Anche il deputato alla Knesset (Parlamento) Talab El-Sana (United Arab List-Ta’al), che era rimasto nelle case beduine, ha subito violenze che gli hanno provocato un mancamento ed è quindi stato ricoverato all’ospedale di Be’er Sheva, ma prima ha dichiarato: “queste demolizioni provocheranno una Intifada nel Negev”. Nena News




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