Tratto da La Nonviolenza è in Cammino
Per La Giornata Internazionale della Nonviolenzadi
Mao Valpiana
L'Assemblea generale dell'Onu ha indetto per il 2 ottobre di ogni anno (anniversario della nascita di Mohandas K. Gandhi) la Giornata internazionale della nonviolenza. In una risoluzione approvata dai 192 Stati membri dell'Onu, l'Assemblea invita tutti i paesi, organizzazioni e individui a commemorare questo giorno "per promuovere una cultura della pace, della tolleranza, della comprensione e della nonviolenza".
In moltissime citta' d'Italia, e in tanti altri paesi, si celebrano eventi - promossi da gruppi di base o da istituzioni - per ricordare la figura del Mahatma e far crescere la nonviolenza nel mondo.
Il 2 ottobre celebriamo "la più grande forza di cui disponga l'umanita'".
Gandhi e' l'ispiratore dei movimenti per la pace, i diritti umani e le liberta' civili di tutto il mondo.
E' infatti con Gandhi che nasce la nonviolenza moderna, vera rivoluzione del XX secolo.
Se e' vero che la nonviolenza "e' antica come le montagne" - perche' essa dimora nel profondo dell'animo di ogni persona ed e' inscritta nel cuore della spiritualita' di ogni popolo - e' anche vero che il "metodo della nonviolenza" e' il piu' giovane pensiero politico della storia.
E' Gandhi, un secolo fa, che ha scoperto, sperimentato, sistematizzato il Satyagraha, cioe' la nonviolenza moderna, intesa non solo come via di salvezza personale, ma anche come strategia di liberazione collettiva. Con Gandhi la nonviolenza esce dalla dimensione intimistica, religiosa, individuale, e si trasforma in teoria e prassi politica, individuando un insieme di tecniche che ne hanno fatto il piu' importante movimento rivoluzionario di cambiamento sociale e di liberazione del secolo scorso. Le ideologie del Novecento si sono frantumate alla prova della storia, sono state sepolte nelle tragedie dei campi di sterminio e nei gulag, sono morte nei massacri della prima e della seconda guerra mondiale.
Solo la nonviolenza resta ad indicare una nuova via. La nonviolenza e' un fine ed un mezzo; e' uno strumento per risolvere i conflitti, a livello individuale, sociale e politico; la violenza mira a sconfiggere o eliminare l'avversario; la nonviolenza vuole far emergere la verita' e offrire una via d'uscita per tutti; preferisce convincere piuttosto che vincere. Non c'e' un nemico da criminalizzare, ma un avversario da conquistare. La nonviolenza e' una via di liberazione.
Oggi la vita stessa del pianeta e' a rischio. Crisi ecologica e crisi bellica rendono il futuro incerto.
Dobbiamo rovesciare il motto "se vuoi la pace prepara la guerra" nel suo giusto verso "se vuoi la pace prepara la pace", a partire dal ripudio della guerra come strumento di risoluzione delle controversie internazionali. Dobbiamo invertire la rotta, se siamo ancora in tempo.
Celebriamo la giornata della nonviolenza con l'imperativo assoluto di rifiutare ogni guerra e gli strumenti che le rendono possibili. "La guerra e' il più grande crimine contro l'umanita'". Gandhi condanna senza appello il ricorso alla guerra. I movimenti per la pace, se vogliono avere un futuro e non essere solo un fuoco di paglia che si spegne alla prima pioggia di bombe, devono saper adottare tutti i metodi rigorosi della nonviolenza. "Si dice: i mezzi in fin dei conti sono mezzi. Io dico: i mezzi in fin dei conti sono tutto", e' il monito gandhiano che dobbiamo tenere presente.
Istituendo questa giornata internazionale, l'Assemblea generale della Nazioni Unite ha voluto rendere il giusto tributo alla figura di Gandhi, personaggio storico del '900 il cui messaggio universale e' la vera grande novita' per questo nuovo millennio.
La nonviolenza e' in cammino.
Il mondo e' solo all'inizio dell'esplorazione delle potenzialita' della nonviolenza.
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