www.peacepeople.com Lettera Aperta - Appello Agli Ebrei Premio Nobel per la Pace 14.7.2010 Cari Amici, vi scrivo per chiedervi un aiuto che serva a liberare un uomo buono, che segue la sua coscienza, un uomo di pace. Nelle scritture ebraiche si attribuisce grande importanza alla giustizia e alla libertà, ed è in nome di ciò, e per un uomo, che vi scrivo perché diate il vostro aiuto. Lui non saprà che io scrivo questo appello, ma io lo faccio sperando che, con il vostro supporto, ciò gli procurerà la libertà e non, e questo è un rischio che assumo, un aggravamento delle punizioni e delle crudeltà già inflittegli. Tuttavia, confido che quando vi spiegherò la sua storia, ciò vi toccherà il cuore e che ci saranno alcuni tra di voi che saranno in grado di aiutarlo a recuperare la libertà. Nel maggio di quest’anno (2010) quest’uomo è stato condannato di nuovo a tre mesi di prigione in quanto accusato di aver mancato di rispettare i vincoli cui era tenuto dopo il suo rilascio e aver parlato con la Stampa Straniera. Domenica 11 luglio 2010 ha potuto ricevere la sua prima visita dopo sette settimane. Il fratello Meir ha potuto beneficiare di una visita di 30 minuti. Li divideva una parete di vetro e potevano comunicare (solo) per telefono. Il prigioniero indossava un’uniforme. E’ custodito nella sezione più dura del carcere, dove ha per compagnia i criminali peggiori del paese, ben noti assassini. Sono circa una dozzina in tutto e vivono nel più stretto isolamento. Lui è solo in una cella 24 ore su 24, non ci sono finestre, solo una fessura in cima ad una parete coperta di rete metallica Ha circa un’ora d’aria per camminare in un cortile piccolissimo. E’ stato gettato come si trovava in una cella dagli agenti di sicurezza, la porta è stata chiusa, ed è stato lasciato lì a soffrire in completa solitudine. Per tutte le successive sette settimane non ha parlato più a nessuno e la visita del fratello (a parte una breve visita del suo avvocato sei settimane fa) è stata la prima in quasi due mesi. Il cibo è scarso e scadente, ha solo due libri con sé. Naturalmente il suo morale è a terra in tali condizioni disumane e crudeli. L’uomo si chiama Mordechai Vanunu e si trova in un carcere israeliano. Mordechai conosce bene le prigioni. Nel 1986 Mordechai Vanunu rivelò al mondo che Israele possedeva un programma (di costruzione) di armi nucleari e gli fu comminata una condanna di 18 anni di prigione per questa rivelazione. Rappresenta colui che ha rotto il silenzio sulle armi nucleari israeliane e 24 anni dopo continua ad essere punito per cercare di mettere in guardia gli israeliani e proteggere sia Israele che il resto del mondo dal disastro di una deflagrazione nucleare. Mordechai Vanunu ha scontato tutti i diciotto anni della sua condanna, undici di questi anni in isolamento, e al suo rilascio, invece di concedergli l’autorizzazione a lasciare Israele, il Governo Israeliano gli impose severe restrizioni, incluso il divieto di espatrio e di parlare con organi di stampa stranieri. Secondo l’accusa, è stato il contravvenire a quest’ultimo divieto di parlare alla stampa straniera che ha provocato il suo riarresto con una condanna di tre mesi di prigione. Gli rimangono ancora sei settimane di carcere duro, e al rilascio dovrà ancora restare in Israele fino all’aprile del 2011, momento in cui i vincoli cui è sottoposto saranno riesaminati e probabilmente reiterati, come è accaduto negli ultimi sei anni ad ogni scadenza. Alcuni dicono che Vanunu non sarà mai libero di andarsene da Israele e ci morirà, se di fatto nel frattempo il suo spirito non cederà a tali maltrattamenti e perderà il senno. Lo Shabak continua a dire al Governo Israeliano che egli rappresenta un rischio per la sicurezza (di Israele) e non deve essere lasciato libero, e la magistratura Israeliana e il Governo gli obbediscono e lo tengono in prigione. Vanunu non rappresenta un rischio per la sicurezza nazionale israeliana. Non possiede segreti militari sul nucleare. Ho chiesto ad alcuni israeliani la loro opinione sul perché Israele rifiuta l’espatrio di Mordechai Vanunu. Le risposte sono variegate ma quella più frequente è che il Governo Israeliano non si fida dei suoi cittadini e tenere prigioniero Mordechai Vanunu, per sempre se necessario, lancia un messaggio ai cittadini israeliani, che si comportino bene. Se si tratta di questo, sembra che la strategia funzioni. A tutt’oggi solo alcuni cittadini israeliani coraggiosi hanno protestato contro una tale crudeltà ed ingiustizia perpetrata ai danni di Mordechai, e auspicato che gli sia concesso di lasciare Israele. Ma io non credo che gli sarà mai permesso di partire e che morirà a Gerusalemme. Ho incontrato Mordechai molte volte da quando è uscito di carcere il 21 aprile 2004. E’ un uomo buono, un uomo di pace, e un vero gandhiano. Invece di punirlo, Israele dovrebbe essere orgoglioso di lui, ed io credo che future generazioni di israeliani volgendosi al passato si renderanno conto che un grande visionario e un uomo di pace visse tra loro, e non solo per Israele, ma per tutta l’umanità. Fu con grande gioia che lo proposi varie volte per il Nobel della Pace, come hanno fatto altri nomi illustri negli ultimi 24 anni. La sua vita è un omaggio agli ideali del Nobel per la pace e le sue azioni si conformano al vero spirito di Alfred Nobel, che istituì il premio per chi operasse per la pace e il disarmo. Tuttavia è con profonda tristezza che nonostante le campagne di pressione internazionali da parte di molti tra cui Amnesty International (e le mie lettere personali al presidente Obama e al presidente Shimon Peres), Mordechai Vanunu continua, 24 anni dopo, ad essere imprigionato e punito da Israele in modo quanto mai perverso. La maggior parte dei capi politici e spirituali e istanze internazionali dei nostri tempi restano in silenzio di fronte al disprezzo da parte di Israele dei diritti umani elementari di Vanunu, libertà di parola e di movimento, in violazione di molte leggi internazionali. Tuttavia io spero che sarà libero e ripongo le mie speranze in quegli ebrei che leggeranno questa vicenda e saranno incoraggiati a raddrizzare il torto che continua a essere inflitto a Mordechai Vanunu, e che domanderanno al loro Governo di lasciarlo libero e di autorizzarlo a lasciare Israele.
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