Tratto da La Nonviolenza è in Cammino

Verso Il 2 Ottobre. Il Contributo Dato da Gandhi
di Alberto L'abate

Alberto L'Abate e' nato a Brindisi nel 1931, docente universitario di sociologia dei conflitti e ricerca per la pace, promotore del corso di laurea in "Operazioni di pace, gestione e mediazione dei conflitti" dell'Universita' di Firenze, e' impegnato nel Movimento Nonviolento, nella Peace Research, nell'attivita' di addestramento alla nonviolenza, nelle attivita' della diplomazia non ufficiale per prevenire i conflitti; amico e collaboratore di Aldo Capitini, ha collaborato alle iniziative di Danilo Dolci e preso parte a numerose iniziative nonviolente; come ricercatore e programmatore socio-sanitario e' stato anche un esperto dell'Onu, del Consiglio d'Europa e dell'Organizzazione Mondiale della Sanita'; ha promosso e condotto l'esperienza dell'ambasciata di pace a Pristina, e si e' impegnato nella "Campagna Kossovo per la nonviolenza e la riconciliazione"; e' portavoce dei "Berretti Bianchi" e promotore dei Corpi civili di pace. Tra le opere di Alberto L'Abate: segnaliamo almeno Addestramento alla nonviolenza, Satyagraha, Torino 1985; Consenso, conflitto e mutamento sociale, Angeli, Milano 1990; Prevenire la guerra nel Kossovo, La Meridiana, Molfetta 1997; Kossovo: una guerra annunciata, La Meridiana, Molfetta 1999; Giovani e pace, Pangea, Torino 2001; Per un futuro senza guerre, Liguori, Napoli 2008]

Il contributo dato da Gandhi al miglioramento della societa', non solo della sua ma di tutte le societa', e forse ancor piu' delle nostre che siamo la causa anche dei molti guai degli altri paesi compresa l'India, e' fondamentale, ed e' giusto percio' ricordarlo con iniziative varie, nelle scuole, nella societa' civile, e con la popolazione comune in genere, perche' si comprenda:
1) che la storia non e' determinata da forze ignote esterne a noi ma che siamo noi stessi a costruirla nel bene e nel male;
2) che la nonviolenza e' la forza piu' potente trovata finora per il cambiamento ed il miglioramento della societa';
3) ma che e' necessario che anche la gente comune  capisca la sua forza e la sua importanza e che superi la credenza molto diffusa che, secondo l'idea di Hobbes, "homo homini lupus", e cioe' che ogni uomo e' un lupo verso gli altri esseri umani, contraddetta in modo molto valido dagli scienziati di tante discipline e di tutto il mondo riunitisi a Siviglia (Unesco, 1991). Per questo e' importante darsi da fare in tutti i modi, perche' queste idee scorrette molto diffuse vengano corrette da un lavoro approfondito di educazione popolare;
4) che il modello di sviluppo occidentale imitato pedissequamente dall'India e la Cina, che e' basato sulla ricerca del profitto ad ogni costo e sullo sfruttamento indiscriminato delle risorse del mondo, sta portando la nostra sfera terrestre alla rovina, e che l'unica soluzione e' quella di apprendere da Gandhi e dai suoi seguaci l'amore non solo degli altri esseri umani ma anche della natura, e di vivere, il piu' possibile, in modo sobrio, cosicche' tutti possano vivere, senza lussi ma con quanto e' necessario e valido.

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