Tratto da La Nonviolenza è in Cammino
Paolo Arena e Marco Graziotti Intervistano Alessandro Capuzzo
- Paolo Arena e Marco Graziotti: Come definirebbe la nonviolenza?
- Alessandro Capuzzo: Riprendo la definizione ricordata da Alberto L'Abate: "Il termine piu' giusto e che mi corrisponde meglio e' la traduzione del termine Satyagraha fatta da don Sirio Politi, che l'aveva tradotto come il titolo del suo giornaletto, 'Lotta come Amore'. Queste tre parole mostrano bene il collegamento tra le 'mani' della nonviolenza, l'azione diretta nonviolenta (lotta) e il progetto costruttivo (amore)". Non ho conosciuto don Sirio Politi, ma credo che la sintesi trovata sia pressoche' perfetta, comprensibile da tutti, ed evangelica. L'accostamento fra azione diretta e progetto costruttivo, ne rende pratica la comprensione.
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- Paolo Arena e Marco Graziotti: Quali sono le personalita' e le esperienze a suo parere piu' significative della nonviolenza?
- Alessandro Capuzzo: Essendo triestino e facendo parte del Comitato pace convivenza e solidarieta' che prende il suo nome, esprimo un tributo particolare a Danilo Dolci, italo-sloveno di Sezana (la z si legge come la j francese) tre volte candidato al premio Nobel per la pace per il lavoro di emancipazione ed opposizione nonviolenta alla mafia condotto in Sicilia fra la gente (nel '24 quando nacque Danilo Sezana era in Italia; dopo il periodo jugoslavo, ora si trova in Slovenia). Praticamente sconosciuto a Trieste, che da Sezana dista una quindicina di chilometri (ma dalla Sicilia piu' di 1500) Danilo sta riguadagnando lentamente considerazione, grazie al lavoro certosino dell'amico Peppino Meli e dell'appassionata traduttrice Jolka Milic. La sua figura e' per noi molto importante, in quanto sintetizza nell'essere italo-sloveno e pacifista, oltre che poeta sociologo architetto e filosofo, lo spirito migliore della gente di confine. Saprete che sul confine orientale d'Italia si sono compiute le piu' orrende nefandezze, e in buona parte per responsabilita' di noi italiani. Ebbene, Danilo seppur non piu' vivente, porta con se' una possibilita' di lenimento per quelle ferite, ormai discretamente lontane ma ancora sanguinanti. Il fatto che la sua riscoperta stia iniziando - assieme - in Italia ed in Slovenia, ne puo' divenire la conferma.
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- Paolo Arena e Marco Graziotti: Cosa consiglierebbe di leggere sulla nonviolenza?
- Alessandro Capuzzo: Avendo parlato di Dolci, vorrei citare prima di tutto qualcosa da vedere. La mostra sulla sua vita e il suo lavoro, tratta dall'archivio degli anarchici ragusani e curata da Natale Musarra, consultabile in internet grazie a Francesco Cappello, all'indirizzo www.danilodolci.toscana.it Ne vorremmo curare un'adeguata edizione a stampa per la quale chiediamo la collaborazione di tutti gli interessati. Ma veniamo ai libri. Peppino Meli sta preparando un libro su di lui, mentre Jolka Milic ne ha appena fatto uscire uno bellissimo e completamente bilingue (Non sai scegliere - Ne znas izbirati) edito in sole mille copie dalla Kosovelova knjiznica (biblioteca Kosovel, il maggiore poeta sloveno). Con una selezione accurata di poesie e la cronaca anche fotografica delle visite di Danilo a Sezana, dove ha lasciato una profonda traccia ispirando la nascita del Premio letterario internazionale "Vilenica" (pron. Vileniza) assegnato ogni anno a settembre nella Grotta delle Fate, in Carso. Affiancare l'esperienza di Dolci al Museo della guerra per la pace voluto dal professor Diego de Henriquez, e lasciato in eredita' al Comune di Trieste che mai lo ha valorizzato per le sue reali potenzialita', potrebbe contribuire a determinare un cambio di mentalita', per la citta' e per l'immagine che ne conserva la nazione.
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- Paolo Arena e Marco Graziotti: Quali esperienze o iniziative nonviolente oggi meritano maggior sostegno, ovvero meriterebbero di essere intraprese?
- Alessandro Capuzzo: Sono d'accordo con L'Abate: le lotte dei vicentini contro il raddoppio della base militare, la lotta contro gli F 35 ed il tentativo dell'Ipri - Rete Corpi Civili di Pace di dar vita ad un fondo unico per la pace, che metta insieme i residui dell'Obiezione di coscienza alle spese militari, con una parte del 5 per mille delle Ong che lo ricevono, per poter realizzare dei seri progetti d'intervento nonviolento in Italia e all'estero. A quanto esposto aggiungerei con priorita' massima la ripresa di un'aggiornata Campagna di Obiezione di coscienza, come proposto anche da Tonino Drago; alla quale dedicare una parte specifica delle energie e dei mezzi di tutti, pacifisti e nonviolenti, individui come associazioni ed enti.
A livello locale, l'ultimo lavoro da noi realizzato e' stato la Giornata Onu della Nonviolenza, il 2 ottobre compleanno del mahatma Gandhi, dolcianamente dedicato alla convivenza attraverso interventi parlati e intermezzi sonori di studenti e docenti, per "Trieste e il liceo musicale: un'opportunita' per cambiare". Da sempre la musica e' considerata strumento di coesione tra le diverse culture, linguaggio universale che valica i confini fra i popoli. Nei territori storicamente complessi la musica puo' essere utile ad oltrepassare antiche divisioni, come dimostrato dal concerto per la pace diretto dal maestro Muti alla presenza dei presidenti di Croazia, Slovenia ed Italia, il 13 luglio in Piazza dell'Unita' d'Italia. Il 2 ottobre al Teatro Basaglia, abbiamo utilizzato il linguaggio universale sonoro per una riflessione sul neonato Liceo musicale, inteso quale possibile occasione di crescita e scambio fra la comunita' italiana e slovena, di Trieste e della regione, con riferimenti oltre che a Danilo Dolci, anche al lavoro di Franca e Franco Basaglia, a 30 anni dalla riforma psichiatrica che porta il loro nome, come lo porta da pochi mesi il teatro che ci ha ospitato. Sempre il 2 ottobre, ma del 2009, e' partita dalla Nuova Zelanda la prima Marcia mondiale per la pace e la nonviolenza, passata significativamente proprio per Sezana e Trieste il 7 novembre scorso.
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- Paolo Arena e Marco Graziotti: Potrebbe presentare la sua stessa persona a un lettore che non la conoscesse affatto?
- Alessandro Capuzzo: Mi chiamo Alessandro Capuzzo, ho 56 anni, sono sposato, ho due figli, da piu' di trenta anni sono bidello al Conservatorio "Tartini", dove sono anche Rsu per la Cgil, ho un passato di animatore culturale e musicale giovanile e sono stato fra i fondatori della Lista verde alternativa di Trieste, con esperienze amministrative in Provincia e nel Comune bilingue di S. Dorligo della Valle / Dolina. Ho lasciato la politica dopo la votazione parlamentare per la guerra in Afghanistan, per dedicarmi al movimento per la pace attraverso il citato Comitato "Danilo Dolci" e la Tavola per la pace del Friuli Venezia Giulia.
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