Haaretz.com
11 giugno 2010

La perdita piu' grande di Israele: il suo immaginario morale
di Henry Siegman

Henry Siegman, direttore dell'U.S./Middle East Project (Progetto USA/Medioriente, ndt), è professore visitatore per ricerche nel Sir Joseph Hotung Middle East Program , School of Oriental and African Studies, University of London (Programma per il Medioriente Sir Joseph Hotung, Scuola di Studi Orientali e Africani, Universita' di Londra, ndt). E' un ex Senior Fellow (Membro Anziano, ndt) sul Medioriente al Council on Foreign Relations (Consiglio per le Relazioni Internazionali, ndt) e, ancor prima, è stato direttore nazionale dell'American Jewish Congress (Congresso Ebreo Americano, ndt) dal 1978 al 1994.

Se un popolo che cosi' di recente ha sperimentato un'inumanita' cosi'  inenarraibile non puo' capire  l'ingiustizia e la sofferenza che stanno infliggendo le sue ambizioni territoriali, quale speranza c'è per tutti noi altri?

Dopo la sanguinaria interdizione Israeliana alla Gaza Flotilla, ho chiamato un amico di  vecchia data in Israele per chiedergli dello stato d'animo nel paese. Il mio amico, un intellettuale e uomo gentile e generoso, è stato tuttavia per lungo tempo dalla parte  degli integralisti Israeliani. Allora, ero totalmente impreparato alla sua risposta. Mi ha detto —con  una voce tremante per l'emozione—che lo sfogo mondiale di condanna di Israele è una reminiscenza del periodo buio dei tempi di Hitler.

 Mi ha detto che la maggior parte di Israele ha vissuto quel sentimento, con l'eccezione di Meretz, un piccolo partito Israeliano pacifista. “Ma a tutti gli effetti pratici ,” ha detto, “essi sono Arabi.”

 Come me, il mio amico ha sperimentato di persona quegli anni oscuri di Hitler, essendo vissuto sotto  l'occupazione Nazista, come molti dei cittadini Ebrei  di Israele. Percio' sono rimasto sbalordito dall'analogia. Ha proseguito dicendo che i cosiddetti attivisti dei diritti umani sulla nave Turca erano in effetti terroristi e malviventi pagati per attaccare le autorita' Israeliane per provocare un incidente che screditerebbe lo stato Ebraico.  La prova di questo, ha detto, è che molti di questi attivisti sono stati scoperti dalle autorita'  con addosso diecimila dollari, “proprio la stessa somma” ha esclamato.

 Quando ho incominciato ad andare oltre lo shock di questo cambiamento, mi ha colpito che l'evocazione del periodo di Hitler fosse attualmente un'analogia spaventosamente intelligente e bruciante, per quanto non nello stesso senso che il mio amico intendeva. Un millione e mezzo di civili sono stati costretti a vivere in una prigione  all’aria aperta in condizioni disumane per piu' di tre anni attualmente, ma a differenza dei tempi di Hitler, non sono Ebrei ma Palestinesi. I loro carcerieri, incredibilmente, sono sopravvissuti  dell'Olocausto, o loro discendenti. Naturalmente, i reclusi di Gaza non sono destinati alle camere a gas, come lo erano gli Ebrei, ma sono stati ridotti a una  esistenza degradata e senza speranza.

 Non meno dell'80% della popolazione di Gaza vive sulla soglia della malnutrizione, dipendendo dagli aiuti internazionali per la sua alimentazione quotidiana. Secordo l'ONU e le autorita' Sanitarie Mondiali, i bambini di Gaza soffrono di stati patologici drammaticamente aumentati che colpiranno e ridurranno la vita di molti di loro. Questa oscenita' è una conseguenza di una politica Israeliana deliberata e attentamente calcolata mirante a impedire lo sviluppo a Gaza distruggendo non soltanto la sua economia ma la sua infrastruttura fisica e sociale mentre la sigilla ermeticamente dal resto del mondo.

 Particolarmente raccapricciante è che questa politica sia stata la fonte di divertimento per alcuni dirigenti Israeliani, che secondo le notizie della stampa Israeliana hanno scherzosamente descritto come “mettere a dieta i Palestinesi”. Anche questo è reminiscenza degli anni di Hitler, quando la sofferenza degli Ebrei divertiva i Nazisti.

 Un'altra caratteristica di quel tempo buio sono state le assurde cospirazioni attribuite agli Ebrei da Tedeschi altrimenti intelligenti e colti. Tristemente, anche Ebrei in gamba  non sono immuni da queste patologie. E' davvero concepibile che attivisti Turchi che si suppone  siano stati pagati diecimila dollari a testa portassero con sé  quel denaro a bordo della nave sapendo che sarebbeto stati presi in custodia dalle autorita' Israeliane?

 Che persone intelligenti e dotate di senso morale, siano Tedesche o Israeliane, possano convincersi di simili assurditia'  (un genere di patologia che affligge anche gran parte del mondo Arabo) è l'enigma che va al cuore del mistero di come anche le societa' piu' civilizzate  possano cosi' rapidamente perdere i valori che dovrebbero avere piu' a cuore e regredire agli impulsi piu' primitivi verso l'Altro, senza neppure essere consapevoli che lo hanno fatto. Cio' deve sicuramente avere qualcosa a che fare con una deliberata repressione dell'immaginario morale che mette le persone in grado di mettersi nei panni dell'Altro. Pirkey Avot, una raccolta di moniti etici che fa parte del Talmud, indica: “Non giudicare il tuo simile fino a quando non sarai capace di immaginare di stare al suo posto.”

 Naturalmente, perfino le politiche Israeliane piu' ripugnanti non sono neppure lontanamente paragonabili con quelle della Germania di Hitler. Ma le questioni morali essenziali sono le stesse. Come avrebbero reagito gli Ebrei nel confronti dei loro torrturatori se fossero stati relegati a quel genere di esistenza che Israele ha imposto alla popolazione di Gaza? Non avrebbero visto gli attivisti per i diritti umani preparati a rischiare la vita per far venire la loro situazione all'attenzione del mondo come eroi, anche se essi avessero picchiato selvaggiamente i commandos che cercavano di impedire il loro tentativo? Gli Ebrei ammiravano i commandos Britannici che abbordavano e dirottavano navi che trasportavano emigranti Ebrei illegali in Palestina subito dopo la fine della II Guerra Mondiale, come la maggioranza degli Israeliani adesso ammira i commandos navali d'Israele?

 Chi avrebbe creduto che un governo Israeliano e i suoi cittadini Ebrei avessero cercato di demonizzare e chiudere organizzazioni Israeliane per i diritti umani per la loro mancanza di “patriottismo”, e scacciare i loro simili Ebrei che hanno criticiato l'assalto alla Gaza Flotilla come “Arabi,” carico di tutte le odiose connotazioni che la parola ha acquisito in Israele, non dlifferenti da quelle che i Tedeschi che stigmatizzavano i loro concittadini che chiamavano gli Ebrei “Juden” (“Giudei”, ndt)? Gli attivisti Tedeschi della Rosa Bianca, soprattutto studenti dell'Universita' di Monaco, che osavano condannare la persecuzione Terdesca degli Ebrei (ben prima che incominciassero gli stermini nei campi di concentramento Tedeschi) venivano considerati anche “traditori” dai loro concittadini Tedeschi, che non hanno portato il lutto per la decapitazione di questi attivisti da parte della Gestapo.

 E cosi', certo, c'è motivo per gli Israeliani, e per gli Ebrei in genere, di pensare a lungo e duramente al periodo buio di Hitler in questo momento particolare. Perché il significato dell’incidente alla Gaza Flotilla non si trova negli interrogativi suscitati sulle violazioni del diritto internazionale in alto mare, o addirittura su “chi ha assalito chi” prima sulla nave Turca, la Mavi Marmara, ma nelle piu' ampie domande sollevate sulla nostra condizione umana comune dalle politiche di occupazione di Israele e la sua devastazione della popolazione civile di Gaza.

 Se un popolo che cosi' di recente ha provato sulla sua stessa carne disumanita' cosi'  inenarrabili non puo' fare appello al suo immaginario per comprendere l'ingiustizia e la sofferenza che le sue ambizioni territoriali—e perfino le sue legittime preoccupazioni—stanno infliggendo a un altra popolazione, quale speranza c'é per tutti noi altri?


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