http://www.newnotizie.it Raid su Gaza: ancora due morti Quasi 6.900 dall’inizio della seconda intifada iniziata nel settembre del 2000. Ad essere colpita è stata ancora una volta la Striscia di Gaza, con quattro attacchi sferrati dall’aviazione israeliana come risposta al lancio di dieci razzi rivendicati ieri dalla jihad palestinese. Per la cronaca, sei di questi razzi sarebbero caduti, poi, all’interno dello stesso territorio di Gaza. La Difesa israeliana ha giustificato gli attacchi dicendo che erano mirati a contrastare a Rafah (la località colpita, ndr) la realizzazione, da parte dei miliziani palestinesi, di tunnel sotterranei atti ad aprire dei varchi con l’Egitto con l’intento di aggirare l’embargo imposto da Israele a partire dal 2007 su tutto il territorio governato da Hamas. L’inizio dell’embargo coincise con le elezioni vinte da Hamas, risultato poi non riconosciuto dalla comunità internazionale e in primis da Israele che si è sempre rifiutato di vedere nel partito palestinese un interlocutore. Di recente, dopo l’attacco israeliano all’imbarcazione della Fredoom Flotilla in cui sono morti nove volontari e le successive condanne provenienti da larga parte dell’opinione pubblica internazionale, Israele aveva dichiarato che avrebbe allentato la morsa che ha messo in ginocchio la Striscia di Gaza, limitando i blocchi solo all’ingresso di armi o altro materiale potenzialmente utilizzabile ai fini della lotta armata. Ad oggi i fatti dicono che a Gaza si fa fatica a sopravvivere, con Israele che continua a utilizzare la politica dei due pesi e delle due misure per giustificare i propri raid. L’intento oramai chiaro ai più è quello di mettere in ginocchio il territorio governato da Hamas, nella speranza che la popolazione possa ribellarsi e di fatto togliere l’appoggio al partito. Le vite umane sono sempre più meri numeri, utili solo ad aggiornare le statistiche di un pallottoliere macabro.
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