ISM-Italia comunicato stampa 2009/12/26/01


Oggetto: il convoy to Gaza fermo ad Aqaba

Il convoglio inglese di Viva Palestina (www.vivapalestina.org), partito da
Londra il 6 dicembre è giunto ad Aqaba il 24 pomeriggio.
All'una di notte del 25 dicembre il convoglio doveva imbarcarsi per
Nuweiba ma le autorità egiziane hanno fatto sapere che non avrebbero
permesso lo sbarco.

Verso le 19.00 si è tenuto un incontro al consolato egiziano di Aqaba
presenti il console egiziano, il capitano del ferry, un qualcuno forse dei
servizi di sicurezza egiziani, George Galloway e altri tre rappresentanti
del convoglio. Incontro molto teso secondo il successivo rapporto di
Galloway.

Il console egiziano ha posto le seguenti condizioni:
il convoglio dovrebbe arrivare al porto di El Arish (richiesta assurda
perché significherebbe circa 1000 km per arrivare a un porto siriano, un
lunghissimo viaggio per mare e la necessità di salire su 5 ferry piccoli
perché il porto di El Arish non è in grado di accogliere ferry grandi).
il convoglio dovrebbe entrare sotto l'egida dell'UNRWA e consegnare
all'UNRWA i materiali trasportati.
il convoglio dovrebbe chiedere il permesso di entrare sia all'Egitto sia a
Israele.

La delegazione ha ovviamente rifiutato queste assurde pretese chiedendo di
entrare in Egitto senza condizioni. Non è arrivata, ad oggi, 26 dicembre
ore 12.00, nessuna risposta dal governo egiziano, salvo il tentativo di
dividere il convoglio permettendo l'ingresso alla delegazione turca. E'
stato riferito nell'aggiornamento delle 11 che ci sono trattative dirette
tra Erdogan e Mubarak.

E' circolata una email nel pomeriggio di ieri secondo la quale il governo
egiziano avrebbe cambiato posizione, ma la notizia non ha avuto nessuna
conferma. Personalmente ho parlato con Haider Eid a Gaza e mi ha detto che
non ci sono al momento novità.

Il convoglio è ora composto da circa 150 veicoli e da 500 persone.
Almeno due volte al giorno viene fatto il punto in incontri collettivi con
George Galloway e altri della organizzazione.

Naturalmente le cose possono cambiare da un momento all'altro, un amico
dal Cairo mi dice che è una partita a scacchi della quale non si sa bene
chi muove le pedine, agiungo che oltre tutto le pedine non sono tutte
eguali.

Una valutazione di tutta la vicenda, in particolare del valore politico
del convoglio inglese che è composto principalmente da gruppi delle
comunità musulmane inglesi, è prematura.
Ma molti sono gli insegnamenti che se ne dovranno trarre, a partire da un
confronto duro con i paesi arabi moderati. Il boicottaggio, sia pur in
tono minore dell'Egitto alla Fiera del Libro di Torinodel 2009, è un punto
di riferimento e di partenza.

Diana Carminati e Alfredo Tradardi
Aqaba, 26 dicembre 2009


TOP