http://www.nena-news.com Nave Ebraica: Shapira Denuncia Violenze Il refusenik israeliano ha smentito la versione del portavoce militare di un assalto "senza problemi" ieri al battello pacifista "Irene". Intanto una passeggera di nazionalita' tedesca Edit Lutz, rifiuta la deportazione ed e' detenuta nella sezione femminile del carcere di Ramle (Tel Aviv) dove rimarra' almeno fino a domenica. Nel frattempo il convoglio "Viva Palestina" continua viaggio via terra per Gaza. A fine dicembre salpera' la Flotilla2 Gerusalemme, 29 settembre 2010, NenaNews Liscio come l’olio, nessun incidente, situazione calma. Il portavoce militare israeliano ieri pomeriggio si era affrettato a riferire questa versione “tranquillizzante” del raid contro il battello pacifista “Irene” diretto a Gaza con a bordo aiuti umanitari e una decina di attivisti ebrei ed israeliani. E invece le cose sono andate in modo ben diverso, come ha denunciato ieri in tarda serata, poco dopo la sua scarcerazione, l’ex pilota militare refusenik Yonatan Shapira che ha guidato la spedizione navale ebraica verso Gaza. Shapira e’ stato perentorio nel riferire che i soldati israeliani saltati a bordo dell’Irene hanno usato la forza e in non poche occasioni la violenza contro i passeggeri che pure, ha sottolineato, non avevano opposto alcuna forma di resistenza attiva all’abbordaggio avvenuto a circa 20 miglia marine dalla costa di Gaza. “Non ci sono parole per descrivere ciò che abbiamo vissuto” ha detto. “Il portavoce IDF sta tentando di dipingere un quadro diverso da quanto accaduto, come se l’abbordaggio non fosse stato violento, ma in realtà le azioni dei soldati sono state violente e molto dure”, ha aggiunto. Il refusenik peraltro e’ stato tramortito da una scossa di pistola taser usata da uno dei militari israeliani e si e’ ripreso solo dopo diversi minuti. D’altronde la stessa portavoce della spedizione pacifista Miri Weingarten, gia’ ieri pomeriggio non aveva voluto confermare la versione rassicurante data dalle forze armate israeliane. “Dopo l’arrembaggio non abbiamo avuto notizie da coloro che sono a bordo dell’Irene aveva detto Weingarten a Nena News i telefoni cellulari e satellitari sono stati sequestrati e spenti. Sappiamo solo che i soldati hanno ammanettato tutti i passeggeri e i membri dell’equipaggio. Non abbiamo altre informazioni”. Richard Kuper dei “Jews for Justice for Palestinians”, uno dei promotori della nave ebraica, ha dichiarato che l’azione israeliana dimostra “che il governo Netanyahu non vuole la pace. La sorte subita da questa barca simboleggia il destino delle speranze di pace in questa regione”. Kuper ha chiesto il sostegno della comunita’ internazionale in favore della nave “Irene” e del messaggio di protesta di cui è stata portatrice. Intanto una pacifista ebrea di nazionalita’ tedesca Edit Lutz, rifiuta la deportazione ed e’ al momento detenuta nella sezione femminile del carcere di Ramle (Tel Aviv) dove rimarra’ almeno fino a domenica. Lo scorso 31 maggio sei navi della Freedom Flotilla dirette a Gaza vennero bloccate in acque internazionali dalla Marina militare israeliana. In quell’occasione commando israeliani uccisero nove passeggeri della nave turca «Mavi Marmara» scatenando una grave crisi internazionale e una bufera nelle relazioni tra Tel Aviv e Ankara. Dopo qualche giorno venne fermata, stavolta senza uso della forza, la nave “Rachel Corrie” ugualmente diretta a Gaza. Entro la fine dell’anno salpera’ per Gaza la Flotilla 2. Due giorni fa ad Atene la Freedom Flotilla Coalition ha fatto il punto della situazione registrando che negli ultimi tre mesi, si sono aggiunte coalizioni nazionali in Italia, Svizzera, Francia, Spagna, Canada, Norvegia, Belgio, Austria, Australia, Stati Uniti ed altri Paesi, ognuna delle quali sta lavorando per inviare una nave a Gaza. La Freedom Flotilla Coalition chiede ai governi e alle istituzioni dei paesi ai quali appartengono gli attivisti coinvolti nella organizzazione della nuova spedizione navale di utilizzare tutti i mezzi legali e politici per assicurare che Israele cessi le sue azioni militari contro i convogli diretti a Gaza anche per non mettere in pericolo la vita dei partecipanti. Procede spedita nel frattempo la missione terrestre di “Viva Palestina”. Il convoglio partito da Londra il 18 settembre alla volta di Gaza, cui partecipano per l’Italia ISM-Italia e Viva Palestina Italia, giunto in Grecia ha puntato su Salonicco dove si è accampato in una zona alla periferia della città. Dopo la sosta di un giorno, durante il quale è stata tenuta una conferenza stampa, è ripartito alla volta della Turchia raggiungendo Istanbul ed Ankara. Ora è diretto alla volta della Siria. Ovunque, sottolineano gli organizzatori, il convoglio ha ricevuto una festosa accoglienza. (red) Nena News |