La violenza c’è stata e come!





«Dieci navi da guerra israeliane hanno costretto il battello a fare rotta
verso Ashdod (porto israeliano)», lo ha annunciato all’AFP uno degli
organizzatori che si trova a terra a Gaza, Amjad al-Shawa. «Si sono arresi
perché erano accerchiati, non avevano scelta», ha aggiunto. 
«La marina ha preso il controllo del veliero per portarlo al porto di
Ashdod», ha, dal canto suo, confermato l’esercito in un comunicato,
precisando che l’arrembaggio non ha dato luogo a violenze, né da una parte
né dall’altra. 
«Ci hanno detto che ci avvicinavamo a una zona sottoposta a blocco marittimo
e ci hanno chiesto di cambiare rotta», aveva prima spiegato un passeggero
del battello, Yonatan Shapira, in una telefonata col telefono satellitare.
Il battello “Irene”, un piccolo veliero battente bandiera britannica, con a
bordo sette militanti ebrei pro-palestinesi e due giornalisti, aveva preso
il largo domenica da Famagusta, nel nord di Cipro.

Yonatan Shapira: - Non ho parole per descrivere ciò che abbiamo passato durante l’abbordaggio, i militari sono saltati dentro percuotendoci con le taser gun, - che permettono di inviare una scarica elettrica a distanza -Alcuni militari ci hanno trattato in modo atroce, con inutile brutalità -

Usharov racconta che sia yonathan che suo fratello sono stati colpiti dalle scariche elettriche e incappucciati

Reuben Moscowitz ha espresso la sua incredulità davanti ad un simile trattamento riservato da soldati israeliani a nove ebrei. Ci hanno picchiati. Come sopravissuto dell’olocausto non posso sopportare che lo stato di Israele imprigioni un intero popolo. È semplicemente immorale.

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