Freedom Flotilla, La NATO chiede il rilascio degli arrestati, Frattini no
di Ornella Sangiovanni

Osservatorio Iraq, 1 giugno 2010

Dopo il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite, la NATO. Che condanna Israele per l'aggressione alla Freedom Flotilla, e chiede che vengano rilasciati i pacifisti arrestati.

Convocata su richiesta della Turchia, uno dei Paesi membri, la riunione di emergenza dell'Alleanza Atlantica che si è tenuta oggi pomeriggio a Bruxelles, si è conclusa con le dichiarazioni del suo Segretario Generale, Anders Fogh Rasmussen.

"Condanno gli atti che hanno portato ha questa tragedia" - ha detto Rasmussen - "e aggiungo la mia voce ai richiami dell'Onu e dell'Unione Europea per un'indagine immediata, imparziale, credibile, e trasparente sull'incidente".

Quindi la richiesta urgente: "liberare immediatamente i detenuti civili e le navi sequestrate da Israele".

Francia e Grecia: liberate gli arrestati

A chiedere la liberazione degli arrestati (sequestrati dalle autorità israeliane) è anche il governo francese, il cui Primo Ministro, François Fillon, ha dichiarato davanti all'Assemblea nazionale che Parigi esige la "liberazione immediata" dei nove francesi e di tutti i civili che si trovavano a bordo della nave attaccata dagli israeliani.

Si associa anche la Grecia, con il suo presidente, Karolos Papoulias, che bolla come "illegale e fuori del diritto internazionale" l'assalto israeliano alla Freedom Flotilla, mentre il governo di Atene oggi ha presentato a quello israeliano una protesta contro "la detenzione illegale" di alcune decine di cittadini greci, chiedendone "l'immediata liberazione".

Intanto, Reporters sans frontières (RSF), organizazione internazionale per la difesa della libertà di stampa. ha chiesto alle autorità di Tel Aviv di fornire la lista dei giornalisti arrestati, precisando, in un comunicato, che sulle navi della Freedom Flotilla c'erano almeno 15 giornalisti di varie nazionalità.

Le condanne per l'aggressione israeliana, che ha provocato almeno 10 morti fra i pacifisti a bordo delle navi (le notizie a riguardo sono ancora confuse), continuano ad arrivare.

La condanna di Londra - e di Cuba

Oggi si sono aggiunte anche quella della Gran Bretagna - e di Cuba.

Da Londra, il nuovo premier, David Cameron ha definito "inaccettabile" l'attacco israeliano, e, in una telefonata al suo omologo di Tel Aviv Benjamin Netanyahu, pur ribadendo che Londra resta impegnata a garantire la sicurezza di Israele, ha chiesto una "risposta costruttiva" alle "legittime critiche" alle azioni israeliane.

Toni assai diversi dal governo cubano - che ha condannato il "criminale assalto" israeliano, chiedendo che venga tolto immediatamente il blocco illegale contro i palestinesi della Striscia di Gaza. Cuba, che dal 1961 subisce un embargo imposto dagli Stati Uniti, ha ribadito il suo "appoggio e solidarietà verso la giusta causa del popolo palestinese".

Il Patriarca Latino di Gerusalemme, Fuad Twal, manda a dire alla comunità internazionale che "essere veramente amici di Israele significa avere il coraggio di dire: queste cose non si fanno, stai perdendo la testa".

Ban Ki-Moon: se Israele avesse tolto il blocco a Gaza non sarebbe successo

E critica Israele, per il blocco di Gaza, anche il Segretario Generale delle Nazioni Unite, Ban Ki-Moon, che in un'intervista alla Agence France Presse dice che "se gli israeliani avessero dato ascolto a me e alla richiesta della comunità internazionale togliendo il blocco di Gaza, questo tragico incidente non sarebbe avvenuto".

Critiche agli Stati Uniti. Gheddafi: la colpa è degli americani

Arrivano anche le critiche agli Stati Uniti, per la posizione ritenuta troppo timida assunta dall'amministrazione Obama verso il governo di Tel Aviv.

Da Hamas, il movimento islamico palestinese che ha il controllo della striscia di Gaza, il capo dell'ufficio politico Khaled Meshaal, accusa Washington di essere "responsabile per l'impunità israeliana", dicendosi deluso per la dichiarazione di condanna adottata dal Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite nei confronti dell'assalto israeliano, definita "deludente", in quanto "non è all'altezza del crimine" commesso.

Chi va ancora più in là, affermando che "la responsabilità per questo atroce crimine non è degli israeliani ma degli americani" è il leader libico Muammar Gheddafi, in una lettera indirizzata al presidente Usa Barack Obama, e diffusa dall'agenzia di stampa ufficiale JANA. "Le forze che hanno ucciso decine di sostenitori della pace, civili disarmati, non lo avrebbero fatto senza l'appoggio della Sesta flotta della Marina militare americana", scrive il colonnello.

Da Washington, il ministro degli Esteri turco Ahmet Davutoglu, prima di incontrare il Segretario di Stato Usa Hillary Clinton, non usa mezzi termini. E dice che Israele crede di essere al di sopra di qualsiasi legge, paragonando l'attacco alla Freedom Flottilla a quello dei "pirati al largo della Somalia".

In tutto questo, brilla (si fa per dire), il governo italiano.

Frattini: gli italiani arrestati da Israele non se ne sono voluti andare

Il ministro degli Esteri, Franco Frattini, dopo aver invitato Israele "a fare un gesto di distensione", dicendo "acceleriamo la pace", interviene sulla vicenda dei sei italiani arrestati fra i pacifisti - due dei quali hanno la doppia cittadinanza, italiana-tedesca e italiana-palestinese.

"I nostri connazionali non sono voluti andar via da Israele, hanno chiesto il processo di identificazione, e noi abbiamo chiesto a Israele di lasciarli andar via comunque", ha detto oggi, aggiungendo che "se non c'è identificazione questo è difficile".

E commenta: "Avrei voluto molto che i nostri connazionali avessero deciso, come moltissimi hanno fatto, di andarsene subito. Non hanno voluto, sono ancora lì".

E' tutto quello che riesce a dire l'Italia. Purtroppo.

Fonti: Repubblica.it, BBC News


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