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Scritto il 2010-05-29 in News
La Freedom Flotilla secondo Hani al-Masri: 'Per l'embargo, l'inizio della fine'
Ramallah - Infopal. Secondo l'analista politico palestinese Hani al-Masri, le autorità israeliane, per quanto si oppongano all'arrivo della spedizione umanitaria carica di aiuti per Gaza, usciranno comunque sconfitte dalla loro battaglia.
Come ha infatti spiegato, se le azioni intimidatorie d'Israele avranno seguito e se i suoi militari finiranno davvero per arrestare gli attivisti, incarcerarli, interrogarli e rimandarli a casa, lo Stato sionista "apparirà davanti a tutto il mondo come uno stato deviato, coloniale e irrispettoso della legge internazionale", intento a "commettere nuovi crimini di guerra".
L'esperto ha anche messo l'accento sulla "abilità israeliana a distogliere l'attenzione dagli avvenimenti in corso", riferendosi in particolare all'esposizione dei rottami dei razzi lanciati in Israele dalle Brigate al-Qassam e delle copie delle lettere inviate da Gilad Shalit alla sua famiglia: "tutti stratagemmi - commenta al-Masri - volti a coprire gli abusi che vengono progettati ai danni degli attivisti, intenti nella loro missione umanitaria".
"Trascinare le navi nel porto di Ashdod - una delle minacce lanciate contro la Flotilla - costituirebbe inoltre un clamoroso autogol, dal momento che sulle navi sono presenti anche personalità arabe di nazionalità israeliana e attivisti della sinistra israeliana, pronti a smascherare la pirateria dei loro militari non appena venissero costretti a sbarcare nel proprio Paese".
"Israele - secondo al-Masri - è quindi molto preoccupata di un eventuale successo della spedizione, che significherebbe l'inizio della fine dell'assedio di Gaza, ed è inoltre frustrata dal fallimento di tutti i suoi tentativi d'isolare Hamas a livello internazionale. Il movimento militante, pur essendo riconosciuto da pochi Stati, sta anzi riscuotendo una crescente simpatia tra i sostenitori della causa palestinese, e questo per il fatto stesso di rappresentare le sofferenze del suo popolo".
Nonostante i 62 anni di occupazione israeliana, l'analista ha quindi osservato che l'interesse internazionale di cui godono i palestinesi e i loro problemi è attualmente a un livello mai raggiunto in precedenza, e che Israele si trova ora a rispondere del sangue versato nel corso della strage perpetrata l'anno scorso nella Striscia di Gaza.
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