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10 luglio 2010

Nave libica salpa con aiuti ai palestinesi Israele:
"Vanno in Egitto". Tripoli: "No, a Gaza"

L'imbarcazione, con a bordo nove attivisti, trasporta duemila tonnellate di aiuti umanitari. L'iniziativa è del figlio di Gheddafi, Seif. Mistero sul tragitto

ATENE - È partita la nave di aiuti umanitari destinati a Gaza e organizzata dal figlio di Muammar Gheddafi, Seif al-Islam. L'imbarcazione ha lasciato il porto greco di Lavrio. "Abbiamo ricevuto assicurazioni da parte dell'ambasciatore libico che il cargo arriverà al porto di El Arish" in Egitto, aveva dichiarato il portavoce del ministero degli Esteri greco Grigoris Delavekouras. Ma in serata è arrivata la dichiarazione del direttore esecutivo della Fondazione Gheddafi, Yussef Sawan: "La nave si dirige verso Gaza come previsto".

La nave, battente bandiera moldova, si chiama Amalthea, è lunga 92 metri, è stata noleggiata dalla fondazione diretta da Seif, e trasporta duemila tonnellate di aiuti umanitari, tra cibo e medicinali. A bordo di sono 12 membri dell'equipaggio e altre nove persone: sei libici, un nigeriano, un marocchino e un algerino.


Rotta verso Gaza. Al termine di una giornata di serrato lavorio diplomatico, il percorso sembrava in qualche modo concordato con le autorità israeliane e pareva che la nave avrebbe evitato di forzare il blocco marino imposto alla striscia di Gaza. Invece è arrivata all'Afp la telefonata di Yussef Sawan, che ha dichiarato che il cargo sta facendo rotta verso la Striscia. Anche il deputato arabo-israeliano Ahmed Tibi ha dichiarato che la nave fa rotta verso la Striscia, "come inizialmente previsto". "La Fondazione - ha affermato - mi ha confermato che la nave cercherà di raggiungere il porto di Gaza per scaricare" gli aiuti. Da Gaza anche uno degli organizzatori della iniziativa, il deputato Jamal al-Khudari, aveva detto che i passeggeri libici a bordo della nave erano determinati a forzare il blocco israeliano. "Sono decisi ad approdare a Gaza e non in altri porti" ha insistito al-Khudari. 

Il rischio è che si ripeta una situazione di tensione al largo della Striscia, pattugliata dalla Marina militare israeliana che già il 31 maggio scorso 1assaltò la nave passeggeri turca Marmara al termine di duri scontri in cui nove attivisti filo-palestinesi rimasero uccisi e decine di altre persone (fra cui diversi membri del commando) furono ferite.


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