(video con sottotitoli) Eric Cantona: la più bella intervista ad un calciatore! http://www.youtube.com/watch?v=padCfgZjbXI&feature=player_embedded |
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Cantona: la rivoluzione? Ritiriamo i nostri soldi dalla banca
Eric Cantona, ovvero: la rivoluzione. Ma niente armi, per carità. Piuttosto: banche. «E’ facile: si va in banca tutti insieme, si ritirano i soldi dal conto e il sistema crolla. Perché il sistema si regge sulle banche. Non ci ascoltano? Anziché scendere in piazza, andiamo in banca, tutti assieme. Vedrete, a quel punto ci ascolteranno. Oggi la rivoluzione si fa così: in banca». Fedele alla sua fama di ragazzo terribile, l’ex fuoriclasse del calcio europeo stella del Manchester United, ora attore cinematografico si sbilancia sul fronte politico. Milioni di francesi manifestano contro Sarkozy che innalza l’età pensionabile? Cantona scuote la testa: manifestazioni e cortei? Roba vecchia. Il miglior sciopero possibile, oggi, è quello finanziario: boicottare le banche. Questa è la rivoluzione. «C’est pas compliqué». “People have the power”, cantava Patti Smith. Ci crede perfettamente Eric Cantona, intervistato a Nantes l’8 ottobre per un mini-video ora circolante su YouTube: sì, la gente se vuole ha tutto il potere che serve. Basta decidersi e marciare uniti: non sul Palazzo d’Inverno o sulla Bastiglia, ma sulla propria banca. No, non per rapinarla: solo per ritirare il conto. Quanti sono i francesi oggi in piazza: tre milioni? «Bene. Tre milioni, dieci milioni… se ognuno va al proprio sportello e ritira il proprio denaro, il sistema crolla». Qualcuno sta prendendo sul serio l’invito di Cantona: su Facebook i manifestanti francesi hanno fissato una data, il 7 dicembre: quello potrebbe essere il giorno del tentativo di boicottaggio di massa. Una prospettiva inquietante: di fronte a milioni di ritiri simultanei, le banche non avrebbero il denaro da restituire pronta cassa. E’ una denuncia ricorrente tra le molte voci critiche levatesi con la grande crisi cominciata nel 2008: il mondo è nelle mani degli istituti di credito, che attraverso il signoraggio con denaro emesso da banche private per conto degli Stati controllano l’intera economia planetaria, gonfiata con miliardi virtuali. «Molti pensano ad esempio che la Banca d’Italia sia un istituto statale, anziché un organismo privato controllato dalle grandi banche», ricorda Giulietto Chiesa. «Persino la Bce, la grande banca centrale europea, sovrana dell’Euro, non appartiene all’Unione Europea ma alle maggiori banche del continente». Di fronte allo strapotere finanziario, ormai la stessa industria ha l’acqua alla gola: «Spesso, le catene di montaggio non appartengono più neppure alle imprese, ma sono in leasing: anche in fabbrica, ormai, il padrone assoluto è la banca», spiega l’ex parlamentare Fernando Rossi, esponente della rete “Per il bene comune”, dall’assemblea torinese promossa il 16 ottobre dal Movimento per la Decrescita Felice di Maurizio Pallante. E un dirigente di Banca Etica, Luca Salvi, esponente del Movimento Etico Sociale, dalla stessa assemblea lancia l’allarme: «Nessuno lo dice, ma le prime 20 banche del mondo sarebbero già tecnicamente fallite, se i governi non avessero permesso loro di mettere a i bilancio i titoli tossici responsabili della grande crisi globale». Il sistema sta comunque per crollare, profetizza Massimo Fini, alla guida del suo “Movimento Zero”, perché «ha dimenticato l’uomo e i suoi valori, anteponendo le ragioni del profitto». Se in Italia la crisi sociale è ancora largamente oscurata dal derby politico tra Berlusconi e i suoi oppositori, la protesta contro i tagli del governo scuote l’intera Francia: tutti i paesi europei sono alle prese con drastiche politiche di rigore, e a Parigi dove lo Stato è più forte si accusa con maggiore disagio la contrazione del welfare. In piazza sindacati e dipendenti, operai e studenti, tra cortei e ondate di scioperi. Ma ora è sceso in campo un autentico corsaro, il grande Cantona, con un’uscita a gamba tesa delle sue: obiettivo, il sistema bancario. La minaccia di boicottaggio come arma popolare: per costringere il potere ad ascoltare il popolo. L’ex calciatore più irrequieto d’Europa aveva abituato il suo pubblico a tutto: classe sopraffina e pazzie. Potenza, tantissimi goal, miglior calciatore europeo, eroe del soccer inglese e, al tempo stesso, recordman assoluto delle sanzioni disciplinari. Una collezione di episodi da cineteca: nel 1989, sostituito in un match contro il Torpedo Mosca, getta a terra la maglia della sua squadra, l’Olympique Marsiglia, e viene sospeso. Poi in tv insulta il ct della Nazionale: esilio prolungato. Passato al Montpellier, colpisce con un calcio al volto un compagno di squadra e finisce fuori rosa. Nel ’91, emigrato al Nîmes, lancia la palla addosso all’arbitro e viene fermato per un mese, poi se la prende coi commissari della Federcalcio definendoli «tutti idioti» e rimedia altri tre mesi di stop. Ma il suo “capolavoro” risale al 1995, quando Cantona è il trascinatore del Manchester United. Espulso, a bordo campo stende con un colpo di kung-fu un tifoso del Chrystal Palace, Matthew Simmons, che l’ha insultato per tutta la partita. Rinviato a giudizio, il processo diventa un caso mediatico. Condannato in primo grado a due settimane di carcere, si vede ridurre la sentenza in appello: 120 ore di servizio civile. Viene sospeso per 9 mesi dal calcio inglese. Durante una conferenza stampa, Cantona regala ai reporter una delle frasi più famose mai pronunciate da un calciatore, accusando il cinismo dei media: «Quando i gabbiani seguono il peschereccio è perché pensano che verranno gettate in mare delle sardine». Ritiratosi dall’attività agonistica, non ha mai disdegnato la scena mediatica. Tra il bavero alzato e le continue provocazioni dell’epoca in cui era il miglior giocatore del campionato inglese, tra i primi calciatori di tutti i tempi secondo Pelé, si è speso per molti spot commerciali (Nike) e per campagne sociali, approdando al mondo del cinema come attore: prima nel ’95, recitando con Michel Serrault in “La felicità dietro l’angolo”, poi in pellicole come “Question d’honneur” e nel 1998 nello storico “Elizabeth” e nel nostalgico “I ragazzi del Marais” di Jean Becker. Nel 2002 debutta come regista in un corto adattando una novella di Bukowski. Ormai è un attore dalle doti artistiche indiscusse, consacrato a Cannes da Ken Loach con “Looking for Eric”, nel quale interpreta se stesso. Dal calcio mondiale al cinema, e ora alla politica: Eric Cantona sprona i francesi alla rivolta contro le banche. «Giusto difendere le proprie ragioni, ma oggi andare in piazza a che serve?». Bisogna marciare sulle banche: «Quella è la vera minaccia, la vera rivoluzione. Nessun’arma, niente sangue, niente del genere. Non è difficile. E in un caso del genere, ci ascolterebbero in un modo diverso. I sindacati? Bisogna proporgli delle idee, a volte». Lo ascolteranno? Chi lo sa. Ma intanto le sue parole pesano. Cantona rivoluzionario: perché? La risposta è chiarissima: «Non credo si possa essere contenti vedendo la miseria intorno a noi, a meno che non si viva in un guscio». |