a cura di AltrAgricoltura Nortd Est Dal Molin, la falda continua a scendere VICENZA - Dubbi, punti oscuri, necessità di chiarezza. Comune denominatore: la base americana che sorgerà in viale Ferrarin su quella falda che garantisce l’acqua a Vicenza (ma anche a Padova) e che, dicono i detrattori, è già compromessa dai lavori in corso. Battaglia unica, dunque. Ma fronti diversi di protesta. Il sindaco Variati da parte, i «No dal Molin» dall’altra. Il Comune Dieci domande e molta preoccupazione. Così il sindaco Achille Variati si prepara all’incontro del tavolo tecnico sul Dal Molin, previsto per il prossimo 25 febbraio. Una decina i quesiti che il primo cittadino ieri ha inviato al commissario di Governo Paolo Costa per «ottenere risposte precise e documentate». «Riguardano interamente un aspetto emerso con forza all’attenzione dell’opinione pubblica vicentina spiega il sindaco -, vale a dire la preoccupazione per i fenomeni di allagamento del cantiere riscontrati nelle scorse settimane e denunciati dagli attivisti come conseguenza dell’attività di cantiere sugli equilibri della falda acquifera. Dalle falde sotterrane di quell’area parte l’acqua che noi beviamo ed io ho il dovere di tutelare il benessere della nostra comunità». A seguire, l’elenco delle domande, comprensive di un aggiornamento sull’evoluzione del cantiere. Fra le questioni poste vi è «la conoscenza del numero, tipo e posizione dei pali utilizzati per le fondazioni», «se siano stati impiegati sistemi di locale depressione della falda», «dove venga prevista la realizzazione dei dispositivi idraulici necessari per la dispersione in falda delle acque meteoriche» e «quali siano le caratteristiche costruttive dei cinque piezometri di controllo realizzati nell’area lungo il Bacchiglione da usare come barriera idraulica in caso di emergenza». Non solo: si chiedono delucidazioni anche sul «trattamento delle acque reflue di cantiere» e dettagli sui nuovi pozzi, visto che l’acqua della zona viene solo prelevata dall’acquedotto. Richiesti anche «i risultati delle rilevazioni eseguite sul livello della falda e qualità delle acque» e le cause della «presenza di acqua segnalata negli scavi». Il tutto anche alla luce dei dati pervenuti all’amministrazione comunale: nell’ultimo trimestre le precipitazioni cumulate sono state di 390 millimetri di pioggia (stazione di Villaverla), contro i 645 di pioggia nello stesso trimestre dello scorso anno, dunque il 40 per cento in meno. Non solo: il livello della falda freatica (misurato a Caldogno) ha raggiunto nel gennaio 2009 una quota di 2,20 metri superiore a quella raggiunta nel gennaio 2010. La domanda rivolta agli addetti ai lavori, dunque, è quella di conoscere i livelli di falda nel gennaio 2009. Infine, si interroga circa i «controlli di laboratorio sulle stesse acque». I no Dal Molin Cinzia Bottene (lista Vicenza Libera No Dal Molin) ha consegnato ieri al prefetto Melchiorre Fallica una lettera con i punti oscuri del cantiere Usa: sono diverse le incongruenze fra le prescrizioni contenute nella Vinca (valutazione d’incidenza ambientale) regionale e la realtà del Dal Molin. A partire dalla mancata costruzione dei dieci pozzi piezometrici che dovrebbero monitorare il livello della falda, trasmettendo i dati a Provincia e Regione ogni tre mesi. Quei dati invece non sono mai stati resi pubblici. «La falda a Caldogno è scesa, da maggio a ottobre, di 4metri; invece al Dal Molin l’acqua è salita, un fatto che si può motivare solo con le palificazioni nel terreno » dice Cinzia Bottene. Altro problema aperto è lo scarico dell’acqua reflua direttamente nel Bacchiglione attraverso tre scoli, quando la Vinca imporrebbe lo scarico in fognatura dopo opportuno trattamento. «Abbiamo le foto dei tre scoli, da cui esce un torrente continuo prosegue -. Di recente la canaletta che porta l’acqua al fiume è stata allargata. Forse per "asciugare" il cantiere giusto in tempo per la visita di Costa?» «C’è un uso smodato dei "well point", le enormi pompe usate per deprimere la falda» aggiunge Olol Jackson. La richiesta al prefetto è che siano resi pubblici tutti i dati sulla falda e che si avvi uno studio della situazione con tecnici indipendenti nominati dal Comune. La Tav E si è discusso di infrastrutture anche nell’incontro con il candidato del centrosinistra alla guida del Veneto Giuseppe Bortolussi che ha sollecitato «la metropolitana di superficie indispensabile soprattutto per i centri minori e periferici, per creare veramente un tessuto metropolitano per il Veneto ». Il sindaco (che non ha risparmiato frecciatine a Brunetta), ha rinforzato il messaggio: «Nel progetto per la metropolitana di superficie non c’è traccia di Vicenza e per la Tav, il tracciato vicentino è stato congelato dal governo. Lo ripeto con forza: Vicenza non vuole essere emarginata da questi progetti». Sempre in tema di elezioni regionali, sembra, infine, che l’ultimo nome proposto nella squadra dal Pdl sia quello dell’ex assessore provinciale Modesto Basso. Silvia Maria Dubois Giulio Todescan 17 febbraio 2010
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