Al Presidente della Repubblica Gentile Presidente, il prossimo 5 marzo Lei riceverà al Quirinale, in occasione della Giornata nazionale del Servizio civile, alcuni rappresentanti degli Enti, dei volontari e degli operatori e del personale dell’Ufficio nazionale. La ringraziamo per il rinnovato interesse nei confronti del servizio civile, esperienza da Lei più volte lodata in precedenti Giornate nazionali del servizio civile, festeggiate però il 15 dicembre in ricordo dell’approvazione della prima legge sull’obiezione di coscienza in Italia, dalla quale ha mosso i primi passi il servizio civile, una storia da valorizzare e non da rinnegare. Ci rivolgiamo a Lei, garante dei valori della Costituzione, per esprimerLe il disagio che proviamo in questo difficile momento che sta attraversando il servizio civile nazionale. Alle carenze finanziarie del servizio civile si aggiungono infatti i problemi di gestione e competenza che rischiano di mettere in pericolo l’identità e l’esistenza stessa del servizio civile. I tagli economici, oltre a determinare un forte calo di avviamenti, implicano che quasi tutti i fondi vengano impiegati per i rimborsi dei giovani, tralasciando questioni come la formazione, la promozione, i controlli e la sperimentazione di forme alternative di difesa. La carenza di fondi implica che su quasi 500.000 italiani tra i 18 ed i 28 anni disponibili ogni anno a svolgere il servizio civile, ne accedano solo 25.000, pari appena al 5%; gli enti vengono sommersi inoltre da richieste burocratiche che implicano anche investimenti economici, per poi subire forti tagli nei progetti finanziati. E’ aperto oramai da tempo un conflitto fra Stato e Regioni che ufficialmente si manifesta come una profonda divergenza legata alle finalità del servizio civile ma, in realtà è legato alla gestione finanziaria ed alla valutazione dei progetti, giacchè la prima questione è stata risolta definitivamente dalla Corte Costituzionale (sentenze n. 228/2004 e 431/2005: il servizio civile è difesa della Patria). Occorre tuttavia evidenziare che l’Ufficio Nazionale non ha mai fatto molto per caratterizzare il servizio civile nazionale come difesa della Patria: anche con la recente nomina del Comitato per la difesa civile non armata e nonviolenta, emergono dei problemi tra i criteri di nomina e le finalità dell’organismo, che rischiano di stravolgerne il senso. Ci auguriamo che con l’occasione della Giornata Nazionale del Servizio Civile faccia sentire la Sua autorevole voce affinché Governo e Parlamento, ognuno per le sue peculiarità si facciano interpreti di un rilancio del servizio civile inteso come forma civile di difesa della Patria e come opportunità e investimento formativo e civico per i giovani. Certi di un Suo interessamento Le inviamo cordiali saluti di pace Massimo Paolicelli, presidente Associazione Obiettori Nonviolenti Roma, 26 febbraio 2010 |