http://www.transcend.org/tms/2010/08/education-and-peacebuilding/
Conversazione alla Japan Educational Research Association
Educazione e peacebuilding Cari Amici, sorvolando una terra chiamata Pace col mio elicottero mentale, vedo tre territori con nomi semplici: Passato, Presente, e Futuro. E accanto a Pace una terra analogamente suddivisa detta Salute. In entrambi i territori prosegue la ricerca più a livello individuale per la Salute, e più a livello collettivo per la Pace per evitare la sofferenza, chiamata malattia in quanto alla Salute, e violenza in quanto alla Pace. E per ottenere gioia, beatitudine, realizzazione totale del sé individuale e/o del Sé collettivo, il bene ultimativo, il summum bonum. Due parole semplici per il quale sono appunto Pace e Salute, evitando così anche i negativi ultimativi di violenza e malattia. Sembra importante. Ma lo si insegna alle persone comuni? E’ davvero in atto un’educazione alla Salute e alla Pace? Caliamoci a esplorare il Presente della Salute per scoprirlo. Si dividono le malattie in tre: “traumi” a corpo-mente-spirito; malattie “contagiose” causate da micro-organismi; e “malattie della modernizzazione” cardio-vascolari, tumori maligni e altre. Per i traumi s’insegna la cura, il pronto soccorso come fermare un’emorragia e la respirazione bocca-a-bocca contro l’annegamento. Per i mali contagiosi si insegnano l’igiene, lavarsi le mani e il resto, proteggersi dal troppo calore, freddo, umidità e siccità, e mantenersi a distanza. Per le malattie da modernizzazione l’educazione sembra più vaga, ma si dice molto su peso corporeo, cibo, acqua e aria giusti, il non fumare, e qualcosa, non molto, su stress e strapazzi, e sui segni premonitori. Passando poi al Futuro della Salute, c’è molto riguardo al rafforzamento fisico, con la giusta nutrizione e con l’esercizio. Nel Passato della Salute ci si concentra sul vivere con le conseguenze. In breve, qualche idea sulla medicina curativa, preventiva e sulla convivenza con malattie croniche. Non male. Con queste informazioni, passiamo alla Pace. In quanto alla Salute si cerca di superare le malattie e le loro conseguenze, per la Pace superare la violenza e le sue conseguenze. La violenza, anch’essa di vario tipo, fisica e verbale, al corpo, alla mente e allo spirito, diretta -causata da atti commessi; strutturale mantenuta da atti omessi; culturale che legittima l’una e l’altra. Nell’ambito della Salute non abbiamo trovato malattie culturali che giustifichino la malattia, salvo che vestigia di tempi antichi con la malattia come castigo di Dio o quanto meno con un Suo dito. Talvolta invece la malattia serve a procurare salute, come la febbre per un’infezione soleva distruggere le cellule cancerose. Le cause di violenza-pace, come quelle di malattia-salute, sono complesse. Una semplice ricognizione dall’alto: * per il Presente della Pace il problema è i conflitti irrisolti, e il nome dell’approccio curativo è mediazione; * per il Passato della Pace il problema è i traumi non elaborati, e il nome dell’approccio curativo è (ri)conciliazione; * per il Futuro della Pace il problema è progetti mancanti, e il nome dell’approccio preventivo è elaborazione di progetti. Altrimenti detto: per i problemi di pace del presente dobbiamo imparare la mediazione, per quelli del passato la conciliazione, e per il futuro l’elaborazione di progetti; tre aspetti del peace building. L’argomentazione non è educare tutti a diventare conciliatori, mediatori ed elaboratori di progetti tanto quanto non si esige di addestrarsi in massa come medici (generici), infermieri, nutrizionisti e fisioterapisti. Si tratterebbe invece di qualcosa di più modesto praticabile da chiunque come si fa per la Salute: capacità di imparare dal passato e di gestirlo, semplice igiene, esercizio, buone abitudini alimentari e il gusto di sentirsi dentro positivamente la salute, in corpo, mente, e spirito. Che cosa potrebbe essere quel minimo, per l’ambito della Pace? Vera educazione alla pace, oggi mancante, non solo anti-bellica? Tre semplici regole insegnabili per la mediazione del confltto: * imparare a considerare il conflitto come relazione problematica fra parti che perseguono fini incompatibili anziché fra persone, parti, stati incompatibili con la valutazione di sé-buono/altro- cattivo; * imparare che tutti i contendenti inclusi se stessi possono avere qualche fine e mezzo legittimo, e altri illegittimi; * imparare come collegare fini legittimi divaricati mediante la creatività. E se non funziona, ricominciare da capo! Regole semplici, con grandi effetti. Il punto non è solo la mediazione ma una cultura generale della mediazione, come il punto essenziale nella Salute può essere non tanto le professioni sanitarie quanto una cultura sanitaria generale, per cui vale la pena starle appresso e badarle non solo per evitare la sofferenza della malattia, ma per un’auto-realizzazione sempre maggiore, col cielo come limite. E lo stesso vale per la Pace, auto-realizzazione sempre maggiore per pluralità come coppie, gruppi sociali, stati, regioni, per il mondo. Che vale la pena perseguire. E fattibile. Altrettanto essenziali sono le tre regole insegnabili per l’elaborazione dei progetti: * la gente vuole cooperare, ma a reciproco e uguale vantaggio; quindi, facciamo agli altri quel che vogliamo che facciano a noi per equità; * la gente vuole anche vivere in armonia, patendo la sofferenza del proprio partner, condividendone la gioia, quindi coltiviamo l’empatia; * i progetti non durano per sempre; quindi rinnovo, o anche nuovi progetti. E si sa che le ferite dei traumi del passato possono essere causa di futura violenza, e allora di nuovo tre regole insegnabili: * pensare a fondo che cosa è andato storto e che cosa si sarebbe potuto fare; * le vittime sono segnate dal trauma e gli autori di misfatti dall’aver causato il trauma; potrebbero cooperare per porre il passato dietro di sé? * potrebbe esserci persino qualche progetto congiunto per un futuro insieme?
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