Dal 1995, quando la Nato ha istituito il CIMIC per la cooperazione dei militari con i civili, le iniziative di Dcnanv e di interposizione nonviolenta debbono guardarsi dal pericolo della CIMICizzazione, quella che già avviene con le ONG (che alle volte vengono create apposta, come è successo in Afganistan).
Ma c’è anche l’altro pericolo, quella della privatizzazione, giusto la politica dei governi di destra (e anche della già detta sinistra). In che consiste?
Dopo dieci anni di esperienza, abbiamo capito tutti che la grande esperienza del SC costruito da 800.000 obiettori di coscienza è stata privatizzata, secondo tre mosse:
1) separazione dagli obiettori di coscienza, 2) immersione dei “loro” Enti in un calderone di Enti; 3) affidamento del SC agli Enti secondo loro progetti privati.
Per la Dcnanv sono prevedibili tre analoghe mosse:
1) separazione dalle esperienze storiche italiane di interposizione, 2) immersione delle Associazioni che le hanno fatte dentro un calderone di Associazioni; 3) affidamento dall’alto di progetti di Dcnanv a Enti che i ralizzano per un loro uso privato.
In questo modo la politica della Dcnanv non è più dello Stato (come si voleva con la Campagna OSM-DPN) ma di privati; e diventa diventa compatibile anche con un regime di destra, che nel frattempo fa guerre chiamandole “Operazioni di pace” e spende 20 milioni per far indottrinare giovani nelle caserme.
In Italia abbiamo vinto la battaglia giuridica per istituire la Dcnanv. Come è giusto che sia, ora occorre passare a fare politica; e allora o si è di destra o si è di sinistra (quella vera), davanti ad un governo che sicuramente è di destra nera. La scelta precisa che mi sembra importante oggi è, oltre a sfuggire alla CIMICizzazione, tra Dcnanv privata o pubblica.
Nel giugno scorso sono state suggeriti due iniziative: 1) Creare dal basso un gruppo di Garanti della natura nonviolenta delle iniziative di Dcnanv; 2) impegnarsi solo iniziative pubbliche.
Il 29 luglio a Bologna una riunione (ad inviti PRIVATI) ha concordato un documento firmato da vari esponenti, tra cui anche l’IPRI-CCP. Che poi ha riservato il documento al solo Direttivo.
Questa riservatezza non sembra giustificata per una decisione così impegnativa nel rapporto con lo Stato. Anche perché questo documento è molto diverso da quello approvato in una riunione PUBBLICA ad inviti generalizzati, quella di Roma del nov. 2006 (allegati ambedue).
Come membro dell’IPRI-CCP chiedo che si apra un dibattito sulla rete.
Per di più c'è da discutere quali progetti presentare per uan scadenza che si dice sia il 15 sett. Chi sa meglio lo confermi o no.
Come realizzare progetti che impegnino la somma (che è stata promessa solamente con una dichiarazione alla stampa, non con atto deliberativo ufficiale di qualche organo) in modo di realizzare una Dcnanvn pubblica?
Propogno sette iniziative che potrebbero iniziare la Dcnanv in Italia con tutte le garanzie del caso.
CHE FARE CON SOLO 50.000 EURO
Iniziativa Costo in Kiloeuro
Convenzione UNSC con il Min. AE per preferire i SC.isti nelle chiamate internazionali 0
· Convenzione con il Min. PI in analogia con quella con le FFAA per interventi nelle scuole sul SC all’estero. Formazione di venti Formatori per questi interventi 5
· Albo, presso il MAE, degli italiani che compiono peacekeeping ONU, dal quale attingere secondo graduatorie 3
· Altri 10 insegnamenti universitari sulla Dcnanv nelle Università di: Genova, Roma, Parma, Verona, Venezia, Torino, Bologna, Gorizia. Firenze, Napoli 10
· Studio con l’ONU per studiare un invio collettivo secondo un progetto concordato* 10
· O consulenza dell’UNSC al Prof. L’Abate su come attuare la Dcnanv in Italia
O convegno Internazionale su come attuare la Dcnanv in Italia 20
* Se la somma fosse di 1,6 milioni, come si vocifera, allora potrebbero partire subito 40 Volontari ONU secondo le attività ONU, già esistenti, che siano le più vicine possibili alla Dcnanv dal basso.
Cari saluti
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