http://www.lastampa.it
12/11/2010 (10:25)

Aung San Suu Kyi, vent'anni di lotte

La leader dell’opposizione democratica birmana Aung San Suu Kyi, che secondo la giunta militare al potere potrebbe essere liberata il prossimo 13 novembre, ha trascorso 15 anni della sua vita in prigione, distribuiti su tre diversi periodi a partire dal 1988.

Arresti domiciliari nell' '89

Nel luglio del 1989 Aung San Suu Kyi è assegnata agli arresti domiciliari. Dieci mesi prima aveva organizzato la Lega nazionale per la democrazia (Lnd), dopo la sommossa popolare in filo-democratica repressa nel sangue nell’agosto 1988. La Lega ottiene una vittoria schiacciante alle legislative del 1990, ma la giunta al potere non riconosce i risultati.

Nobel per la pace

L’anno successivo Aung San Suu Kyi riceve il Nobel per la Pace, ma tornerà in liberta solo nel luglio 1995. Nel 1998 lancia un ultimatum inascoltato al governo, chiedendo di convocare l’assemblea eletta nel 1990. Nel settembre 2000 è sottoposta nuovamente agli arresti domiciliari, ma riapre negoziati segreti con la giunta grazie alla mediazione di Razali Ismail, inviato speciale dell’Onu in Birmania. Nel maggio 2002 viene rilasciata in presenza della stampa straniera.

Agguato orchestrato dal Regime

 Il 30 maggio 2003 il convoglio sul quale viaggiava Aung San Suu Kyi con alcuni esponenti della Lega nazionale per la democrazia cade in un’imboscata, apparentemente orchestrata dal regime. Nell’incidente muoiono quattro persone secondo Rangoon, un centinaio secondo la Lega. San Suu Kyi e altri membri del partito vengono arrestati, poi la leader democratica viene assegnata ai domiciliari.

Nel 2009 condannata per aver ospitato un cittadino Usa

Nel maggio 2009, proprio mentre sperava di essere liberata, ospita un cittadino americano nella sua abitazione per due giorni. La giunta militare accusa San Suu Kyi di avere violato le condizioni della pena e, il 14 maggio, la trasferisce in prigione. La leader democratica è condannata in agosto a tre anni di prigione e di lavori forzati, quindi la sua pena viene commutata in 18 mesi supplementari di arresti domiciliari.

Nel 2010 il suo partito viene sciolto

Il Nobel per la Pace, a questo punto, riprende i suoi contatti con i militari, chiede un incontro con il "generalissimo" Than Shwe, propone un contributo per la rimozione delle sanzioni occidentali. Ma le leggi elettorali del marzo 2010 costringono la Lega nazionale per la democrazia a scegliere tra l’esclusione della loro leader e la rinuncia allo scrutinio. Il partito opta per la seconda opzione e viene ufficialmente sciolto. 

Possibile rilascio il 13 novembre

 La Corte Suprema birmana ha respinto l’ultima richiesta di appello presentata dai legali di Aun Sang Suu Kyi per l’annullamento della condanna i domiciliari: la decisione tuttavia non dovrebbe ostacolare il rilascio del Premio Nobel, dato che il 13 novembre avrà scontato la pena per intero.

top