30-10-1999 - Il Manifesto - Stefano Chiarini
Delegazione di Pace Pkk Arriva ad Istanbul
Si Consegnano Altri Otto Esponenti del Movimento In Europa

Una seconda "delegazione di pace" del Partito dei lavoratori del Kurdistan (Pkk) si è consegnata al
governo di Ankara nel giorno del 76esimo anniversario della fondazione della Turchia moderna.
Obiettivo dell'iniziativa è l'avvio di un dialogo con le autorità turche -come chiesto da Abdullah
Ocalan condannato a morte e rinchiuso nel carcere di Imrali in attesa del processo di appello- e la
trasformazione del Pkk in una legittima forza politica del paese. Gli otto esponenti del Fronte
nazionale di liberazione del Kurdistan, il braccio politico del Pkk, guidati da Haydar Ergul, sono
giunti a metà pomeriggio all'aeroporto di Istanbul a bordo di un aereo delle linee aeree austriache
proveniente da Bruxelles. Scesi dall'aereo sono stati arrestati e trasferiti al comando della polizia di
Istanbul. L'ordine di cattura, ha riferito l'avvocato Irfan Dundar, uno dei difensori di Ocalan, è stato
emesso da una corte per la sicurezza dello Stato di quella città. L'avvocato Dundar ha poi sostenuto
che "Il gruppo è venuto in Turchia in questo giorno così importante per dar un contributo alla
democratizzazione del paese". Una prima "delegazione di pace" del Pkk, che in agosto aveva
annunciato la cessazione delle sue operazioni militari, si era già costituita ai primi di ottobre e i suoi
otto componenti sono tuttora detenuti nel carcere di Mus.
La nuova strategia di pace del Pkk ha favorito non poco l'apertura del governo nei confronti
dell'Hadep, il partito kurdo, ed in particolare degli oltre 30 sindaci eletti nelle sue liste nel sud-est,
nonché quella nei confronti degli organismi per i diritti umani, ma per il momento non ha prodotto
alcun intervento legislativo che vada nella direzione del riconoscimento dei diritti culturali e
linguistici delle popolazioni di origine kurda. Non c'è dubbio però che abbia giocato in modo molto
positivo sulla scena politica turca dove per la prima volta, nel sistema stesso, si è aperta una reale
dialettica e un durissimo scontro tra coloro che vogliono profonde riforme democratiche e un
rapporto con la Ue e i settori dell'esercito e della burocrazia kemalista contrari a qualsiasi apertura e
alla entrata del paese nell'Unione europea.
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