Una guerra inutile Jimmy Carter Traduzione di Giampiero Ruani J.Carter presidente degli USA dal 1977 al 1981. Ha fondato nel 1982 il Centro Carter, una ONG che opera per la pace e la salute nel mondo. Washington Post 8 gennaio 2009 So, per coinvolgimento diretto, che la devastante invasione di Gaza da parte di Israele avrebbe potuto essere facilmente evitata. Dopo aver visitato Sderot lo scorso aprile e aver constatato i pesanti danni psicologici causati dai razzi che cadevano in quell'area, mia moglie, Rosalynn ed io dichiarammo che il loro lancio da Gaza era ingiustificable e un atto di terrorismo. Anche se le vittime erano rare (tre morti in sette anni), la citta' era traumatizzata dalle esplosioni imprevedibili. Circa 3000 residenti si sono spostati in altri paesi e le strade, i punti di ricreazione e i centri commerciali erano quasi vuoti. Il maggiore Eli Moyal ha raccolto un gruppo di cittadini nel suo ufficio per incontrarci e ha lamentato che il governo israeliano non fermava i razzi ne attreverso la diplomazia ne con un'azione militare. Sapendo che avremmo presto incontrato i leader di Hamas sia a Gaza che a Damasco, abbiamo promesso loro di adoperarci per un cessate il fuoco. Dal capo dei servizi segreti egiziano Omar Suleiman, che conduceva i negoziati tra Israele e Hamas, abbiamo appreso che esisteva una differenza fondamentale tra le due parti. Hamas voleva un cessate il fuoco comprensivo per Cisgiordania e Gaza e Israele rifiutava di discutere qualsiasi cosa che non riguardasse direttamente Gaza. Sapevamo che il milione e mezzo di abitanti a gaza erano ridotti alla fame, secondo la commissione speciale sul diritto al cibo delle Nazioni Unite il livello di malnutrizione a Gaza era lo stesso delle nazioni piu' povere del Sud Sahara, con piu' di meta' delle famiglie palestinesi che mangiano un solo pasto al giorno. I leader palestinesi di Gaza erano prudenti su tutti gli argomenti in discussione, sostenevano che i razzi sono l'unico modo per rispondere al loro imprigionamento e per rendere palese la loro difficile situazione umanitaria. I principali leader di Hamas a Damasco, comunque, hanno accettato di prendere in considerazione il cessate il fuoco a Gaza solo se Israele non avesse piu' attaccato Gaza e avesse permesso ai normali aiuti umanitari di essere distribuiti ai palestinesi. Dopo lunghe discussioni con quelli di Gaza anche questi leader di Hamas hanno dichiarato di essere pronti ad accettare un accordo che potesse essere negoziato tra Israele e il presidente dell'Autorita' Palestinese Mahmoud Abbas, a capo anche dell'OLP, purche' venisse approvato dalla maggioranza dei palestinesi in un referendum o da un governo eletto di unita' nazionale. Poiche' eravamo solo osservatori, e non negoziatori, abbiamo riferito queste informazioni all'Egitto ed essi hanno portato avanti la proposta di cessate il fuoco. Dopo circa un mese gli egiziani e Hamas ci hanno informati che tutte le azioni militari da entrabi i lati e il lancio di razzi sarebbero cessati il 19 luglio, per un periodo di 6 mesi e che gli aiuti umanitari sarebbero stati riportati al livello normale che esisteva prima del ritiro israeliano del 2005 (circa 700 TIR al giorno). Per noi e' stato impossibile ottenere conferma da Gerusalemme dato che Israele rifiuta di ammettere l'esistenza di negoziati con Hamas, ma il lancio di razzi e' subito terminato e c'e' stato un aumento nelle forniture di cibo, acqua, medicine e carburante. Tuttavia l'aumento era pari a circa un 20% del livello normale. Questa fragile tregua e' stata rotta il 4 novembre, quando Israele ha lanciato un attacco su Gaza per distruggere un tunnel difensivo che era stato scavato da Hamas all'interno del muro che chiude Gaza. Durante un'atra visita in Siria a meta' dicembre, mi sono adoperarato per prolungare l'imminente scadenza di sei mesi. Era chiaro che la questione principale era l'apertura dei valichi verso Gaza. Esponenti del Centro Carter in visita Gerusalemme si sono incontrati con rappresentanti israeliani hanno chiesto se questo era possibile in cambio della cessazione dei lanci di razzi. Il governo israeliano ha proposto informalmente che cio' sarebbe stato possibile se Hamas avesse interrotto prima il lancio di razzi per 48 ore. Cio' era inaccettabile per Hamas e sono scoppiate le ostilita'. Dopo 12 giorni di "combattimenti", le forze di difesa israeliane (IDF) hanno dichiarato che piu' di 1000 obiettivi sono stati cannoneggiati o bombardati. Durante questo tempo Israele ha rifiutato, con il supporto totale di Washington, contributi internazionali per ottenere un cessate il fuoco. Sono state distrutte 17 moschee, la Scuola Internazionale Americana, molte case private e molte delle principali infrastrutture della piccola ma densamente popolata area. Le infrastrutture includono i sistemi di distribuzione dell'acqua, l'energia elettrica e le strutture sanitarie. Un alto numero di vittime civili e' riportato da coraggiosi sanitari volontari provenienti da molte nazioni i piu' fortunati dei quali possono operare sui feriti alla luce dei generatori diesel. La speranza e' che nel momento in cui ulteriori scontri non saranno piu' produttivi, Israele, Hamas e gli USA accetteranno un altro cessate il fuoco, a quel punto il lancio di razzi terminera' nuovamente e un adeguato livello di aiuti umanitari potra' essere distribuito ai palestinesi sopravissuti, con un accordo dichiarato monitorato dalla comunita' internazionale. Il prossimo possibile passo: una pace permanente e esaustiva. |