Coi Piedi Per Terra Numero 236 del 5 ottobre 2009 11. TERRA. Antartide di Fulvio Gioanetto [Dal quotidiano "Il manifesto" del 18 settembre 2009 col titolo "L'invasione antartica"] Da tempo ricercatori ed ecologisti mettono in guardia contro i rischi e i danni ambientali di breve e lungo periodo provocati dal massiccio e crescente turismo nei Poli. Il turismo nella remota Antartide e' iniziato alla meta' degli anni '90. Motivati dalla curiosita', dalla voglia di avventura e dal desiderio di conoscere un continente unico dagli indimenticabili paesaggi, finora lo hanno visitato circa 300.000 turisti (soprattutto statunitensi, inglesi, australiani e neozelandesi). Il successo del documentario "La marcia dei pinguini" ha avuto il (de)merito di decuplicare le visite dei curiosi in pochi anni. Cosi', riferisce la Coalizione dell'Antartico e dell'Oceano del Sud (Asoc) che rappresenta duecento associazioni ambientaliste, solo l'anno scorso hanno calpestato il suolo antartico in circa 50.000: 40% statunitensi, 50% fra inglesi, australiani, neozelandesi, 10% europei continentali (www.asoc.org/portals/o/tourismsolution.pdf). Gli impatti ambientali diretti provocati da questo costante flusso turistico, anche se in parte controllato dalle stesse compagnie turistiche, sono molto grandi. Intanto per arrivare li'. Un recente rapporto finanziato dal Ministero della Scienza spagnolo e dalla Fondazione Abertis segnala che per ciascun visitatore, il "pacchetto" di emissioni di gas serra supera le 4 tonnellate: si tratta in genere di lunghissimi viaggi in aereo. E in loco, i turisti hanno un'ampia scelta di divertimenti: sciare, fare kayak, correre sulle motonevi, paracadutismo, sorvolare le distese ghiacciate in elicottero, farsi fotografare schiamazzanti in mezzo ai pinguini. Con danni evidenti: alterazione del tappeto di muschi, alghe e licheni esistente in alcune aree, erosione e compattamento dei suoli. Nel caso di alcune specie di muschi poi, e' stato calcolato che solamente il danno della pressione esercitata da una scarpa richiederebbe duecento anni perche' il muschio possa riprendersi. Inoltre i visitatori possono portare in loco sotto le suole spore o semi di specie invasive, che riescono a espandersi in un ambiente sempre meno freddo. Ci sono poi anche i rischi dei possibili incidenti. Come quello della nave crociera Mv Explorer che nel novembre 2007 affondo' presso l'isola King George (i 150 passeggeri furono recuperati). Alcuni ricercatori, fra cui il geofisico spagnolo Marti' Boada, ritengono che sia giunto il momento di applicare almeno un'ecotassa di 10 dollari per turista, con la quale si aiuterebbe a finanziare studi e programmi destinati a evitare il deterioramento dell'ecosistema polare. Inoltre occorrerebbe definire e delimitare alcune aree che necessitano di una protezione ed un'attenzione ecologica specifica, oltre a iniziare a ripristinare le aree gia' frequentate e alterate dall'afflusso dei turisti. Inoltre si propone di incrementare la formazione delle guide turistiche: esse sono cruciali per evitare che i visitatori che accompagnano, perfino quelli motivati da intenzioni naturalistiche e scientifiche, arrechino danni ancora maggiori al fragile ecosistema antartico. Secondo le norme internazionali, l'Antartide e' uno spazio terrestre "patrimonio dell'umanita'" che non appartiene teoricamente a nessun governo e dove sono proibite installazioni ed esercitazioni militari. Finora 47 stati hanno installato basi (non militari), centri di ricerca, stazioni di monitoraggio meteorologico, ecologico e geologico, e anche pozzi di perforazione nell'incessante ricerca di risorse minerarie. Un esempio e' la base Rothera, dove la Gran Bretagna mantiene permanentemente un personale di 100 addetti. |
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