Gino Strada: Chi impone scelte di guerra tradisce la Costituzione
di Gino Strada
fonte: Articolo 21


Cari amici, alla sensibilità di Emergency l&Mac226;imposizione di una struttura militare risulta impensabile: perché è un&Mac226;imposizione e soprattutto per la ragione elementare e decisiva che si tratta di una struttura destinata alla guerra.
Nel caso di Vicenza, non c&Mac226;è spazio nemmeno per le ipocrite metafore che il ricorso alle armi sia destinato a difendere la pace: una menzogna cui si contrappone la verità delle morti e delle sofferenze che la cronaca quotidiana ci fa conoscere dall&Mac226;Afganistan e dall&Mac226;Iraq.
Queste notizie di ogni giorno, non fantasiose eventualità future e remote, rivelano la natura, il senso e lo scopo di un insediamento militare.
Il rispetto per ogni persona non può tradursi nell&Mac226;apprezzamento per ogni scelta.
Voi vi opponete&Mac246; noi insieme ci opponiamo&Mac246; a decisioni di presidenti e ministri che, assumendo il loro incarico, hanno giurato di essere fedeli al "ripudio della guerra" che sta alla base della nostra convivenza.
Dove risieda la legittimità e la legalità in questo caso non è possibile dubitare.
Per parte nostra, non abbiamo bisogno di giuramenti pubblici e solenni.
Sentiremmo di tradire la nostra lealtà agli impegni di cittadini se consentissimo a violare la Costituzione.
Più ancora, tradiremmo noi stessi, le nostre convinzioni e la nostra umanità se non ci opponessimo ad azioni e situazioni che favoriscono la guerra.
Un insediamento militare, anche nei momenti in cui non fosse soggetto attivo di azioni di violenza, com&Mac226;è invece nella sua natura, sarebbe in ogni caso una costante operazione di incultura e di inciviltà.
Violare la storia e l&Mac226;arte di una città non sarebbe soltanto una profanazione del passato e del presente: sarebbe un&Mac226;ipoteca negativa sul futuro, una soppressione di speranza.
Il rifiuto che da lungo tempo Vicenza e con essa moltissimi italiani oppongono a questa „invasione armata‰ non nasce certo da qualche appartenenza a qualche schieramento partitico e politico.
Il "no" alla base militare al Dal Molin è un "no" alla guerra, alla sopraffazione e alla violenza.
Non siamo nemici di uno Stato "straniero" o di un&Mac226;alleanza.
Non conosciamo un&Mac226;umanità distinta o divisa in stranieri, nemici o alleati.
Conosciamo e riconosciamo l&Mac226;umanità come unica, unita e fraterna.
Non ci coinvolge la rivendicazione astratta di identità nazionale o territoriale.
Nel difendere Vicenza ci sentiamo cittadini del mondo, che vogliamo proteggere dalla distruzione.
La fedeltà e l&Mac226;attaccamento che esprimiamo non sono destinati a un luogo, ma sono rivolti all&Mac226;amicizia e alla pace, all&Mac226;umanità di oggi e al suo futuro.


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