Abbiamo ritenuto di non diffondere direttamente alla stampa questa riflessione in merito alla fiaccolata-stazione di giovedì 31 luglio 2008.
Tuttavia non possiamo non comunicarlo nelle reti e alle persone che credono in un mondo possibile diverso e che lavorano perchè questo possa realizzarsi


ALCUNE CONSIDERAZIONI IN MERITO AGLI SCONTRI DOPO LA FIACCOLATA del 31 luglio 2008 a Vicenza contro la base "DAL MOLIN"
di Massimo Corradi e Silvano Caveggion


Ci sentiamo di esprimere alcune considerazioni critiche in relazione a quanto è stato pensato e agito a conclusione della fiaccolata dell'altra sera, in ragione della nostra dichiarata e pubblica appartenenza al movimento che si oppone alla realizzazione della nuova base americana.

Innanzitutto, consideriamo scorretto chiamare i cittadini a partecipare ad una fiaccolata, che poi in corso di svolgimento diventa una occupazione dei binari della stazione. Riteniamo in buona sostanza che i leaders del Presidio che hanno indetto una manifestazione di un certo tipo ( una fiaccolata per esprimere la propria indignazione nei confronti dell'ordinanza del Consiglio di Stato, fiaccolata che tra l'altro ha avuto una buona partecipazione con la presenza anche di famiglie e bambini) abbiano la responsabilità dall'inizio alla fine di quanto è successo: quel che è certo è che la maggior parte delle persone presenti l'altra sera all'iniziativa, erano lì per partecipare ad una fiaccolata, e non erano informati della possibilità che poi questa diventasse una cosa diversa, di cui potevano non condividerne l'intento nonché il metodo.

Ci rivolgiamo quindi direttamente ai partecipanti all'occupazione e ai responsabili di quella azione in riferimento al senso dell'azione: diciamo loro cioè pacatamente che non è chiaro perché se si voleva esprimere la propria indignazione nei confronti del Consiglio di Stato che si è espresso sull'inizio dei lavori della nuova base americana, si sia poi andati a bloccare un pubblico servizio. Non c'è nessun legame tra l'obiettivo e l'azione che si è messa in atto. Se in tutti i settori in cui una parte della popolazione non è d'accordo su qualcosa (mondo del lavoro, immigrazione, etc) si verificasse che quella stessa parte per esprimere la propria indignazione andasse a sfogarsi su un pubblico servizio, onestamente non sappiamo dove andremmo a finire. E rispetto alle forze dell'ordine diciamo poi che, posto che anche se si volessero bloccare dei treni che portano con sé un carico di armamenti, esse sarebbero costrette a intervenire per sgomberare i manifestanti, in questo caso però in cui l'occupazione dei binari era fine a se stessa (non si era cioè costretti a compiere un'azione illegale in nome di un valore superiore come nel caso del passaggio di una carico di armamenti) è normale che le forze dell'ordine agiscano per far rispettare la legalità. Quindi, i leaders dell'azione si devono assumere fino in fondo le proprie responsabilità: si voleva in questo modo portare a una maggiore attenzione la questione di Vicenza? Sinceramente, nei titoli nazionali sono risaltati soprattutto gli incidenti, quasi nessuna parola della fiaccolata, niente delle motivazioni più ampie di chi si oppone alla nuova base, e questo sinceramente non sappiamo a chi faccia comodo.

Terza e ultima considerazione: l'efficacia delle azioni. Che cosa hanno portato gli incidenti dell'altra sera? Hanno spostato cittadini indifferenti a interessarsi della questione in vista della consultazione? Hanno convinto degli indecisi a mettersi dalla parte dei "no alla base"? Si è fatto un favore o si è piuttosto messa in difficoltà una amministrazione e il suo Sindaco che con tenacia sta tentando di mantenere fede a una non facile presa di posizione contraria alla realizzazione della nuova base? Pensiamoci, non è che perché ci riteniamo dalla parte del giusto siamo autorizzati a fare qualunque cosa. E soprattutto, se per contrastare delle decisioni e delle scelte che sentiamo imposte con la forza, si sceglie la via dell'azione illecita fine a se stessa, questa, oltre che condivisa solo da pochi, risulta alla fine anche non pagare in termini di risultato.






TOP