se per caso non siete ancora potuti entrare in possesso
dell'ordinanza del TAR contro la costruzione della NUOVA base USA-SETAF presso il Dal Molin la troverai qui allegata. di pippo magnaguagno (Rete Lilliput e Comitato Più Democrazia e Partecipazione). Allegato troverai anche la lettera di Romano Prodi, con la quale regala la città di Vicenza (assieme alla sua provincia, a Padova e Rovigo [dal punto di vista delle risorse idriche]) a W.Gerge Bush. Troverai anche una lettera che Paolo Costa (Commissario Straordinario per il Dal Molin) invia all'allora Ministro della Difesa Parisi in cui delinea e propone la "strategia" da adottare per portare a compimento il Progetto al Dal Molin. Alcune considerazioni: 1- Consultazione di Ottobre. la consultazione è la parte più importante e innovativa di questa vicenda. I militari USA hanno estrema attenzione nei confronti di questo strumento, poichè è mediaticamente invincibile e ha già prodotto risultati (negativi per i militari) in Giappone (http://www.politicaonline.net/forum/showthread.php?t=235433) e a Portorico (http://lists.peacelink.it/news/2005/08/msg00005.html). Come sostenuto dal nostro Sindaco, un paese amico dovrebbe tenere in considerazione l'opinione della città che lo ospita nonchè di quella degli organi giudiziari che eventualmente si esprimono. E' bene inoltre ricordare la differenza tra "ESPRESSIONE" e "DECISIONE" in quanto, i detrattori locali e nazionali della consultazione, stanno cercando di confondere le acque: la "DECISIONE" su questi temi spetta agli organi istituzionali in base alla legge 898/76 (qualora l&Mac226;iter legislativo fosse stato corretto), l'"ESPRESSIONE" della popolazione vicentina è tutelata dall'articolo 21 della Costituzione (che sta ancora più in alto) ed è sempre lecita. Con la Consultazione di Ottobre, i vicentini si "ESPRIMERANNO": tutto qui, eppure sembra che questa sia la più grande preoccupazione dei sostenitori della BASE SETAF ("...progetto interamente finanziato dagli Stati Uniti"). L'informazione capillare presso la città sarà fondamentale dovrà essere fatta porta-a-porta e l'ORDINANZA del TAR sarà uno dei migliori biglietti da visita. 2- Stato attuale ordinanza TAR di Venezia. L&Mac226;Ordinanza è efficace al 100%: non si può costruire nulla e il Comune deve vigilare. Se anche essa fosse superata dal Consiglio di Stato non lo sarà nel MERITO, ovvero nelle motivazioni di base (il devastante impatto sul territorio, le rigorose procedure in materia completamente scavalcate nonchè la mancata informazione ai cittadini etc&Mac183;), bensì in altri ambiti, ad esempio sulla COMPETENZA del TAR in merito a queste questioni, oppure la FORMA con cui si è giunti a questa Ordinanza. Comunque non riguardo ai CONTENUTI dell&Mac226;intero progetto. La tal cosa sarebbe stata giusta solo se gli organi competenti avessero rispettato le procedure, ma così non è stato. Di fatto, alcuni organi statali, in collaborazione con l&Mac226;esercito USA hanno deciso di agire in uno stato di (apparente) illegittimità o illegalità e il TAR li ha sanzionati. La prossima udienza è fissata per l&Mac226;8 ottobre, ma è una data troppo distante nel tempo e il CODACONS ha chiesto di anticipare i tempi. La prima udienza del Consiglio di Stato è attesa per il 29 luglio. 3- Situazione effettiva presso il Dal Molin, azioni da intraprendere. La determinazione del Sindaco e della Giunta di Vicenza nel far rispettare l&Mac226;Ordinanza sembra essere piena, ciononostante è considerevole la proposta di SEQUESTRARE l&Mac226;area a scopo precauzionale (tecnicamente fattibile) nonché quella di aiutare l&Mac226;organismo comunale come prescritto all &Mac226;art. 3 comma 5 del testo unico degli enti locali: &Mac183;I comuni e le province svolgono le loro funzioni anche attraverso le attività che possono essere adeguatamente esercitate dalla autonoma iniziativa dei cittadini e delle loro formazioni sociali. nell&Mac226;azione di controllo dell&Mac226;area. Tutto questo fino alla validità dell&Mac226;Ordinanza. Nel caso essa venga meno (dobbiamo aspettare il Consiglio di Stato) in attesa delle altre AZIONI LEGALI, sarà necessario utilizzare la Difesa Popolare Nonviolenta: blocchi nonviolenti delle entrate, pressione sulle ditte costruttrici etc&Mac183;, qui e altrove per impedire fisicamente l&Mac226;eventuale inizio dei lavori. Queste azioni di disturbo assieme alla consultazione di ottobre (un momento un po&Mac226; critico anche per via delle elezioni USA) e all&Mac226;udienza presso il TAR potrebbero indurre i militari a recedere anche prima. Se la Difesa Popolare Nonviolenta verrà fatta da molte centinaia o migliaia di cittadini e non da pochi attivisti sarà molto più efficace, perciò, nuovamente, è giusto battere sul tasto della informazione. 4- Lettera di Prodi. Essa fu sbandierata un anno fa dall&Mac226;ambasciatore Spogli come il nulla osta alla base. Non è così, la definizione di Opera Destinata alla Difesa Nazionale deve essere decretata dallo Stato Maggiore della Difesa con modalità, contenuti e documentazione ben diverse da quelle presentate da Prodi. Se gli enti preposti avessero agito a norma di legge non si sarebbe arrivati a questo punto e noi avremmo impugnato e portato in tribunale gli atti stessi (questa volta) legali. Lo stato ha agito così perché sapeva benissimo che in nessun modo è difendibile il progetto Dal Molin: o lo si faceva passare da dietro le quinte oppure nulla da fare. Infatti la base non è NATO ma SETAF ("...progetto interamente finanziato dagli Stati Uniti"). Non vi è alcun interesse da parte della Difesa Italiana; la base inoltre, come ricordato precedentemente, viola il BIA del 1954 portando a 9 le basi USA sul territorio Italiano quando quelle concesse sono solo 8 (da cui il ricorso alla parola ampliamento). I militari potevano quindi affidarsi solamente al favore personale dei rappresentanti delle massime istituzioni che infatti hanno agito conformemente cercando di scavalcare tutto e tutti, ma non ce l&Mac226;hanno ancora fatta. 5- Lettera di Costa a Parisi. La lettera si commenta da sé, un po&Mac226; come il Commissario stesso. Per Costa le autorizzazioni ovvero tutto ciò che riguarda la legalità, la trasparenza, il rispetto delle regole anche per la salvaguardia dei cittadini, sono forche caudine ovvero banali impedimenti alla realizzazione del progetto che possono portare ad un possibile contenzioso (che è puntualmente arrivato), in tal senso Parisi viene invitato a non avvallare l&Mac226;ipotesi della realizzazione del VIA invocata dal Ministro per L&Mac226;Ambiente (&Mac183;insidia fin troppo evidente alla possibilità di procedere in tempi definiti), Costa indica inoltre che la compensazione, confermando quindi l&Mac226;esistenza del danno, risiede nella tangenziale nord della città del cui finanziamento però non v&Mac226;è traccia alcuna. Nessuna menzione a ciò che riguarda la falda acquifera, né alla incredibile richiesta di sottoservizi (acqua, luce, gas, fognature, tutt&Mac226;ora incomprensibile) che dovremmo pagare noi vicentini. |