Intervento Per Il Seminario del Comitato Dcnan
19 maggio 2005, Roma
di Raffaele Barbiero per la Cisl Forlì-Cesena
e per ALON (Associazione Locale Obiezione e Nonviolenza)

Vado per punti per volontà di sintesi con una sola premessa: importante questo seminario e questo avvio di lavoro operativo del Comitato DCNAN. Il Comitato ha un ruolo importante e istituzionale che mi sento di difendere e sostenere, certo che da qui scaturiranno risposte interessanti su come gestire, risolvere, trasformare i conflitti armati.

Ritengo la nonviolenza fine ultimo al quale si deve tendere per la gestione, soluzione, trasformazione dei conflitti ( non sono quelli armati, ma anche quelli sociali, ecc.)

In ogni caso oggi mi pongo l’obiettivo di ridurre ai minimi termini l’utilizzo della violenza nel mondo (sia sugli esseri viventi, che sulle cose) e penso che la nonviolenza, almeno come metodo di azione, possa contribuire a questo obiettivo intermedio.

In relazione a quanto suddetto non nego oggi l’intervento delle Forze Armate in certe situazioni di conflitto, con compiti però di “polizia” internazionale e di separazione dei contendenti o in caso di gravi violazioni dei diritti umani perpetrati da una parte a danno di un’altra.
Questo però richiede ristrutturazione delle Forze Armate, anche relativamente alle dotazioni dell’armamento: es. armi nucleari, proiettili all’uranio impoverito, ordigni che esplodono dentro il corpo umano, bombe al fosforo che tolgono ossigeno e bruciano gli esseri viventi, mal si conciliano con la funzione di “polizia”, ma stanno insieme invece con la vecchia concezione militare che porta all’annientamento dell’avversario.

Oggi ci sono due fenomeni preoccupanti da osservare:
- LA STRATEGIA DELLE NOSTRE Forze Armate, che già dal 1991 è cambiata assumendo il concetto di “sicurezza” e non quello di difesa e l’impegno a difendere “i nostri interessi in ogni parte del mondo dove questi risultano minacciati”, quando poi la traduzione di interessi è quella delle materie prime in grado di mandare avanti il nostro modello economico (tratto da “
- LE AZIENDE PRIVATE DI SICUREZZA. Sull’onda della privatizzazione dei servizi, anche di quelli forniti dalle Forze Armate, in molti Paesi Occidentali stanno crescendo queste realtà che appaltano servizi di “sicurezza” con la formula “tutto compreso” e sulle quali talora è difficile porre un confine ed un controllo democratico.
Almeno le Forze armate regolari hanno i limiti imposti dai propri governi, parlamenti e, se pur minimi, dall’opinione pubblica.(1)

La nonviolenza come metodologia di azione NON dà certezza di un risultato positivo (del resto neanche la guerra dà certezza di risolvere i problemi), ed è proprio partendo da questa consapevolezza che propongo:

1) che il servizio civile nazionale volontario sia il luogo privilegiato per attività formative di conoscenza e promozione dell’azione nonviolenta e delle metodologie nonviolente;
2) che il Comitato DCNAN si dia un progetto così articolato:
a) per la RICERCA, individuare alla situazione odierna quale bagaglio di tecniche e di azioni nonviolente sono già possibile patrimonio dell’agire nonviolento (ricordo come base di partenza il lavoro del prof. Gene Sharp, pubblicato dal Gruppo Abele di Torino) per poi diffondere i risultati di questa nuova ricerca;
b) per la SPERIMENTAZIONE, addestrare adeguatamente un gruppo significativo di servizio civilisti volontari provenienti da quelle realtà associative che in Italia si occupano dei Corpi Civili di Pace (es. Berretti Bianchi di Lucca, Papa Giovanni XXIII di Rimini, Gavci di Bologna, ecc.) per poi impiegarli in un’azione comune da individuare all’estero (es. Palestina o Kosovo) e in Italia (lotta alle infiltrazioni della criminalità organizzata in Sicilia o Campania)

Come ricavare i fondi:

1) innanzitutto partire dalla dotazione del capitolo di spesa stanziato dall’Unsc;
2) sostenere e promuovere l’opzione fiscale, (oggi attuata attraverso la Campagna Nazionale dell’Obiezione alle Spese Militari), per far sì che ogni contribuente possa decidere, sull’esempio dell’8 per mille, se destinare una parte delle proprie tasse a sostenere la difesa armata o quella non armata e nonviolenta;
3) riconoscere i congedi-aspettativa dal lavoro per la partecipazione a missioni organizzate nell’ambito dei Corpi Civili di Pace.
Il 25 maggio 2005 nella saletta della Camera dei Deputati a Montecitorio è stata presentata ufficialmente una proposta in tal senso dall’on. Tiziana Valpiana, prima firmataria, con l’adesione di Giovanni Bianchi, Ruzzante, Boato, Pistone, Grandi, Ruggeri, Bandoli, Bielli, Bimbi, Bulgarelli, Calzolaio, Cima, Crucianelli, Maura Cossutta, Deiana, De Simone, Fumagalli, Giacco, Giulietti, Griffagnini, Kessler, Mascia, Mantovani, Luca Provera, Russo Spena.


(1) = per riferimenti leggere il libro: “Mercenari S.P.A.”, di Vignarca Francesco, ed BUR, Biblioteca Universale Rizzoli, 2004

TOP