Dichiariamo il 4 novembre
“Giornata Delle Forze Disarmate”
di Alberto L’Abate
Fucina per la nonviolenza di Firenze



Dichiariamo il 4 novembre
“Giornata Delle Forze Disarmate”
di Alberto L’Abate
Fucina per la nonviolenza di Firenze


Un'alternativa alle Forze Armate esiste: sono i Corpi Civili di Pace, previsti dal testo della Costituzione europea e dal programma dell’Ulivo, ma che tardano ad essere costituiti per l’opposizione dei militari.

Ma che cosa sono i Corpi Civili di Pace? Che cosa fanno?

I Corpi Civili di Pace sono gruppi di persone, con un'adeguata preparazione, che svolgono attività tese a prevenire o risolvere situazioni di pre-conflitto o di conflitto aperto, con diversi strumenti e modalità:

- appoggio ai gruppi locali che utilizzano gli strumenti della nonviolenza per la difesa dei propri diritti

- l’accompagnamento continuo di persone minacciate dagli “squadroni della morte”, o comunque a rischio

- l’organizzazione di vere e proprie ”Ambasciate di Pace” in quelle località per studiare a fondo i problemi connessi alla possibile esplosione del conflitto e per cercare di trovare delle vie per una soluzione pacifica prevenendone l’esplosione

- l’attivazione di incontri tra le parti in conflitto per cercare delle soluzioni concordate

- l’organizzazione di marce o di interventi di molte persone, per un periodo di tempo limitato, per appoggiare iniziative di pace delle due parti, e drammatizzare la situazione in modo da stimolare un intervento responsabile della comunità internazionale

- l’osservazione della regolarità di elezioni e del rispetto dei diritti umani

- la formazione alla nonviolenza, al rispetto dei diritti umani, al dialogo interetnico e alla riconciliazione di membri attivi della società civile dei contendenti, tentando di unirli anche nella fase della formazione, e cercando, con loro, delle possibili soluzioni al conflitto stesso.

Invece le organizzazioni umanitarie tradizionali si occupano, normalmente, di assistenza a fasce deboli della popolazione, aiuto alla ricostruzione di case o di strutture di servizio (scuole, ospedali, centraline per la potabilizzazione dell’acqua, ecc.), cura di malati o di feriti, la distribuzione di viveri, l’aiuto a fasce deboli della popolazione per lo sviluppo di attività che creino opportunità di crescita sociale ed economica. Tutte attività estremamente importanti, da non sottovalutare, ma che rischiano molte volte di rendere le popolazioni dipendenti dagli aiuti esterni e non aiutarle ad essere autonome.

I due tipi di attività hanno una differenza di fondo: i Corpi Civili di Pace sono orientati alla prevenzione dei conflitti armati, alla ricerca di soluzioni alternative alla guerra ed alla lotta armata; quelle umanitarie alla difesa delle fasce più deboli della popolazione.

Questi due tipi di attività richiedono capacità e conoscenze diverse; in particolare per la previsione, la prevenzione dei conflitti armati, o per le altre attività previste per i Corpi Civili di Pace, ci vuole una grande preparazione umana e sociale, molte conoscenze sui modi per risolvere nonviolentemente i conflitti, per mediarli o per trasformarli creativamente. E queste competenze sono difficili a trovare e richiedono, oltre all’impegno personale, anche una professionalità specifica.

Se vogliamo un mondo senza guerra e senza violenze dobbiamo incrementare e trovare fondi adeguati per i Corpi Civili di Pace. Secondo studi approfonditi basterebbe ridurre del 30% le attuali spese militari ed utilizzarle per attività alternative: potremmo risolvere, in circa 20 o 30 anni, tutti gli attuali problemi del mondo, dalla fame, all’analfabetismo, alla mancanza di risorse energetiche. Un altro mondo è possibile. Perché non lo facciamo?



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