LUE ha compiuto significativi progressi nello sviluppo della sua struttura istituzionale negli ultimi cinque anni al fine di affrontare le nuove sfide della politica estera, sicurezza e sviluppo e portare a compimento lallargamento.
I potenziali sviluppi strutturali futuri includono la proposta di un Ministro degli Esteri Europeo e la costituzione di un Servizio Europeo per lAzione Esterna. La speranza è che questi cambiamenti accrescano labilità dellUE di essere un attore globale come delineato nel 2003 dalla Strategia di Sicurezza Europea.
Comunque, laumentata attenzione posta su tematiche riguardanti il conflitto e la sicurezza ha evidenziato sempre di più i problemi posti dalla struttura a pilastri e al deficit strategico dellUE nella prevenzione dei conflitti e nella costruzione della pace.
La Politica Europea di Sicurezza e Difesa (PESD), che incorpora operazioni di gestione di crisi civili e militari, è guidata dal Consiglio, così come stabilito dal secondo pilastro. Queste attività sono istituzionalmente e praticamente separate dalla prevenzione dei conflitti, dalla costruzione della pace e dalla ricostruzione post-conflitto - attività di cui si occupa la Commissione - così come accade per il più vasto ambito di assistenza e politiche commerciali secondo le disposizioni del primo pilastro dellUE . Questa separazione istituzionale fra la Commissione e il Consiglio significa che le attività complementari di prevenzione del conflitto e programmazione dello sviluppo non sono integrate nella pianificazione operativa e strategica delle operazioni di gestione della crisi.
Inoltre, lUE continua ad investire più tempo e denaro nello sviluppo delle sue capacità di gestione della crisi militare piuttosto che nello sviluppo delle sue capacità civili, nonostante lessenziale ruolo che i civili svolgono in tutti gli scenari della prevenzione del conflitto.
La Bozza del 2004 sul piano dAzione per gli Aspetti Civili della PESD riconosce questo deficit riconoscendo che sebbene esistano capacità rilevanti allinterno dei dipartimenti governativi degli Stati Membri, nelle organizzazioni non governative, nel settore privato, e nelle altre organizzazioni internazionali, queste non sono attualmente mobilitate dallUE in maniera sufficientemente robusta e coerente per costruire una pace sostenibile.
LUE dovrebbe quindi impegnarsi con gli attori competenti in un serio dialogo su come riformare le strutture e i processi dellUE con lintento di costruire un ponte fra spartiacque istituzionali.
Soltanto colmando questo deficit strategico lUE realizzerà le sue ambizioni di essere un attore più attivo, capace e coerente nella promozione della pace e la sicurezza internazionale.
Le Necessità attuali:
Un forum dei capi di governo degli Stati Membri per la definizione a livello politico di approcci comuni al peacebuilding nei diversi settori ed aree coinvolte.
Gli strumenti civili per la gestione della crisi , allinterno del contesto della Politica Europea di Sicurezza e Difesa, sono ad oggi suddivisi in quattro aree principali - politica, stato di diritto, amministrazione civile e protezione civile- e sono queste priorità che hanno modellato lapproccio dellUE allo sviluppo delle attuali capacità civili.
Le quattro aree individuate, però, non sono affatto esaustive, ma ugualmente allinterno di queste ci saranno problemi di coordinazione e competenza quando le quattro aree cadranno sotto la direzione di al massimo due o, nel caso di qualche Stato Membro, più dipartimenti governativi.
Al momento non cè nessun forum in questa area nel quale i Ministri responsabili degli Stati Membri possano lavorare con un approccio comune.
Cè quindi bisogno di una struttura di questo tipo.
Strutture innovative per riunire le politiche in un unico piano operativo
I meccanismi della PESD sonoe istituzionalmente e praticamente separati dalla prevenzione del conflitto, dalle attività di gestione della crisi e di ricostruzione post-conflitto che sono sostenute dalla Commissione e dagli Stati Membri, così come dallONU, dallOSCE e dalle ONG. EPLO invita lUE a cogliere le potenziali opportunità delle imminenti riforme strutturali per lo sviluppo di un approccio più coordinato e completo per la gestione della crisi e la costruzione della pace su un unico piano operativo.
La possibile costituzione di un Servizio Europeo Comune per lAzione Esterna (EAS) dovrebbe fornire una piattaforma unitaria per una azione concordata. In particolare, anche i benefici della costituzione di un meccanismo come unAgenzia o un Pool che siano parte dellEAS per facilitare la coordinazione tra le istituzioni dellUE e gli altri attori dovrebbe essere preso in seria considerazione.
Alle seguenti aree dovrebbe essere data la priorità
- Formare e reclutare personale civile
- Progettare missioni di sostegno e valutazione della gestione civile delle crisi
- Coordinare gli strumenti interni allUE
- Ricerca e valutazione
- Cooperazione con organizzazioni esterne e organizzazioni non governative
Le necessità per ciascuna di queste aree sono elencate in maniera più dettagliata nel documento allegato.
EPLO è la più grande piattaforma europea di ONG attive nella costruzione della pace, la prevenzione, la trasformazione e la risoluzione dei conflitti in tutto il mondo.
EPLO, Marzo 2005
ALLEGATO
Per raggiungere gli obiettivi sopra delineati, processi e meccanismi appropriati dovrebbero assolvere alle seguenti funzioni:
Reclutamento e Formazionedel personale civile
- Stabilire standard europei per la formazione e reclutamento di personale civile.
- Assicurare che i meccanismi di formazione e reclutamento siano aperti ed accessibili ad esperti sia statali che non, ed assicurare le competenze del personale civile necessarie sia per la costruzione della pace nel lungo termine sia per la gestione delle crisi nel breve periodo.
- Coordinare e ulteriormente sviluppare liste nazionali e strutture e procedure per perfezionare la loro interoperatività.
- Ricercare ulteriori aree di competenza civile richieste per la costruzione della pace e per la gestione della crisi e sviluppare standard di formazione e reclutamento per queste.
- Valutare e gestire laccreditamento di corsi di formazione e qualifiche che rispettino gli standard europei.
Pianificazione, sostegno e valutazione per la gestione civile delle crisi
- Identificare requisiti oggettivi ed operativi di lungo e breve periodo per le capacità civili basati sulla valutazione delle necessità e sulle migliori pratiche e valutare losservanza degli impegni dati dagli Stati Membri.
- Esaminare differenti opzioni di impiegno delle capacità, incluso lutilizzo di squadre interdisciplinari di pronto impiego.
- Includere oggettivi di capacità civili basati sulla valutazione delle necessità funzionali per impieghi nella prevenzione di lungo periodo e per le operazioni post-conflitto di breve periodo.
- Ampliare la capacità e la portata delle competenze funzionali allinterno del Segretariato del Consiglio e della futura cellula di pianificazione Civile-Militare, per comprendere la riforma del settore della sicurezza, il disarmo, la smobilitazione, e la reintegrazione, il controllo dei confini, il crimine organizzato, i diritti umani, la mediazione e i mass media.
- Incorporare lanalisi della valutazione dellimpatto del conflitto nella pianificazione degli scenari generici e specifici.
- Creare un uffcio sulle migliori pratiche per esaminare i lesson learned reportsrelativi agli interventi civili, per commissionare analisi indipendenti delle valutazioni dimpatto sul conflitto e per promuovere le migliori pratiche in tutta lUE sulla base di queste valutazioni.
Coordinare gli strumenti interni allUE
- Coordinare la pianificazione, la realizzazione, e la valutazione di specifici meccanismi allinterno di tutte le istituzioni dellUE, allinterno delle strategie specifiche di intervento per paese/regione allinterno di un mandato congiunto del Consiglio e della Commissione per un approccio alla prevenzione dei conflitti di lungo periodo (come proposto nel Programma dellUE per la Prevenzione dei Conflitti Violenti del 2001).
- Sviluppare una Cellula di Pianificazione Civile-Militare allinterno dellEAS per assicurare che poggi anche su expertise del settore umanitario e sviluppo dellUE, oltre che di personale della DG per le relazioni esterne.
- Considerare la creazione un punto di coordinamento interistituzionale per la prevenzione dei conflitti attraverso listituzione di un Gruppo di lavoro (o Pool) sulla Prevenzione dei Conflitti allinterno del Consiglio (con una membri dalle Direzioni Generali della Commissione in maniera appropriata) o allinterno del nuovo Servizio per dAzione Esterna.
- Prendere esempio dai modelli congiunti dei governi di alcuni Stati Membri (e.g. il Regno Unito, lOlanda e la Germania).
- Sostenere unEAS che comprenda uno staff proveniente da tutte le dirigenze del Consiglio e della Commissione con un collegamento alle relazioni esterne e distaccamento di personale proveniente anche dai Ministeri degli Affari Esteri e dello Sviluppo degli Stati Membri.
- Il Ministro degli Esteri Europeo dovrebbe essere sostenuto da un vice che abbia specifiche responsabilità per la coerenza fra sviluppo e sicurezza
- Dovrebbe essere garantita una revisione annuale della coerenza nelle azioni esterne (attraverso la presidenza di turno) con le commissioni del Parlamento Europeo, che si occupano di Sviluppo, Politica Estera, Difesa e Bilancio, che la esaminino anche preparando loro stessi un rapporto congiunto parallelo per monitorarne il progresso.
Ricerca e valutazione
- Sostenere ricerche policy-oriented indipendenti per identificare i bisogni basati sui target di capacità e promuovere le migliori pratiche nelle politiche, programmi e operazioni di costruzione della pace e gestione delle crisi nellUE
- Sostenere delle valutazioni indipendenti degli sforzi dellUE nella prevenzione dei conflitti e delle crisi , basandosi sullesperienza degli stakeholders locali.
- Sostenere rapporti di early warning indipendenti per la Commissione e il centro di situazione dell UE.
Cooperare con le organizzazioni esterne e le organizzazioni non governative
- Minimizzare la duplicazione e massimizzare lefficienza delle realizzazioni tra le organizzazioni esterne, le organizzazioni regionali e sub-regionali, non governative e la società civile, coinvolte nella gestione delle crisi e nella prevenzione/trasformazione dei conflitti, attraverso meccanismi di consultazione regolare nella fase di pianificazione (ad es. attraverso la creazione di gruppi di contatto formali o informali di stakeholders sulla gestione delle crisi e prevenzione dei conflitti)
- Assicurare lo sviluppo di operazioni congiunte che sostengano la formazione di capacità locali e la costruzione della pace nel lungo termine.
- Documentare e sviluppare, in consultazione con le organizzazioni non governative, le migliori pratiche per tutte le parti impegnate nella la gestione delle crisi e prevenzione dei conflitti dell UE.
- Prendere esempio dai modelli di cooperazione/interazione fra uffici governativi e organizzazioni non governative già realizzati dagli Stati Membri (es. I Servizi Civili di Pace Tedeschi).
- Prendere esempio dai modelli di cooperazione/interazione fra uffici governativi e organizzazioni non governative realizzati dai Paesi esterni allUE e dalle altre organizzazioni regionali e internazionali.
- Stabilire un dialogo regolare sul piano politico a livello dellUE con i gruppi delle ONG attive in Europa per la costruzione della pace, la prevenzione, trasformazione e la risoluzione dei conflitti.
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