Gruppo di Lavoro sul Nord Irlanda alla Conferenza di Dublino,
breve relazione di Maurizio Cucci (Berretti Bianchi e Rete CCP)

L'ultima vignetta di Vauro che ho visto mostrava un Cristo che portava la croce verso Falluja, un altro luogo dove sicuramente il Cristo porta la sua croce e' la cristiana terra del nord Irlanda.
Territorio che pare affiorare oltre una cortina di nebbia che lo separa dall'Unione Europea.
Alla recente Conferenza di Dublino sul Ruolo della Societa' Civile e delle ONG nella Prevenzione dei Conflitti, ho ascoltato le esperienze della società civile nordirlandese, impegnata ad abbattere le frontiere territoriali per sostituirle con frontiere transnazionali come ad esempio, suggerisce il relatore, quelle di un unico territorio economico dove agisce lo stesso tipo di mercato comune.
Concetti che ai popoli europei appaiono scontati da tempo, sono ancora tema da dibattere per la società civile nordirlandese. Questo, almeno a me, appare singolare. Purtroppo pero' la segregazione, la paura e la mancanza di fiducia sono sentimenti ancora largamente presenti in quelle vita quotidiane.
Tuttavia i vari gruppi di societa' civile organizzata sono impegnati in attivita' di ponte e di maggiore interazione transnazionale nel loro percorso verso la riconciliazione. Alimentando la collaborazione sociale e le esperienze professionali.
Organizzando l'incontro di piccoli gruppi dove le vittime e gli ex combattenti possono raccontarsi, perche' incontrare le persone a livello umano e' la vera chiave per la riconciliazione. Dar voce alle persone e permettere loro di esprimere la loro cultura e di scoprire la cultura del loro vicino, senza fare troppa pressione sulla parola riconciliazione, ma sostituendola con le parole comprensione e rispetto.
Anche l'educazione scolastica andrebbe aiutata nel cammino verso la riconciliazione, ma l'impegno dello Stato in questo campo e' scarso. Purtroppo se non si risolvono i problemi sociali dei giovani, suggerisce un nuovo relatore, il conflitto rimane dietro l'angolo e potrebbe riesplodere in qualsiasi momento. Anche i media, dal canto loro, non sono molto cooperativi nel senso della riconciliazione, ma molto piu' interessati ad eventuali scontri violenti, quegli scontri che i vari attori della società civile sono continuamente impegnati ad evitare. Chi con telefoni mobili che annunciano le piccole eventuali crisi coordinando gli opposti impegni a sedarle, ognuno dal suo lato della strada. Chi con investimenti e ristrutturazioni che facilitano l'interazione economica. Chi, ancora, organizzando riunioni e conferenze bilaterali tra gli opposti schieramenti per continuare a mantenere vivo il dialogo.
Nonostante, infine, il Ministro degli Esteri Irlandese, venuto a chiudere la Conferenza di Dublino, non si sia dichiarato troppo ottimista nei riguardi del percorso in Nord Irlanda, la societa' civile lavora duramente per portare quelle terre nell'Europa di tutti, in quell'Europa in cui anche noi viviamo insieme a loro.

TOP