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A TOUS LES ENFANTS
IL DISERTORE |
A TOUS LES ENFANTS (e anche a Boris) A tutti i ragazzi che son partiti con lo zaino in spalla nella nebbia d’un mattino d’aprile vorrei fare il monumento a tutti i ragazzi che hanno pianto con lo zaino in spalla gli occhi bassi sulla tristezza vorrei fare il monumento non di marmo, nè di cemento, nè di bronzo che si fa verde sotto il morso acuto del tempo un monumento del loro dolore un monumento del loro terrore e del loro stupore ecco il mondo profumato, pieno di risa pieno di uccelli blu, di colpo cancellato da uno sparo un mondo nuovo dove sotto un corpo che cade s’apre una macchia di sangue. Ma a tutti quelli che son rimasti coi piedi al caldo nei loro uffici a calcolare i profitti della guerra che hanno voluto a tutti i grossi, tutti i cornuti che trascinano la pancia nella via e contano, contano quei soldi. A tutti quelli innalzerei il monumento adatto a loro con la spranga, con la folgore, coi calci, coi pugni con le parole che incolleranno alle loro rughe ai loro doppi menti marchio di vergogna e di fango. (1954) |
IL DISERTORE Signor Presidente, le scrivo una lettera che leggerà, forse, se avrà tempo. Ho appena ricevuto la cartolina militare per andare alla guerra entro mercoledì sera. Signor Presidente, non voglio farlo non sono sulla terra per uccidere povera gente. Non per farvi arrabbiare, ma devo dirlo ho preso la mia decisone: diserterò. Dacchè sono nato ho visto partire i miei fratelli ho visto morire mio padre e piangere i miei figli mia madre ha tanto sofferto che è nella sua tomba e se ne fotte delle bombe come se ne fotte dei vermi. Quand’ero in prigionia hanno rubato la mia anima hanno rubato la mia donna con tutto il mio passato. Domani uscirò sbattendo la porta in faccia agli anni morti: vivrò sulla via. Mendicherò la vita sulle strade di Francia dalla Bretagna alla Provenza e dirò alla gente "Rifiutate d’obbedire, non fatelo non andate in guerra, rifiutate di morire". Se si deve versare sangue vada a versare il Suo caro "buon apostolo", signor Presidente. Se mi fa perseguire avverta i suoi gendarmi che non ho armi e che possono sparare. (1954) |
L’EVASO Ha oltrepassato la collina i suoi piedi facevano rotolare le pietre. Lassù, chiusa fra quattro mura una sirena cantava senz’allegria. Respirava l’odore degli alberi. Respirava con tutto il corpo. La luce lo accompagnava e faceva danzare la sua ombra. Purché mi lascino il tempo. Saltava fra l’erba ha colto due foglie gialle sorsi di linfa e di sole. Le canne d’acciaio blu sputavano corte fiamme di fuoco secco. Purché mi lascino il tempo. E’ arrivato in riva all’acqua vi ha immerso il viso rideva di gioia; ha bevuto. Purché mi lascino il tempo. Si è rimesso in piedi per saltare. Purché mi lascino il tempo. Un ape di bronzo caldo l’ha folgorato sull’altra riva e mischiato sangue e acqua. Aveva avuto il tempo di vedere. Il tempo di bere al ruscello. Il tempo di portare alla bocca due foglie, sorsi di sole. Il tempo di ridere agli assassini. Il tempo di raggiungere l’altra riva. Il tempo di andare verso la sua donna. Aveva avuto il tempo di vivere. |
Io Non Vorrei Crepare - Vittorio Gassman NON VORREI CREPARE Prima di aver conosciuto I cani neri del Messico Che dormono senza sognare Le scimmie del culo pelato Divoratrici di fiori tropicali i ragni d'argento Dal nido pieno di bolle Non vorrei crepare Senza sapere se la luna Dietro la faccia di vecchia moneta Abbia una faccia puntuta Se il sole sia freddo Se le quattro stagioni Siano poi davvero quattro Senza aver tentato Di sfoggiare un vestito Lungo i grandi viali alberati Senza aver contemplato la bocca delle fogne Senza aver ficcato il cazzo In certi angoli bizzarri Non vorrei crepare Senza conoscere la lebbra O le sette malattie Che si prendono laggiù Il buono e il cattivo Non mi tormenterebbero Se sapessi Che ci sarà una prima volta E troverò pure Tutto ciò che conosco Tutto ciò che apprezzo E sono sicuro mi piace Il fondo verde del mare dove ballano i filamenti delle alghe Sulla sabbia ondulata La terra bruciata di giugno La terra che si screpola L'odore delle conifere Ed i baci di colei Che mi fa stravedere La bella per essenza Il mio orsacchiotto, l'Orsola Non vorrei crepare Prima di aver consumato La sua bocca con la mia bocca Il suo corpo con le mie mani Il resto con i miei occhi Non dico altro bisogna Restare umili Non vorrei crepare Prima che abbiano inventato Le rose eterne La giornata di due ore Il mare in montagna La montagna al mare La fine della sofferenza I giornali a colori La felicità dei ragazzi E tante cose ancora Che dormono nella testa Degli ingegneri geniali Degli allegri giardinieri Di socievoli socialisti Di urbani urbanisti E di pensierosi pensatori Tante cose da vedere Da vedere e da sentire Tanto tempo ad aspettare Da cercare nel nero E io vedo la fine Che brulica e che arriva Con la sua gola schifosa E che m'apre le braccia Da rana sciancata Non vorrei crepare Nossignore nossignora Prima di aver assaporato Il piacere che tormenta Il gusto più intenso Non vorrei crepare Prima di aver goduto Il sapore della morte |
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