La Nonviolenza: Un Assoluto Antropologico, Etico e Politico di Franco Cambi [Ringraziamo Franco Cambi (per contatti: cambi@unifi.it) per questo intervento. Franco Cambi, illustre pedagogista, e' professore ordinario di pedagogia generale all'Universita' di Firenze. Dal sito della Facolta' di scienze della formazione dell'Universita' di Firenze riprendiamo la seguente scheda: "Dal 1987 Franco Cambi e' professore ordinario di Pedagogia generale; ha svolto il suo insegnamento presso gli Atenei di Lecce, di Siena e di Firenze. La sua formazione scientifica si e' compiuta a Firenze sotto la guida di Giulio Preti, per la filosofia, e di Lamberto Borghi, per la pedagogia (con quest'ultimo si e' laureato con una tesi sullíevoluzione del "discorso pedagogico" in Italia dal Risorgimento agli anni Sessanta del XX secolo), cosi' come quella didattica, lavorando sia alla Facolta' di Lettere sia a quella di Magistero. E' stato ed e' tuttora direttore del Dipartimento di scienze dell'educazione e dei processi culturali e formativi dell'Ateneo fiorentino ed e' tuttora coordinatore del Dottorato in "Metodologie della ricerca pedagogica. Teoria e storia". Dal 1997 e' membro del Consiglio Direttivo dell'Irrsae-Toscana e attualmente e' presidente dell'Irre-Toscana. Da piu' di dieci anni fa parte del consiglio direttivo del Cirse; inoltre dirige l'Unelg-Toscana. Ha svolto ricerche a livello nazionale finanziate a piu' riprese dal Mpi, poi dal Murst; ha diretto una ricerca - per conto della Regione Toscana - su "La Toscana e l'educazione dal Settecento ad oggi", con altri colleghi, su "L'educazione professionale in Toscana"; ha coordinato una ricerca, finanziata dal Murst, su "Neopragmatismo americano e teoria pedagogica", e ne coordina un'altra, sempre finanziata dal Miur, su "Intenzionalita' e ricerca educativa: tra teoria pedagogica e pratica formativa". Dal 1998 dirige la rivista semestrale "Studi sulla formazione". E' direttore scientifico dell'Archivio della pedagogia italiana del Novecento. Inoltre, dirige diverse collane editoriali: presso Le Lettere, La Nuova Italia, Carocci, Unicopli, ed altre case editrici. Dal punto di vista scientifico i suoi ambiti di ricerca sono stati i seguenti, svolti in contemporanea e tuttora in corso: studio di modelli teorici della pedagogia e loro tipologia attuale; epistemologia pedagogica contemporanea; storia della pedagogia italiana, europea, occidentale; problemi emergenti di pedagogia sociale; storia dell'educazione, delle istituzioni educative e storia dell'infanzia; metodologia della ricerca storico-educativa; letteratura dell'infanzia; storia della filosofia contemporanea in Italia; aspetti della teoreticita' filosofica attuale. Tra le opere di Franco Cambi pubblicate in volume: La pedagogia borghese nell'Italia moderna, Firenze, La Nuova Italia, 1974; La ricerca in pedagogia, Firenze, Le Monnier, 1976; Metodo e storia. Biografia filosofica di G. Preti, Firenze, Grafistampa, 1978; Antifascismo e pedagogia 1930-1945, Firenze, Vallecchi, 1980; La "scuola di Firenze" da Codignola a Laporta, Napoli, Liguori, 1982; Razionalismo e praxis a Milano, Milano, Cisalpino-Goliardica, 1983; Collodi, De Amicis, Rodari, Bari, Dedalo, 1985; Il congegno del discorso pedagogico, Bologna, Clueb, 1986; La sfida della differenza, Bologna, Clueb, 1987; Storia dell'infanzia nell'Italia liberale, (con S. Ulivieri), Firenze, La Nuova Italia, 1988; L'educazione tra ragione e ideologia, Milano, Mursia, 1989; L'infanzia nella societa' moderna, (con L. Trisciuzzi), Roma, Editori Riuniti, 1989; Infanzia e violenza, (con S. Ulivieri), Firenze, La Nuova Italia, 1990; Rodari pedagogista, Roma, Editori Riuniti, 1990; La ricerca storico-educativa in Italia, Milano, Mursia, 1992; I silenzi dell'educazione, (a cura, con S. Ulivieri), Firenze, La Nuova Italia, 1994; Tra scienza e storia, Milano, Unicopli, 1994; La formazione. Studi di pedagogia critica, (a cura con E. Frauenfelder), Milano, Unicopli, 1994; Liberta' da... L'eredita' del marxismo pedagogico, Firenze, La Nuova Italia, 1994; Storia della pedagogia, Bari, Laterza, 1995; Vito Fazio Allmayer: dall'attualismo allo storicismo critico, Palermo, Fondazione Fazio Allmayer, 1996; Il bambino e la lettura, (con G. Cives), Pisa, Ets, 1996; Mente e affetti nell'educazione contemporanea, Roma, Armando, 1996; I saperi dell'educazione, (a cura, con P. Orefice, D. Ragazzini), Firenze, La Nuova Italia, 1996; Fondamenti teorici del processo formativo, (a cura, con P. Orefice), Napoli, Liguori, 1997; Il processo formativo tra storia e prassi, (a cura, con P. Orefice), Napoli, Liguori, 1997; Nel conflitto delle emozioni, (a cura di), Roma, Armando, 1997; Cesare Beccaria, Dei delitti e delle pene, Roma, Armando, 1998; La Toscana e l'educazione, (a cura di), Firenze, Le Lettere, 1998; Itinerari nella fiaba, (a cura di), Pisa, Ets, 1999; Manuale di filosofia dellíeducazione, Bari, Laterza, 2000; Erasmo da Rotterdam, Le buone maniere dei ragazzi, Roma, Armando, 2000; L'arcipelago dei saperi, (a cura di), Firenze, Le Monnier, 2000 e 2001 (6 voll.); Pedagogia generale (con E. Colicchi, M. Muzi, G. Spadafora), Firenze, La Nuova Italia, 2001; La questione del soggetto tra filosofia e scienze umane, (a cura di), Firenze, Le Monnier, 2001; Mostri e paure nella letteratura per l'infanzia di ieri e di oggi, (a cura di), Firenze, Le Monnier, 2001; Intercultura: fondamenti pedagogici, Roma, Carocci, 2001; (a cura di), La progettazione curricolare nella scuola contemporanea, Roma, Carocci, 2001; L'autobiografia come metodo formativo, Roma-Bari, Laterza, 2002; Formare alla complessita', (con M. Callari Galli e M. Ceruti), Roma, Carocci, 2003; Saperi e competenze, Roma-Bari, Laterza, 2004. Lavori in preparazione: Lo storicismo critico. Modelli e figure; Cultura e pedagogia nell'Italia liberale. Dal positivismo al nazionalismo; Capire la politica"] Siamo, lo riconosciamo o no, dentro un grande Iter della cultura mondiale e della trasformazione storica e sociale attuale, dentro un "cammino" aperto, ma gia' definito, ben saldo nei suoi principi e nei suoi obiettivi, diffuso e dotato di organizzazione, al quale dobbiamo dare sempre piu' forza e sempre piu' sostegno: quello della nonviolenza, che significa no alla guerra, no ai conflitti tra popoli o religioni o nazioni, no - anche alle sopraffazioni e alla violenza nel privato (verso bambini, verso le donne, verso i deboli, etc.) e si', invece, a uno stile di comunicazione sociale (in generale) che si saldi alla convivenza, alla solidarieta', alla collaborazione e ai principi dell'incontro, dell'intesa e del dialogo. La nonviolenza occupa, oggi, nel nostro immaginario e nella nostra organizzazione sociale, il ruolo di un valore regolativo, ma primario e assoluto: ogni violenza e' - se pur praticata - de-legittimata, censurata, eticamente rifiutata; e, insieme, tale disposizione ha il ruolo di un compito, da realizzare, da far crescere e sviluppare, da rendere attivo e partecipato. Nella cultura e nell'immaginario la nonviolenza (il rifiuto della violenza, l'attitudine al dialogo, l'interiorizzazione dell'atteggiamento della pace, etico e cognitivo, etc.) sta costruendosi come nuovo assoluto, come principio e come valore. E in questo percorso, ancora accidentato, ancora in salita, ancora carico di contrasti, va sostenuta - in teoria e in pratica - con argomenti e iniziative, con strategie complesse che sono, a vario titolo e livello, educative. * La pedagogia deve essere un interlocutore privilegiato della nonviolenza e della pace, seguendo una tradizione illustre che da Comenio arriva su' su' a Capitini e, anche, al mio maestro Lamberto Borghi, a miei colleghi d'universita' a Firenze, come Antonio Carbonaro. La pedagogia deve farsi attore consapevole di questo Iter nuovo della civilta', pensando la nonviolenza come, appunto, il nuovo assoluto della nostra cultura, il principio che essa deve coltivare e realizzare, prima ancora, della ragione e della produttivita', e proprio perche' e' il principio/valore che il nostro tempo storico ci impone di realizzare e il pensiero attuale ci ha mostrato come "a quo" e "ad quem" di tutta la nostra civilta'. Oggi. Per la coscienza attuale. Per stare nel disincanto e nella globalizzazione costruttivamente e far nascere in essi quell'orizzonte Inedito (di pace e di nonviolenza) di cui l'attualita' e' pur gravida. Alla pedagogia (come all'etica, come alla politica, etc.), spetta - socraticamente - il ruolo di "forcipe". E si pensi, tanto per esemplificare, al complesso lavoro "pedagogico" svolto in questi anni da Morin: sta su questa frontiera, e cognitivamente e eticamente. |
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