Umberto De Giovannangeli Intervista Desmond Tutu [Dal quotidiano "L'Unita'" del 2 settembre 2009 col titolo "Intervista a Desmond Tutu: Ho rivisto l'apartheid nei check-point della Cisgiordania" e il sommario "Il Nobel per la pace: Centinaia di posti di blocco umiliano i palestinesi. La sicurezza non e' questa, Israele faccia tesoro della storia del Sudafrica. Appello ai fratelli ebrei: La sicurezza non potra' venire attraverso recinzioni, muri e fucili, ma dal rispetto dei diritti dei palestinesi"] "In Sudafrica hanno cercato di ottenere la sicurezza dalla canna del fucile. Non l'hanno mai avuta. Perche' la sicurezza per una parte non puo' essere realizzata sulla sofferenza, l'umiliazione, le punizioni collettive inflitte ad un'altra parte della popolazione o a un popolo che rivendica la propria liberta' e autodeterminazione. E' una lezione della storia di cui Israele dovrebbe far tesoro. Purtroppo ancora non e' cosi'". A parlare e' colui che assieme a Nelson Mandela e' stato l'uomo simbolo della lotta al regime segregazionista sudafricano: monsignor Desmond Tutu, premio Nobel per la Pace nel 1984. Nei giorni scorsi Tutu ha visitato Israele e la Cisgiordania assieme ad altri Nobel per la Pace, tra i quali l'ex presidente degli Stati Uniti Jimmy Carter. "L'Unita'" ha avuto modo di rivolgergli alcune domande. * - Umberto De Giovannangeli: Monsignor Tutu, Lei ha visitato piu' volte i Territori occupati. In una nostra passata conversazione, Lei ha denunciato la condizione disperata in cui versa la popolazione di Gaza. In questo viaggio, Lei ha visitato la Cisgiordania. Qual e' la cosa che l'ha piu' colpita? - Desmond Tutu: I check-point. Sono centinaia e spezzano la Cisgiordania in mille frammenti territoriali. Quei check-point, assieme al Muro, isolano villaggi, spezzano comunita'; quei check -point sono l'espressione di un dominio che segna la quotidianita' di decine di migliaia di palestinesi. Li prostra, li umilia. Essi mi riportano indietro nel tempo, al Sudafrica dell'apartheid. * - Umberto De Giovannangeli: Un parallelo pesante, monsignor Tutu. - Desmond Tutu: Lo so e me ne dispaccio, ma la realta' e' questa. Ed e' una realta' in cui un soldato puo' ergersi a giudice ed emettere sentenze senza appello. E' un arbitrio che spesso si rivolge contro anziani, donne, che non chiedono di entrare in Israele ma di raggiungere un villaggio nella Cisgiordania... * - Umberto De Giovannangeli: Israele giustifica questa pratica in nome della sua sicurezza.. - Desmond Tutu: E' un approccio errato, oltre che profondamente ingiusto. E' l'impotenza della ragione mascherata con l'esercizio della forza. E' un'illusione, una tragica illusione. E' quello che provo a ripetere ai miei amici israeliani ed ebrei: Israele non potra' mai ottenere la sicurezza attraverso le recinzioni, i muri, i fucili. La sicurezza potra' essere realizzata solo quando i diritti umani di tutti saranno riconosciuti e rispettati. E' una lezione della storia che viene dal mio Paese, il Sudafrica. * - Umberto De Giovannangeli: Assieme ad altri Nobel per la Pace, lei ha incontrato i pacifisti palestinesi e israeliani che animano le proteste del villaggio di Bi'ilin contro la costruzione del Muro. - Desmond Tutu: La loro e' una testimonianza straordinaria di resistenza nonviolenta. Agli attivisti di Bi'ilin ho portato la mia solidarieta' e il mio sostegno, ricordando loro che con la nonviolenza Gandhi riusci' a sconfiggere l'impero britannico e Martin Luther King a portare avanti la lotta per i diritti della gente di colore negli Usa. La disobbedienza civile e' la giusta via per far valere i diritti di una comunita', di un popolo. E' una scelta coraggiosa, lungimirante, eroica. Essa va sostenuta da ogni persona che crede davvero nella pace e nella giustizia. * - Umberto De Giovannangeli: Lei parla di disobbedienza civile, ma tra i palestinesi sono ancora in molti a perorare, e praticare, la lotta armata. - Desmond Tutu: In passato ho avuto modo di interloquire con dirigenti di Hamas. A loro ho ripetuto che sparare missili contro le citta' israeliane ai confini con Gaza era doppiamente sbagliato: perche' e' sempre sbagliato colpire civili e perche' quelle azioni avrebbero rafforzato quanti in Israele ritengono che esista una soluzione militare alla questione palestinese. La realta', purtroppo, mi sta dando ragione. Mi lasci aggiungere, pero', che non c'e' giustificazione alcuna ai crimini di guerra compiuti nella Striscia da Israele durante l'operazione denominata "Piombo fuso". A denunciarlo sono le agenzie Onu impegnate a Gaza e le piu' importanti associazioni umanitarie internazionali. A confermarlo sono anche le testimonianze di diversi soldati israeliani impegnati nelle operazioni militari. Resto convinto che l'unico modo per porre fine alle violenze e all'ingiustizia e' che israeliani e palestinesi si siedano attorno a un tavolo per cercare insieme un compromesso accettabile per le due parti. Non esistono scorciatoie al dialogo. * - Umberto De Giovannangeli: Un'affermazione che riecheggia quanto piu' volte affermato dal presidente Usa, Barack Obama. - Desmond Tutu: Nutro molte speranze nel presidente Obama. Mi ha molto colpito il suo discorso del giugno scorso al Cairo. Obama ha creato molte aspettative nel mondo arabo, tra i palestinesi. Sta a lui non deluderle. Per questo e' importante che passi al piu' presto dalle parole ai fatti. * - Umberto De Giovannangeli: Dialogo e negoziato. Con dentro o fuori Hamas? - Desmond Tutu: I conflitti si risolvono trattando con i nemici, non con gli amici. |